martedì 27 settembre 2011

CANTIERI ANIMATI: XIV GIORNATA DI STRADA DELL'OPERAZIONE SCURPIDDU



Nella “Carta della rigenerazione urbana”, approvata nel 2009 dalla Giunta comunale di Foggia in attuazione della Legge Regionale n. 21 del 2008, si legge che “informare tutti i soggetti coinvolti è indispensabile non solo per dare trasparenza formale alle modalità di realizzazione di un progetto, ma soprattutto per far si che ogni attore, contribuendo effettivamente alla sua formulazione, ne condivida gli scopi, la forma, le modalità ed i tempi di attuazione. Ciò renderà possibile, al processo concertativo, comporre un quadro in cui i differenti interessi convergano, in modo equilibrato, in un interesse generale compreso e riconosciuto da tutti”.
Come si evince sempre dallo stesso documento, il lavoro di “indagine ed ascolto” del luogo e dei suoi abitanti è la premessa necessaria ad ogni progetto di rigenerazione e deve accompagnare la sua realizzazione in tutte le fasi, laddove il concetto di “rigenerazione” supera quello di riqualificazione edilizia ed assume importanti valenze sociali.
E’ risaputo che i progetti di maggior successo, onde evitare processi trasformativi calati dall’alto e per tali motivi contestabili dai cittadini, sono quelli che coinvolgono attivamente la cittadinanza in ogni fase progettuale e che godono perciò di un ampio sostegno comunitario. Progetti, quindi, capaci di assorbire le domande sociali, di esprimere e soddisfare le aspettative  della comunità e di integrarsi con il contesto urbano non solo dal punto di vista fisico ma anche e soprattutto sociale e culturale, per la costruzione di una forte cultura comunitaria della partecipazione.
I tre progetti promossi dal Comune di Foggia e finanziati dalla Regione Puglia, come ampiamente pubblicizzato dai mass media, interesseranno la II Circoscrizione Cattedrale di Via Frascolla che darà vita ad un Centro Diurno per minori, la storica struttura fascista dell’ex-Gil di Via Matteotti, dove verrà realizzato un Centro di Mediazione Civile e Penale con annesso Sportello anti-violenza e l’ex Carcere femminile di Sant’Eligio, dove nascerà un Dormitorio per Persone Senza Fissa Dimora. Le progettualità hanno visto il coinvolgimento del privato collettivo, costituito da cittadini singoli o organizzati in associazioni, in rappresentanza degli interessi  del territorio di competenza, sin dalle fasi di pianificazione. I meriti vanno all’amministrazione comunale e nello specifico all’Assessorato Alle Politiche Sociali, che ha saputo recepire i suggerimenti del privato collettivo ed intercettare i finanziamenti per la realizzazione di tre strutture che rispecchiano i bisogni urgenti della comunità.
Sempre nella carta sulla rigenerazione urbana si sottolinea che “condizione necessaria per il perseguimento di una buona qualità urbana è che gli interessi del privato collettivo non vadano solo raccolti e registrati, ma anche facilitati, attraverso la più ampia informazione preventiva ed un confronto che renda chiare le intenzioni degli altri attori e le condizioni reali nelle quali si svilupperanno i programmi. Ogni progetto dovrà, dunque, essere comunicato e monitorato, in tutte le sue fasi di elaborazione e di attuazione, attraverso attività specifiche”.
Al fine di continuare a condividere e socializzare con la cittadinanza le progettualità istituzionali,  i cui lavori di attuazione sono in corso d’opera, ed informare i cittadini sui nuovi servizi che verranno messi a disposizione dai Centri nascenti, orientandoli e sensibilizzandoli rispetto alle nuove possibilità di presa in carico del disagio ed all’opportunità di crescita comunitaria, il G.A.A.S. ha pensato di organizzare la XIV Giornata di Strada dell’Operazione Scurpiddu, che si terrà nella mattinata di Domenica 02 Ottobre 2011, a partire dalle ore 09:30, nel piazzale antistante la Chiesa di “San Pasquale” (Piazza del Carmine Vecchio), proprio in prossimità del nuovo Centro Diurno per minori.
Il programma prevede, oltre agli stands delle varie associazioni partners ed agli sportelli informativi sui progetti di cui sopra, la realizzazione di una caccia al tesoro intitolata “Caccia ai Diritti” che si intreccerà con giochi di strada quali il tiro alla fune, la corsa con i sacchi e la bandierina. La caccia al tesoro intende avvicinare i bambini al tema dei diritti civili espressi dalla “Convenzione sui Diritti dell’Infanzia” ed informarli attraverso il gioco sui tre progetti nascenti. Sono previsti inoltre laboratori teatrali e di animazione musicale. Saranno partner dell’iniziativa le Associazioni  “Luci in scena”, “Libera”, “Emergency”, ”Amnesty International” “Fratelli della Stazione”,  “Teatro dei Limoni”, “Musica è”, le Cooperative Sociali “Scurpiddu” ed “Aura” e la rivista di pedagogia politica “Educazione democratica” con la quale il G.A.A.S. ha in procinto di realizzare un progetto risultato vincitore del Bando di Formazione 2011 del Ce.Se.Vo.Ca, intitolato “Il Mercato delle Esperienze”. Durante la Giornata di Strada sarà possibile ricevere informazioni a riguardo ed eventualmente procedere all’iscrizione al corso, al termine del quale verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
La Giornata di Strada è patrocinata dal “Ce.Se.Vo.Ca”, dalla Scuola Elementare “N. Parisi”, che promuoverà l’evento tra le famiglie degli alunni del proprio istituto e dalla A.s.l. di Foggia, con cui il G.A.A.S. ha sottoscritto un protocollo d’intesa finalizzato ad attivare azioni di monitoraggio ed orientamento delle popolazioni immigrate rispetto ai servizi sanitari offerti dal territorio.
Un particolare ringraziamento va alle Parrocchie di “San Pasquale” e del “Carmine Vecchio” ed al Centro per anziani “S.Antonio” , che hanno manifestato interesse e piena condivisione rispetto all’”invasione” ludica della piazza in cui esse sono ubicate.


Anna la Cecilia
Associazione G.A.A.S

venerdì 2 settembre 2011

FOGGIA, CHIUSO IL POZZO DI MASSERIA PANTANO

Ieri, 1 settembre 2011,  il G.A.A.S. è sceso in campo "attenzionando" una fossa a cielo aperto situata nell'area interna di Masseria Pantano, forse nell'ex cortile antistante all’ingresso dei servizi della storica struttura. Consapevole del valore storico-culturale che ha la fossa e non conoscendone bene la matrice (forse un pozzo per la raccolta dell'acqua o una fossa granaria presumibilmente ai tempi di Federico II di Svevia), il Guppo di Azione e Animazione Sociale., munito di una pedana e tavole di legno, tondini di ferro, pale, zappe, martelli, nastro bicolore (rosso/bianco) e cartelli di segnalazione, ha coperto la fossa transennandola con vistosi cartelli di pericolo "ALT - Pozzo Aperto". Un'azione, questa, sentita e voluta dall'associazione, dovuta verso chi frequenta quell'area sia per gioco (e mi riferisco ai ragazzi che soventi e incautamente improvvisano giochi di strada), sia per escursioni o per altre iniziative spesso non conformi alla legge. Una "Messa in Sicurezza" artigianale, quanto basta per evitare spiacevoli conseguenze. Senza entrare nei particolari di drammi atroci, come il caso dei due ragazzi di Gravina di Puglia (BA) precipitati all'interno di una cisterna sotterranea attraverso un foro più piccolo di quello della fossa in oggetto, il G.A.A.S. con questo gesto ha ritenuto opportuno sensibilizzare, anzi svegliare le coscienze assopite e distratte (mettiamola così) di chi ci amministra, di chi dovrebbe sovraintendere questi beni seppur privati ma di pubblico dominio e libero accesso, di chi dovrebbe garantirci la sicurezza, di chi ha il dovere d'informare e comunicare il pericolo mediante i mezzi a loro disposizione, così da interessare pubblici e privati a convenire sul ripristino della fossa e di tutta la masseria. 
Un monito eseguito dall'associazione di volontariato e amplificato dal sottoscritto attraverso il suo lavoro, quello di giornalista, che non si limita solo a informare, bensì a comunicare ad alta voce il problema, allertando la comunità foggiana. Entrando nei particolari della giornata operativa del G.A.A.S., la "messa in sicurezza della fossa" si è svolta in un clima sereno, cosciente di ciò che si stava per eseguire, collocando una semplice pedana di legno (il pallet) sulle tavole di legno che hanno coperto il foro della fossa e bloccandola con dei massi. Poi, con il nastro bicolore rosso/bianco (quello previsto dalla legge per limitare aree a rischio) si è avvolta la struttura artigianale, e con un palo alto si sono sistemati due cartelli di pericolo con la scritta predetta, tali da essere ben visibili a tutti ed a una sicura distanza di sicurezza. Tutto qua, senza rovinare l'antica struttura e il bordo di pietra della fossa.
Ora si attendono quelle risposte rivolte ai "sensibilizzati" affinché l'area venga sottoposta a divieto di transito e sosta. L'auspicio è che quest’azione non sia il solito segnale inascoltato, ma anche e soprattutto l'avvio per i lavori di chiusura della fossa con una corretta copertura, naturalmente nel rispetto del manufatto, rendendolo fruibile alla cultura e visitabile dalla collettività. Resta comunque che la fossa, o pozzo che sia, è parte integrante di una struttura dal valore storico-culturale inestimabile, Masseria Pantano appunto, che si spera non non rimanga l'attuale discarica per elettrodomestici (al suo interno è visibile una lavatrice). L'appello corale che il G.A.A.S., io, l'associazionismo, chiunque abbia a cuore la storia e la cultura di Foggia, è rivolto ai soggetti ed enti pubblici, ai suoi proprietari, affinché convergano su interventi mirati al recupero e valorizzazione del sito, "donando alla Capitanata un gioiello da far brillare con la sola luce della sua piena fruibilità". 
Ricordo che Masseria Pantano è avvolta da una folta vegetazione alta e secca che in questi periodi molto caldi è fonte di incendi e perciò pericolosa per la stabilità dell'antico stabile e per la salute del vicino abitato a ridosso della masseria, un abitato oggi divenuto cospicuo. Termino ponendo l'accento sul fatto che Masseria Pantano urge di una bonifica sanitaria poiché il suo interno è sede d'immondizia di ogni genere, è meta di tossicodipendenti senza scrupoli e spesso di sfortunati clochard, nonchè sede abituale di animali randagi, ratti e serpi che “visitano” i sottoscala dei vicini appartamenti. Basta poco per evitare drammi e, termino, depauperare il sito anche dei bellissimi e insostituibili "caroselli" che nei secoli costituivano il tetto della masseria e che un tempo venivano utilizzati per fuochi pirotecnici artigianali. L’auspicio è che dopo questo intervento, dopo il reportage fotografico e video, l’Amministrazione Comunale intervenga e con essa le Istituzioni, sia per ripristinare sicurezza, legalità e salubrità al sito, sia per donare alla collettività un bene inestimabile risalente a Federico II di Svevia.  Ad Maiora!

Nico Baratta