"Coltiviamo una nuova cultura: la Mediazione dei Conflitti. Quando il dialogo si interrompe c’è qualcuno che può aiutarci: il Mediatore”. Con questo slogan, Giovedì 21 Ottobre 2010 si è tenuta anche a Foggia, come in tante altre città italiane, la “Giornata nazionale della mediazione ”, coincidente con il “Conflict Resolution Day” proclamato dall’ARC (Association for Conflict Resolution), in collaborazione con il World Mediation Forum.
A scendere in piazza, per promuovere tra la gente la conoscenza e la diffusione della cultura e della pratica della Mediazione, l’ Ufficio di Mediazione Civile e Penale del Comune di Foggia, le Associazioni Logos, G.a.a.s.(Gruppo di Azione e Animazione Sociale), Crescere Insieme, Separarsi Bene e Mediterranea Tessere, tutte realtà che, ciascuna nel proprio ambito, si occupano di mediazione dei conflitti.
"Mediare” non significa risolvere le controversie, ma lavorare insieme alle parti per aiutarle ad auto-gestirsi e ad uscire da situazioni di stallo che le vedono cristallizzate nell’ostilità reciproca. Il conflitto, infatti, che comunemente ha una connotazione negativa, nella mediazione riveste un’accezione positiva quale elemento creativo, fisiologico e costitutivo della relazione che, privata di questo “fattore di disturbo”, rischia di atrofizzarsi.
"Mediare” non significa risolvere le controversie, ma lavorare insieme alle parti per aiutarle ad auto-gestirsi e ad uscire da situazioni di stallo che le vedono cristallizzate nell’ostilità reciproca. Il conflitto, infatti, che comunemente ha una connotazione negativa, nella mediazione riveste un’accezione positiva quale elemento creativo, fisiologico e costitutivo della relazione che, privata di questo “fattore di disturbo”, rischia di atrofizzarsi.
Nata ufficialmente negli Stati Uniti nel primo decennio del XX secolo per gestire conflitti sorti per lo più in ambito lavorativo, negli anni '70 la Mediazione viene poi estesa ai processi legali di separazione e divorzio al fine di ridurre il carico emotivo ed economico delle coppie in via di separazione. In Italia, la mediazione approda alla fine degli anni '80 sviluppandosi soprattutto in ambito familiare come percorso di aiuto alla coppia in crisi prima, durante e dopo la separazione, per poi abbracciare dagli anni '90 in poi nuovi ambiti come quello scolastico, interculturale e sociale in senso lato.
Sebbene ancora poco conosciuta dalla maggior parte della gente, Foggia si è rivelata una terra ben disposta ad accogliere il seme della mediazione, intesa come strategia comportamentale alternativa alla violenza ed all’antagonismo, orientata al dialogo ed all’incontro/confronto costruttivo. Al giorno d'oggi, infatti, sul nostro territorio esistono diversi enti, operanti in differenti ambiti d'intervento (famiglia, scuola, vittime e autori di reato, condomini, ambienti lavorativi ed istituzionali, contesti urbani degradati), che utilizzano lo strumento della mediazione nella gestione trasformativa dei conflitti.
La Giornata è stata dunque un’occasione per condividere con la cittadinanza buone prassi e strumenti già presenti nella nostra città, che occorre diffondere in maniera sempre più capillare e diffusa per essere compresi e adottati da un numero sempre più crescente di persone che vivono situazioni conflittuali e che magari, per diffidenza o mancanza di informazione, restano bloccate nel loro malessere, impedendo al cambiamento di entrare nelle loro vite.
Nel corso della giornata è stato somministrato ai cittadini un questionario di indagine sociale per sondare il grado di conoscenza e radicamento di questa procedura alternativa di risoluzione delle controversie nel nostro tessuto sociale. Le associazioni che hanno promosso l’evento hanno inoltre donato, a tutti coloro che si sono mostrati curiosi ed interessati alla tematica, un piccolo sacchetto contenente i semi di una pianta, per trapiantare simbolicamente nel nostro territorio i semi di questa nuova cultura, con l’augurio di vederli presto germogliare e moltiplicare.
Parafrasando Danilo Dolci, profeta della non violenza, “la gente non è suolo ma semente”. Ogni persona ha dentro di sé il seme del cambiamento. La mediazione non ha la pretesa di risolvere i conflitti al posto delle parti o di indicare la strada giusta da percorrere ma di essere un buon albero su cui salire per riposarsi, sostare nel conflitto, osservarlo da un punto di vista più ampio, con l’aiuto del mediatore, per poi decidere di scendere ed affrontare le situazioni conflittuali con nuove modalità più efficaci e costruttive.
Anna la Cecilia
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