sabato 23 gennaio 2010

LA MEDIAZIONE SOCIALE - PER UNA POLITICA DI RIGENERAZIONE SOCIO-URBANA




La Cooperativa Sociale Scurpiddu e l’Associazione di Volontariato G.A.A.S., operanti nei Quartieri Settecenteschi di Foggia interessati da un progetto di Rigenerazione Urbana denominato per l’appunto “NuoviQuartieriSettecenteschi”, attraverso iniziative pubbliche di animazione di strada realizzate nel piazzale antistante l’ex Gil, da circa tre anni stanno sollecitando le istituzioni competenti alla riconversione della palestra ex-Gil di Via Matteotti in un Centro di Integrazione Socio-Istituzionale (C.I.S.I.), uno spazio relazionale che rappresenti un costante punto di riferimento per giovani, famiglie ed istituzioni. Un Centro di Mediazione pilota che, in rete con le circoscrizioni, i Servizi Sociali ed ogni altra realtà associativa locale, ricomponga la frammentazione che caratterizza il nostro territorio. Perché la rete esiste da anni, ciò che manca è un lavoro paziente di continua tessitura delle sue trame, laddove troppo spesso l’assenza di comunicazione, la parcellizzazione degli interventi e gli interessi economici ne determinano interruzioni, strappi o vuoti relazionali. La conflittualità diffusa, agita o latente, simbolica o sintomatica, investe tutta la comunità locale, dai giovani, alle istituzioni, ai cittadini. Tale scenario ha indotto la Cooperativa Sociale Scurpiddu e l’Associazione di volontariato G.A.A.S ad adottare e promuovere lo strumento della Mediazione Sociale per facilitare i rapporti tra enti istituzionali e cittadinanza e per generare un confronto dialogico-costruttivo sulle questioni di pubblico dominio. Notevole e meritevole l’interesse a riguardo manifestato da Assessorati rilevanti quali quelli con delega all’Urbanistica, alle Politiche Sociali, alla Sicurezza. A partire dalla questione dei Quartieri Settecenteschi, infatti, è stato possibile attivare un dialogo costante con Il Sindaco Gianni Mongelli, il Vice Sindaco Lucia Lambresa e gli Assessori Pasquale Pellegrino e Nicola Lo Muzio, rispettivamente alle Politiche Sociali e all’Urbanistica. Unanime il loro parere positivo rispetto allo sviluppo di politiche partecipative e inclusive che puntino al ripristino di una corretta comunicazione, in funzione di una nuova percezione di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Il progetto C.I.S.I., il cui costo di riqualificazione calcolato con l’ausilio dell’architetto Alessia Cordisco ammonta a circa 2 milioni di euro, è stato elaborato con la partecipazione attiva dei residenti nella ricerca di soluzioni condivise rispetto a criticità e problemi emersi dalla reale e diretta percezione dei loro disagi. La mediazione sociale, infatti, non si pone l’obiettivo di dare o imporre soluzioni bensì di sviluppare autonomia di pensiero e di azione. I suoi scopi mirano all’ emersione e alla valorizzazione di tutte le risorse che un territorio contiene, in primis quelle umane. Da queste si deve ripartire per attuare politiche che, oltre ad agevolare il compito delle istituzioni nelle complesse operazioni di offerta servizi di interesse collettivo, contribuiscano alla prevenzione/contrasto del malcontento diffuso, con un sostanziale abbattimento delle spese sociali. Promuovere l’empowerement personale attraverso forme di auto-mutuo aiuto significa, infatti, ridurre i costi connessi all’ erogazione di contributi assistenziali a favore dell’emancipazione individuale. Agevolare l’accesso ai servizi attraverso la ramificazione sul territorio di sportelli di mediazione che supportino il cittadino nella ricerca di opportunità socio/economiche/culturali/abitative significa evitare l’esclusione sociale in favore della reimmissione nei circuiti della partecipazione alla vita collettiva. Promuovere forme di auto-organizzazione del tempo libero dei giovani e del tempo collettivo della comunità, sviluppare azioni di progettazione partecipata, significa accrescere la coesione sociale, con conseguente assunzione di responsabilità collettiva e riduzione dell’azione repressiva, in funzione di un concetto di “sicurezza” fondato sulla “cura” delle relazioni di fiducia tra i membri della comunità piuttosto che unicamente su azioni repressive agite dalle forze dell’ordine. Impiegare figure che facilitino la comunicazione-negoziazione tra parti contrapposte significa evitare l’inasprirsi di conflitti sociali che spesso sfociano nelle aule dei Tribunali. Come dimostrano le ultime vicende urbanistiche, tale conflittualità investe anche la sfera politico-amministrativa, sempre più spesso incline ad atteggiamenti ostruzionistici che perseguono obiettivi privati piuttosto che l’interesse collettivo.
Coscienti di quanto difficile sia la situazione economico-finanziaria dell’Amministrazione Comunale, impegnata su più fronti nella risoluzione di gravissime criticità sociali, occupazionali ed amministrative, l’Associazione di volontariato G.A.A.S. e la Cooperativa Sociale Scurpiddu, chiedono al Sindaco, alla sua Giunta e al Consiglio Comunale di impegnarsi nell’avviare progettualità condivise, calibrate sui reali bisogni dei cittadini. Interventi che puntino da un lato verso il riutilizzo sociale delle infrastrutture in disuso, dall’altro verso l’utilizzo, lo sviluppo e la diffusione della cultura della mediazione quale nuova modalità di rigenerazione del tessuto sociale, di riappropriazione degli spazi e di recupero del perduto senso dell’identità, della storia e dell’ appartenenza comunitaria.


Anna la Cecilia

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