giovedì 15 aprile 2010

LA CITTA' COME LABORATORIO MAIEUTICO PROGETTUALE



Libertà è partecipazione”, cantava  nel lontano 1972 Gaber  che, di naso,  certamente ne aveva.
Negli ultimi tempi la parola partecipazione sembra essere un colorato slogan di tendenza che scorre scintillante sulla bocca di tutti. Ma quante forme di facciata e quante di azione-partecipata autentica sussistono  nel sistema  pubblico decisionale? Esistono infatti diversi gradi di partecipazione. Si passa dall’informazione/comunicazione alla consultazione fino ad arrivare al coinvolgimento attivo inteso come concertazione allargata. A tal proposito, le direttive dell’Agenda 21 prevedono la costituzione all’interno degli organi istituzionali di Consulte di cittadini, ossia organismi interni di partecipazione e controllo delle decisioni pubbliche. Quest’ultima fase prevede la reale possibilità da parte dei cittadini di influire sulle scelte di natura pubblica. Ha a che fare, dunque, con il potere di pensare, prendere decisioni, progettare e realizzare “con” piuttosto che “per”. Aldo Capitini aveva coniato il termine “omnicrazia” inteso come potere di tutti e controllo dal basso. Una serie di domande sorgono spontanee alla luce di queste “compartecipate” considerazioni: a quale gradino della scala della partecipazione sociale ci siamo fermati? Cosa fare per far diventare la rete, altra parola spesso abusata ed astratta, una struttura comunicativa concreta che unisca e sostenga i bisogni della collettività piuttosto che un sistema articolato di strappi ed elementi disgregati che fa acqua dappertutto? Qual è la domanda giusta principale che dobbiamo porci, prima ancora della risposta giusta, per attraversare il “ponte screpolato”che dalla città murata ed estranea ci conduca alla città intesa come bene comune?   In principio  non c’è il verbo ma un solenne e ricurvo punto interrogativo.  La domanda è l’unico vero motore del cambiamento. Soprattutto se articolata da una molteplicità di voci. Dalla staticità delle opinioni certe ed indiscutibili innesca processi dialettici di autoriflessione, di ricerca, di costruzione di significati, di rigenerazione personale, sociale e culturale.
 Lo sapeva bene Danilo Dolci che nel suo “Manifesto” invitava a “promuovere iniziative in cui ognuno possa esprimersi per riconoscere i propri bisogni concreti; provocare analisi, confronti e verifiche costruendo esperienze che educhino ognuno ad organizzarsi, valutare, scegliere, controllare ed imparare a sperare senza illudersi; suscitare autoanalisi coi giovani, iniziative specifiche, processi di ricerca-azione e di riflessione per identificare quali siano le condizioni per lo sviluppo di strutture che favoriscano il concretamento dell’intelligenza, della creatività personale e di gruppo, compresa la capacità di scegliere, decidere, annunciare, agire” . E’ dal dialogo fluente ed interrogante,  dunque, tra i diversi saperi di cui ciascuno è portatore che sgorgano le risorse necessarie per far fronte collettivamente ai problemi sociali.
 La XII Giornata di Strada del G.A.A.S., organizzata con la collaborazione di numerose associazioni locali e con il patrocinio degli Enti Comune e Provincia di Foggia, tenutasi lo scorso 11 Aprile 2010 nel cortile del Primo Circolo Didattico Nicola Parisi adiacente alla ex palestra della Gioventù Italiana, ha voluto porre la prima pietra per la costruzione di un modello di partecipazione multidirezionale che, partendo dal sapere degli abitanti e dallo scambio tra questi ultimi, le istituzioni e le associazioni locali, possa trasformare l'assuefazione al degrado socio-urbano-culturale in riappropriazione creativa  e dignitosa del governo della propria vita e della propria città, nonché migliorare la qualità delle strutture amministrative. Sebbene ancora al primo gradino siamo ben intenzionati a percorrerla tutta l’insormontabile scala della partecipazione sociale. Sempre dal basso ma sempre più verso l’ alto, verticalmente, nel rispetto della dimensione orizzontale e paritaria dei rapporti.
La manifestazione ha inteso valorizzare, socializzare e rendere trasparenti  tre progettualità istituzionali in itinere che a breve vedranno la riqualificazione di tre immobili storici in disuso della città di Foggia, in un processo di scambio reciproco in cui, a sua volta, l’amministrazione comunale ha accolto le idee e le proposte delle associazioni locali.  I laboratori realizzati nel corso della XII Giornata di Strada, attraverso il linguaggio universale del gioco, hanno coinvolto non solo numerose famiglie e bambini ma anche il Sindaco, il Vice Sindaco e gli Assessori all’Urbanistica e alle Politiche  Sociali, che si sono “messi in gioco” in un  vortice di musica e colori.  Per l’occasione è stata infatti predisposta una mappa gigante raffigurante i tre  edifici dismessi (Ex-Gil, ex II Circoscrizione Cattedrale ed ex Carcere di Sant’Eligio). Grazie alla gentile collaborazione degli architetti Alessia Cordisco e Pierluigi Maria Bovi, per ognuno di questi ruderi è stato realizzato un plastico, al cui interno adulti e bambini hanno inserito biglietti con relativi desideri ed aspettative, per poi farli volare con variopinti palloncini ad elio. Emozionante il taglio del filo, eseguito dal Sindaco Gianni Mongelli, sommerso dalle urla dei bambini, cui ha fatto seguito il faticoso “decollo” dei tre piccoli modellini. I grandi sogni, si sa, hanno un peso e sono sempre legati ad un  filo sottile che lega la realtà immobile al futuro ancora possibile.
Un altro suggestivo laboratorio ha visto la realizzazione di un grande striscione affisso simbolicamente sulla facciata della ex Gil al termine della Giornata, le cui impronte colorate delle mani lasciate da adulti e bambini sul telo bianco, hanno voluto esprimere il diritto dei cittadini di “mettere le mani sui beni comuni ” nonché la volontà di imprimere un segno evidente e pregnante su un tessuto sociale sfilacciato che non da il giusto peso e riconoscimento ai pensieri ed ai bisogni dei singoli individui.
La mediazione sociale, promossa dall’” Operazione Scurpiddu” partita nel Marzo 2007,  si pone appunto l’obiettivo di ricucire i legami sociali promuovendo nuovi e più costruttivi rapporti tra cittadini, istituzioni ed associazioni, funzionali ad una progettazione condivisa che tenga conto delle questioni sollevate e delle soluzioni proposte da ciascuna parte sociale. Il G.A.A.S. e la Cooperativa Sociale Scurpiddu hanno coinvolto i cittadini nell’analisi dei bisogni e nelle fasi progettuali che hanno condotto al progetto C.I.S.I., Centro di Integrazione Socio Istituzionale, presentato anni or sono alle istituzioni, che oggi hanno tenuto conto del lavoro svolto in tre anni dalle due realtà associative. L’Operazione Scurpiddu non è una favola, come quella omonima di Capuana, ma come tutte le favole ha una morale o meglio una regola etica universale: Istituzioni e cittadini devono sostenersi a vicenda, interfacciarsi e cooperare costantemente per il bene della collettività, non farsi la lotta. E questo è possibile solo se le associazioni si assumono il ruolo di “ponte mediatorio” tre le parti.  Ogni parte, infatti, ha il proprio fardello che solo se portato insieme diviene più leggero e rende possibile il volo. Lo stesso Sindaco,  commentando la giornata di strada lontano da telecamere e riflettori, ha affermato che a fronte della grave crisi finanziaria che sta prosciugando ulteriormente le già dissanguate casse del Comune di Foggia, eventi come questo rappresentano una vera e propria “trasfusione di sangue”, una dose di emozioni che rimette in circolo positività ed energia.
Le modalità interattive e progettuali dell’Operazione Scurpiddu, vogliono essere appunto un modello di maieutica reciproca popolare capace di coinvolgere direttamente la cittadinanza nell’elaborazione di progetti realmente utili alla comunità, sulla base dei bisogni specifici di ogni area della città, alleggerendo ed ottimizzando il lavoro dell’amministrazione comunale. Come recita la “Carta Europea della Cittadinanza attivaogni individuo ha il diritto di partecipare attivamente e direttamente, attraverso le Organizzazioni Autonome di Cittadini  (OAC), alla vita pubblica nonché di contribuire alle decisioni fin dall’inizio e non dopo che queste siano state già prese. Allo stesso modo occorre che le istituzioni  incoraggino le attività delle OAC, impegnandosi a rendere più chiare e trasparenti le loro attività, a sostenerle e a collaborare con loro a progetti comuni.
Ed è quanto auspicato da tutte le associazioni che, coralmente, hanno preso parte alla XII Giornata di Strada. Unite all’interno di una tanto simbolica quanto tangibile rete reciproca di scambio, il mondo associazionistico intende promuovere Laboratori Urbani Partecipati (LUP)  ossia presidi sociali permanenti e mobili che facciano rinascere dalle ceneri tutti i ruderi della città. Progetto complesso e di difficile attuazione nei suoi tempi e nelle sue modalità, per una Città intesa come struttura maieutica partecipata in cui ciascuno possa riconoscere la propria “impronta”. Perché come recita lo striscione della Giornata di Strada, “sui beni della collettività mettiamo noi le mani”. Firmato i cittadini.



 Anna la Cecilia

Condividi questo articolo su facebook share su Facebook

Nessun commento:

Posta un commento