martedì 19 ottobre 2010

U.S.FOGGIA-G.A.A.S: CERIMONIA DI CONSEGNA DELLE DIVISE DEL FOGGIA CALCIO AI BAMBINI DEI QUARTIERI SETTECENTESCHI



Si è svolta ieri 18 Ottobre 2010, nella sede del G.A.A.S., la cerimonia di consegna da parte del Foggia Calcio di materiale ed abbigliamento sportivo per i bambini dei Quartieri Settecenteschi che si iscriveranno alla scuola calcio dell’U.S. Foggia, per la formazione del nuovo settore giovanile.
Alla cerimonia hanno preso parte Gianni Cagiano, responsabile del progetto “Scuola Calcio U.S. Foggia”, Peppino Pavone, storico direttore sportivo dell’ U.S. Foggia, i ragazzi dei Quartieri Settecenteschi e gli operatori del G.A.A.S.
Benvenuto Grillo, Presidente del Gruppo di Azione e Animazione Sociale, ha espresso il suo più vivo compiacimento per la preziosa collaborazione con la società sportiva, importante connubio tra sport ed educazione, che permetterà ai ragazzi dei Quartieri Settecenteschi, appartenenti a nuclei familiari disagiati, di crescere in maniera sana e divertente, rincorrendo sogni e palloni su quei campi di calcio, di erba o di asfalto che siano, che non di rado sono scuola di vita. E talvolta terreno per un futuro migliore.
"Il calcio non è soltanto uno sport", ha sottolineato Grillo, "è uno strumento di educazione, di allenamento alla vita, di integrazione sociale e di apprendimento delle regole della convivenza civile".
Peppino Pavone si è rivolto ai ragazzi presenti, ponendo l’accento sulla “cultura sportiva” intesa come modo sano di intendere e di vivere il calcio, non solo come  passione e gioia di vincere e di giocare, ma come unione di intenti, accettazione della sconfitta, disciplina ed impegno nel raggiungimento di un obiettivo comune,  rispetto e lealtà contro ogni forma di violenza e di razzismo.
Ha tenuto inoltre a precisare ai presenti che la scuola calcio  non vuol essere una fabbrica di false illusioni o di vane promesse di carriera per quanti aspirano a diventare “giocatori professionisti”. "Certo", ha ammesso Pavone, "possono esserci giovani talenti come il caso di Giuseppe Colucci, ragazzo foggiano da anni affermato professionista della serie A",  ma questi sono casi che richiamano  il principio dell’ “Uno su mille ce la fa”.
I risultati e le soddisfazioni nella vita si ottengono solo con duro lavoro e sacrificio”, ha aggiunto il direttore sportivo, sottolineando che, spesso, a dover essere educati sono proprio i genitori che, anziché inculcare nei propri figli i sani valori dello sport come il rispetto dell'altro a prescindere dal suo colore e dalla sua provenienza, incitano i bambini a giocare solo per una prospettiva di arricchimento economico futuro.
Gianni Cagiano ha infine voluto evidenziare che la maggior parte dei talenti capaci di costruire con lo sport possibilità di riscatto sociale provengono proprio da contesti poveri, dalla strada o dai ghetti, laddove il calcio diventa uno strumento di affermazione dei propri diritti.
Noi ci auguriamo che, al di là del talento, il gioco del calcio possa rappresentare per i bambini dei Quartieri Settecenteschi un’opportunità piacevole per stare insieme ed apprendere, tra un fallo ed un goal, che la vera sconfitta non è perdere ma  arrendersi alla “partita” della vita, senza aver mai sudato né creduto di poter cambiare “il risultato” finale.
Qui di seguito un breve video che documenta l'evento. Buona visione a tutti!




Anna la Cecilia








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