Il concetto di “legalità” non può essere insegnato ai bambini solo con le belle parole o imparando a memoria la costituzione. Va appreso insieme, sul campo, attraverso l’esempio, la pratica, l’esercizio della cittadinanza attiva, lo sforzo comune che “lega” scuola, istituzioni, famiglia e terzo settore in un vasto raggruppamento di persone unite dal comune interesse di difendere i reciproci diritti ed i beni comuni, continuamente minacciati dall’illegalità diffusa.
Ed è in questa prospettiva che si colloca la visita guidata a tre terreni confiscati alla mafia nel cerignolano, tenutasi Lunedì 14 Novembre 2011, da parte degli alunni e delle famiglie del I Circolo Didattico “N.Parisi” di Foggia e dell’”Istituto Comprensivo” di Carapelle, gemellate nel progetto PON C3 “Leg(ali) al Sud: un progetto per la Legalità in ogni scuola”, giunto al suo secondo ed ultimo modulo.
Il progetto, ancora in corso, gestito dalla Cooperativa Sociale Scurpiddu, con la collaborazione dell'architetto Francisco Cabanzo, membro dell'A.T.S. "InRelazione", ha visto la riprogettazione degli spazi comuni della scuola e del quartiere limitrofo ad essa, nell’ottica di un’azione educativa concreta capace di incarnare i concetti di cura, difesa e responsabilità di quanto deciso e costruito insieme, di ciò che è patrimonio inalienabile della collettività. Perché legalità è sforzo, fatica, voglia di “sporcarsi le mani” insieme. Ed è quanto hanno fatto i bambini nel PON e nella gita culturale a Cerignola, inserita nel progetto, cui hanno preso parte 70 persone tra bambini, docenti e genitori delle due scuole, accompagnati anche da Mimmo Di Gioia, coordinatore provinciale di “Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.
La giornata è cominciata con la visita al terreno situato in contrada Toro e coltivato ad oliveto, intitolato a “Francesco Marcone”, Direttore dell’Ufficio del Registro di Foggia, ucciso da mani mafiose il 31 Marzo del 1995, terreno affidato in gestione nel Giugno 2010 alla Cooperativa Sociale “La Pietra di Scarto”.
Adiacente al terreno una grande riserva d’ acqua per l’ irrigazione dei campi ed un magazzino di circa 150 mq, tutto murato in cemento armato, provvisto al suo interno di scale di ferro conducenti verso delle piccole finestrelle scavate nel muro, da cui gli uomini di mafia controllavano il territorio circostante.
Ad accoglierci il presidente Pietro Fragasso e Don Pasquale, parroco di Cerignola, che hanno spiegato ai bambini, con parole semplici, il concetto di “mafia”, organizzazione di persone che si riuniscono per raggiungere un obiettivo, per dominare gli uomini calpestando leggi, diritti e libertà.
“Gli alberi di ulivo che popolano questo campo, non producono solo ossigeno, lavoro, olio ed olive ma, cosa più importante, partoriscono memoria dalle terre liberate alla mafia, ogni albero è il ricordo del riscatto di tutte quelle persone che hanno sofferto per colpa della mafia. Questo terreno è di tutti voi e di quanti lottano per il bene della libertà”, ha sottolineato Fragasso, facendo poi riferimento alla Legge 109/96 sull’esproprio dei beni dei mafiosi per il loro riutilizzo a fini sociali. Don Pasquale ha esortato i bambini a combattere sin da piccoli gli atteggiamenti e la mentalità mafiosa, le prepotenze, le minacce e gli atti di bullismo che spesso infestano le scuole. Poi ha continuato il suo discorso sollecitando i presenti a fare antimafia sociale. “L’antimafia sociale è la creazione di un gruppo di persone che, in contrapposizione al gruppo mafioso, ha il coraggio di riunirsi e denunciare le sopraffazioni, rinunciando all’atteggiamento omertoso del “farsi i fatti propri”.
Il percorso è proseguito con la visita a “Villa S.Luigi”, situato in contrada Ripalta, in posizione strategica vicino all'autostrada, primo bene confiscato nella provincia di Foggia, gestito dal 2000 dall’Associazione di Volontariato “Emmanuel”, nata nel 1986 da un gruppo di ex tossicodipendenti. A riceverci un uomo uscito dal tunnel della droga che è riuscito a fare del suo inferno personale un paradiso per gli ultimi. Superato il cancello una piscina con trampolino cattura gli sguardi dei bambini. Vicino alla piscina una grande costruzione in legno, edificata dai mafiosi sul modello delle baite di montagna del nord ed utilizzata per i grandi summit internazionali, ossia per gli incontri tra i boss mafiosi ai vertici dell’organizzazione criminale. Oggi, dopo i lavori di ristrutturazione e la costruzione di un campo di calcio, è un centro autofinanziato di animazione e socializzazione per disabili e ragazzi che vivono un disagio sociale. Le pareti della baita macchiata di sangue riprendono i colori della vita con le foto dei campi estivi che ogni anno si tengono in questo luogo, affisse sulle pareti. Dopo aver giocato a calcio e pallavolo le due scuole hanno pranzato all’ ex orfanotrofio “Opera Pia Monte Fornari”, da un anno Laboratorio Urbano “ExOpera - luogo dato al publico estro”, realizzato e co-finanziato dalla Regione Puglia, nell’ambito del progetto "Bollenti Spiriti" e dal Comune di Cerignola. Alle 15.00 i bambini sono giunti all’ultima tappa di questo “viaggio nella legalità”: un bene confiscato alla mafia nel 2008 e consegnato alla Cooperativa Sociale “Alter Eco” nell’Agosto del 2011, sito in contrada Scarafone.
Il terreno non ha ancora un nome ed essendo stato dato in gestione da poco è ancora in corso di trasformazione. Un tempo era la residenza dell’esecutore materiale degli omicidi di mafia, condannato a 5 ergastoli nel maxi processo “Cartagine”. Veniva utilizzato, inoltre, come discarica abusiva di rifiuti edili. Dopo la confisca il bene è stato completamente vandalizzato e numerosi volontari hanno offerto il loro lavoro gratuito per realizzare la “prima vendemmia della legalità”, pulire il sito, separare e differenziare i vari materiali sparsi disordinatamente sull’asfalto. A testimoniare il duro lavoro svolto dai volontari provenienti da tutta Italia, una grande piramide di pedane in legno e di mattoni vari si erge fiera e nobile nel silenzio di campi sterminati. I ragazzi della Cooperativa hanno in mente di realizzare una fattoria didattica per destinare i 7 ettari di terreno ed i 40 alberi di ciliegio a fini educativi, coinvolgendo le scuole nelle attività di realizzazione dei prodotti agroalimentari. A coronare la giornata, l’allegra semina dei piselli realizzata dai bambini in tre letti di terreno, predisposti dagli operatori della cooperativa “Alter Eco”, con l’auspicio del Coordinatore provinciale di Libera, Mimmo Di Gioia, di “coltivare dentro di sé, sin da piccoli, la cultura della legalità e di veder crescere i suoi semi in ogni gesto e comportamento.”
Mettere le ali ai legami sociali, legando sogno e concretezza, non è solo una chimera se adulti e bambini seminano rispetto, cura e fiducia nel futuro, se tutti insieme lottiamo ad aneliamo all’ affrancamento dai soprusi e dalle ingiustizie.
Perché “Leg(ali) al sud” è un imperativo possibile.
Anna la Cecilia
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