giovedì 27 ottobre 2016

Parla come mangi: la lingua per parlare e per gustare": Storia e ricetta di Fatao - Burkina Faso


Continua il Laboratorio di cucina autobiografica "Parla come mangi: la lingua per parlare e per gustare" presso la Comunità Educativa Scurpiddu. Questa settimana vi presentiamo un piatto del Burkina Faso, cucinato da Fatao.

ZAGAME: PIATTO TIPICO DEL BURKINA FASO

Lo zagame è uno dei piatti tipici del Burkina Faso. Qui di seguito la ricetta per 10/12 persone:
1 kg e 1/2  di riso
1 kg e 1/2  di carne
olio di arachidi
3 cipolle
gr 300 di concentrato di pomodoro
gr 30 di farina
un cucchiaio di aceto
sale, pepe;,peperoncino in polvere
2 spicchi d’aglio
2 dadi
6 foglie di alloro
4 carote
3 patate di medie dimensioni
3 pomodori freschi

Preparazione:
Cucinare il riso.
Portare a temperatura  l’olio di arachidi  in una pentola, aggiungere la carne tagliata a pezzi, lasciate rosolare per circa 10 minuti, aggiungere la cipolla tritata e lasciate cuocere altri 3 minuti.
In una ciotola mettere il concentrato di pomodoro con mezzo bicchiere d’acqua e mescolare, aggiungere al composto nella pentola e lasciar cuocere per 5 minuti, mescolare regolarmente, aggiungere 1 litro d’acqua scarso, l’aglio tritato, il dado le foglie di alloro, un cucchiaio di aceto, un pizzico di peperoncino, sale e pepe e mescolare, unire ancora le carote, le patate e  il pomodoro fresco, il tutto tagliato a spicchi grossolani. Lasciare cuocere per 35 minuti a fuoco medio.
Levare le verdure e le foglie di alloro  metterle  in una ciotola, far sciogliere la farina in mezzo bicchiere d’acqua e mescolare bene, unire il composto alla salsa poco alla volta,  mescolando sempre.
Lasciar cuocere per circa 10 minuti a fuoco basso. Assaggiare ed eventualmente salare.
Preparare il riso ed una volta pronto, condire con la salsa ottenuta.


RICORDI DI GUSTO
"Sono contento di aver cucinato questo piatto perché mi ricorda la mia famiglia. La mattina, quando tornavo a casa dopo aver giocato a pallone con i miei amici, trovavo mia madre che cucinava in un piccolissimo spazio stretto della casa. Io non sapevo cucinarlo, adesso posso farlo da solo. Quando era pronto per mangiare,  i mie genitori sedevano ad un tavolo da soli, le mie sorelle intorno ad un altro tavolo ed io insieme ai miei fratelli in un altro tavolo ancora. Da noi non si usa come da voi in Italia, non mangiamo tutti insieme alla stessa tavola ed ognuno in un piatto diverso. In Burkina Faso al centro di ciascun tavolo c'è un unico piatto ed ognuno mangia dallo stesso piatto con un cucchiaio."

LA STORIA DI FATAO
"Sono andato via da Béguèdo quando avevo 16 anni, nell'Aprile del 2014. Volevo una vita migliore, andare a scuola e lavorare. Prima di venire in Italia, non ero mai andato a scuola. Mio fratello di 23 anni viveva in Libia da 5 anni, così ho deciso di raggiungerlo senza dire nulla né a mia madre né a mio fratello. Solo mio padre era a conoscenza del mio viaggio. Temevo che non mi lasciassero partire. Avevo con me 600 euro, ho pagato 60 euro ad un uomo che con un grande autobus pieno di persone mi ha portato in Nigeria. Il viaggio è durato 4 giorni. Qui sono stato in un campo profughi per 4 giorni, poi ho pagato altri 200 € ad un altro uomo che, sempre in autobus, mi ha portato in Libia. Ho chiamato mio fratello per dirgli che ero in Libia e lui si è arrabbiato molto, l'ho raggiunto a casa sua ma non mi ha parlato per 5 giorni. Così, dopo aver trovato lavoro come muratore, ho deciso di andare a vivere per conto mio. Ho preso una casa in affitto con altre due persone, pagavo 200 € al mese. Non immaginavo che la Libia fosse così pericolosa, ho un bruttissimo ricordo di quel periodo, che vorrei cancellare. Se lo avessi saputo prima, forse non sarei partito. Mi capitava spesso di prendere il taxi per tornare a casa da lavoro e per ben due volte il taxista stesso mi ha ferito al braccio con un coltellino tascabile a serramanico perchè voleva i miei soldi, che io nascondevo sempre nelle scarpe. Ho ancora le cicatrici ad entrambe le braccia. Mi rubavano il cellulare e mi lasciavano lì ferito, io correvo da mio fratello che mi medicava. Altre volte entravano in casa forzando la porta, minacciandoci con un fucile. Portavano via tutto quello che avevamo in casa. Ho dovuto anche pagare 500 € a questi uomini, che altrimenti mi avrebbero rapito e fatto prigioniero. Dopo aver vissuto per un anno minacce, furti e violenze, ho deciso di partire per l'Italia. Nell'aprile 2015 ho pagato 1.000 euro ad un uomo che ha preso i miei soldi insieme a quelli di tanti altri e ci ha dato una barca guidata da Rubel, un ragazzo che poteva viaggiare gratis perchè sapeva guidare la barca. Solo che la barca, durante la navigazione, si è rotta. Siamo rimasti fermi in mezzo al mare ed io ho pensato che per me era finita, che sarei morto lì, in mezzo al mare. Sono stati i più brutti momenti della mia vita. Rubel per fortuna è riuscito ad aggiustare la barca e siamo finalmente arrivati a Lampedusa,  dove ci hanno soccorso e portato in un centro di prima accoglienza in una città della Sicilia. Eravamo in 5 in una stanza, ci hanno dato da mangiare e fatto chiamare alle nostre famiglie. Qui sono stato due giorni, poi mi hanno portato a Borgo Mezzanone, vicino Foggia. Dopo tre mesi mi hanno trasferito alla Comunità Educativa Scurpiddu a Foggia, dove vivo dall'Agosto 2016.  Adesso sto bene, vado a scuola e spero di trovare un lavoro. Dopo il diploma di licenza media mi piacerebbe continuare a studiare e lavorare in qualche ristorante. "
Fatao

Nessun commento:

Posta un commento