sabato 11 aprile 2009

Perchè "educare al sociale"?

La necessità e l’urgenza di dare risposte funzionali alla risoluzione di molte questioni sociali irrisolte, ha portato il G.A.A.S a realizzare un Corso di Formazione incentrato sulla tematica dell’ ”educazione sociale” che abbraccia i principi e i metodi storici dell’agire democratico e nonviolento. Educare, come si evince dall’etimologia stessa della parola, vuol dire “tirare fuori”, far venire alla luce qualcosa che è nascosto o allo stato potenziale. L’espressione “educare al sociale”, dunque, vuol essere un monito alla presa di coscienza collettiva delle problematiche che affliggono il territorio, per costruire una“comunità comunicante” che “tiri fuori” l’individuo dall’isolamento e dal vuoto comunicativo-relazionale.
In quest’ottica la comunic-azione diventa il motore unificante dell’azione comune, orientata verso la realizzazione di un progetto condiviso che si avvalga delle differenti esperienze, punti di vista e intuizioni dei singoli individui. La chiave del confronto intra-gruppo ed inter-gruppo è la scelta metodologica che accompagnerà il corso, al fine di aprire nuovi scenari e nuove modalità di approccio alle tematiche sociali, con l’auspicio di sbloccare situazioni spesso cristallizzate. Molte delle esperienze passate, infatti, costituiscono il paradigma a cui potersi-doversi riferire durante l’elaborazione dei progetti sociali nel presente; esperienze che sono risultate esemplari in certi casi, in certi territori, anche per le istituzioni, che hanno carpito a posteriori l’importanza dei metodi e delle strutture da esse suggerite. E’ il caso dei Piani di Accompagnamento Sociale che hanno visto la partecipazione attiva dei cittadini coinvolti nella riqualificazione di Via Artom a Torino (Coperativa Biloba), della Mediazione Non Violenta dei conflitti, introdotta in Italia dal Gruppo Abele di Torino, che mira a trasformare le controversie in opportunità di cambiamento sociale, della Maieutica Reciproca di Gruppo, strumento di comunicazione e integrazione sociale ideato da Danilo Dolci, a cui è intitolato il Centro per lo Sviluppo Creativo di Palermo. Queste le tematiche del percorso formativo, illustrate dai principali esperti del settore a livello nazionale e da alcuni volontari del G.A.A.S., che invece descriveranno le diverse fasi che hanno condotto alla nascita dell’innovativa formula di Mediazione Socio-Istituzionale, sintesi creativa tra le suddette esperienze nazionali e l’esperienza diretta sul proprio territorio di riferimento, i cosiddetti Quartieri Settecenteschi. I partecipanti sperimenteranno sul campo, attraverso lavori di gruppo, workshop e role play, nuovi strumenti e strategie di intervento sociale utili per pensarsi ed educarsi nel sociale, per coordinarsi con gli altri nell’ambito di progetti di gruppo e comunitari.


Anna la Cecilia


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