giovedì 28 maggio 2009

Che cos'è Educare al sociale


Educare al sociale? Ma che cosa è stato? Un corso di formazione, un ciclo di incontri formativi, un convegno pedagogico?
“L’educazione è dire Educare al sociale” ha dichiarato a un certo punto il prof. Rati, volendo con ciò principiare un discorso sull’importanza delle parole, delle forme, delle parole intese come forme, che formano o che sformano. Ma sarà mica un capriccio, un vezzo, una moda temporanea quella di contestare, osteggiare, raggirare la forma? Vi sarà mica bisogno di altre forme per superare quelle attuali impregnanti contaminanti deformanti?
La forma cerca la sostanza e la sostanza cerca la forma. Così, quando Dioniso giunse in Grecia dall’Oriente, con la sua schiera di angelici barbuti e demoniche ninfe inebriate, gli dèi avvertirono in lui lo sconquassamento della ordinata armonica esistenza divina greca, e inviarono Apollo a fronteggiarlo. Ma Dioniso era troppo travolgente. Intorno a lui turbinavano le forze della natura, gli istinti primaverili che travolgono gli uomini nei gorghi della passione e dell’agire impulsivo e spontaneo, in cui ogni vincolo-catena sociale è spezzata e il disordine regna liberamente in luogo dell’ordine. Il dio dell’ebbrezza era troppo potente per un affronto frontale. Così Apollo dovette trovare un compromesso. Il dio della luce, dell’accecante sole e della bella forma, gli lanciò addosso una rete invisibile, così che Dioniso ne risultò imprigionato senza avvedersene, sostanza intemperante nella forma moderante di Apollo.
Dalla risoluzione di questo conflitto nasce l’arte, come dalla razionalità socratica nasce la scienza. Almeno a detta di Nietzsche! L’azione più pura e vera è quella che germina spontaneamente, quella “incosciente”, quella che rende simile il folle e il fanciullo. Il tempio della liberazione è quello che costruisce il fanciullo intorno a sé, nella sua incoscienza, nel suo non sapere delle conseguenze, nel suo vigile e dirompente desiderio di conoscere, provare, sperimentare, tracimare. La forma cerca la sostanza e viceversa, l’idea cerca la materia e viceversa. Il fanciullo ha in germe l’uomo nella sostanza, l’uomo conserva il fanciullo nella forma. Un gioco di parole. Non diamogli una forma-significato definitiva!
L’adulto cerca il fanciullo, il fanciullo cerca l’adulto. Si abbisognano reciprocamente, l’uno specchio deformante e ricostituente dell’altro. Tutto sta in ciò: conciliare la forma con la sostanza, l’idea con l’azione, il figlio con il padre, il singolo con il mondo; anche conflittualmente, meglio non violentemente…appurato!
Le parole sono veicoli di passioni, meglio se passioni sincere, spontanee, immediate. Poi la forma razionale apollineo-socratica ci fornirà l’illusione, forgerà il velo di Maya, evidentemente necessario in certa misura, perché originario, condizione filogenetica di ogni ontogenesi.
Le parole che non conosciamo forse ci spaventano? Sono come il sole agli inizi dell’umanità –se mai un inizio c’è stato? Ma proprio tale spavento stupore meraviglia produce il senso della ricerca, la ricerca di un senso. Ed è il razionale, dopo la credenza, la superstizione, ed è la scienza, che conserva in sé i dogmi e i misteri mitico-religiosi. Dialettica epistemologica, se vogliamo, da un punto di vista a posteriori, poietica, dal punto di vista della libertà, del possibile libero esprimersi, nonostante la forma.
Dunque vivere, esistere, coesistere sarà pure fare poesia, cantare, urlare, creare, e poi riorganizzare, mettere in ordine, rifare. Come il dio di Eraclito, esistere è fare e disfare il proprio castello di sabbia in riva al mare, forgiare un’idea e una realtà ad essa corrispondente, che poi devono svanire conservandosi in una nuova idea e in una nuova realtà. È l’immagine del tempo in divenire dell’esistenza. Ciò che è fatto (è stato) si disfa in ciò che è da farsi (sarà) e che in ogni momento si fa (è). Ieri, oggi, domani, in questo luogo presente, prodotto di quello passato, condizione di quello avvenire.
Educare al sociale dunque?
Educare al sociale è ciò: una formula, una forma, un gesto poietico-intellettuale che cerca la pratica, mira all’esperienza, non alla pragmatica, all’essere pratico-inerte meccanico, abitudinario, automatico, ma al divenire dinamico-dialettico, all’azione strutturale-strutturante, dove la forma, il ruolo, lo schema operano quel poco che basta per definire identità, differenze, ruoli, compiti, agire comuni. Educare al sociale è rapportare tutto il nostro mondo interiore ed esteriore attuale a ciò che ha da venire, all’indefinito divenire avvenire, a ciò che ci è posto dinanzi come uno scopo, una meta, un obiettivo, il cui conseguimento coincide con una riorganizzazione, ridefinizione, rielaborazione di una nuova azione. Educare al sociale in questo senso è tentare di rendere intelligibile la vita, l’esistenza mia e degli altri come progetto, i possibili del nostro fare e confare in prospettiva futura. Partendo dalle condizioni presenti, il singolo proietta il suo essere, che è divenire e fare, verso l’avvenire, elabora, immagina, costruisce razionalmente e impulsivamente il suo progetto di vita. Ma questo suo essere progetto-progettante singolare è naturalmente connesso a tutti i progetti-progettanti singolari, l’individuo essendo intricato nelle relazioni-ragnatele sociali sin dalla nascita. L’individuo necessita del gruppo, nella sua relazione con il mondo, con la società, di una mediazione del gruppo, lui stesso essendo mediatore e la sua praxis mediatrice nella società, tra gli altri singoli e gruppi.
Educare al sociale è portare alla luce gli stretti legami che caratterizzano il singolo nel suo rapporto con la società, con il mondo, ma anche con la Storia, quella che lo precede e quella che è da farsi. Ogni singolo aspira alla sua realizzazione nel mondo, in mezzo agli altri, ma questo desiderio non è altro che il desiderio di essere dentro la Storia, di essere protagonista attivo di una storia che muta e cambia perpetuamente, cambia sotto l’azione degli uomini nel loro insieme. La Storia non è quella che si racconta nei libri di storia. Quella semmai è sintesi storiografica, conoscenza tecnica, formativa in senso largo, conoscenza orientante, dizionaresca, se possiamo ancora, e possiamo, giocare con la parole. La Storia è ciò che i singoli fanno di sé, nel mondo, inconsapevolmente o consapevolmente agenti con gli altri. Educare al sociale è concepire la prassi del singolo come prassi di gruppo aspirante a un ruolo attivo nella Storia, partendo da condizioni date e costruendo quelle future.
Dunque una forma-formula che orienta i singoli e i gruppi nel cambiamento storico necessario, che cerca l’idea con la prassi e la prassi con l’idea nella prospettiva di un progetto lungimirante. Educare al sociale è dunque, così, una promessa. Una promessa che si deve rispettare e mantenere.
È per rispettare e mantenere questa promessa che ringrazio tutti quelli che hanno partecipato, in modo formale e informale, quelli che hanno creduto che in tale formula si nascondesse di più di una semplice forma, quelli cha hanno vissuto l’esperienza del tracimare dalla forma nella sostanza delle cose, confrontandosi ciascuno sulla base della propria esperienza, con le proprie conoscenze e i propri dubbi, i propri pregiudizi e i propri complessi, il proprio egoismo e la propria socialità, i timidi con gli egocentrici, i taciturni con i chiacchieroni, in tale con-fusione riflessiva e consapevole che ha lasciato il segno e il seme del possibile in tutti.


Antonio Fiscarelli

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sabato 23 maggio 2009

PROGETTO RESET: SERVIZI DI INTEGRAZIONE SOCIALE E FORMAZIONE PER L’ATTIVAZIONE DI VIVAI TERRITORIALI PER L’OCCUPAZIONE

Seminari di aggiornamento in tecniche di progettazione partecipata e animazione del territorio, organizzati dallo SMILE PUGLIA,in collaborazione con l' Associazione G.a.a.s e la Cooperativa Sociale Scurpiddu

L’organizzazione reticolare delle relazioni diviene elemento sempre più rilevante nella costruzione di programmi e progetti non solo nell’ambito delle politiche sociali, ma più in generale in quello delle politiche territoriali e di sviluppo locale alle diverse scale. La progressiva frammentazione sociale e la moltiplicazione degli interessi rendono quindi necessaria la costruzione di percorsi progettuali condivisi, da intraprendere attraverso una attenta identificazione degli attori e attraverso la sperimentazione di metodi e strategie di interazione tra attori diversi. I programmi di sviluppo locale, a partire dai Patti Territoriali per giungere ai Progetti Integrati Territoriali, ai percorsi di Agenda 21 Locale sperimentati da molti Comuni italiani, ai Contratti di Quartiere, e ancora ai tavoli per la costruzione dei Piani di Zona della Legge 328, sono alcuni degli esempi di politiche nelle quali il mondo delle imprese sociali ha giocato, in alcuni casi, un ruolo significativo in interazione con altri portatori di interesse; molte altre politiche di livello micro e di quartiere lo confermano.
A partire da questo contesto SMILE PUGLIA per la Formazione e lo Sviluppo Locale n ATS con Proximanet nel quadro del Progetto RESET (SERVIZI DI INTEGRAZIONE SOCIALE E FORMAZIONE PER L’ATTIVAZIONE DI VIVAI TERRITORIALI PER L’OCCUPAZIONE - DELIBERA CIPE N. 26/2003 “PATTI PER L’INCLUSIONE SOCIALE, LA LEGALITÀ E LA SICUREZZA”) - organizza un ciclo di seminari per giovani e adulti che intendono conoscere i principali approcci ed il funzionamento delle principali tecniche di Progettazione Partecipata e di Community Planning.
CONTENUTI
* Gli approcci e i modelli della progettazione partecipata, la progettazione ed il project managenent, l’animazione territoriale, l’analisi partecipata dei bisogni, il change e knowledge management, European Awareness Scenario Workshop., l’OST
* Laboratorio “Passeggiata sociale e Animazione del territorio”
* La governance della sicurezza nelle città: i legami tra politiche sociali e salvaguardia della legalità
DESTINATARI
Persone interessate alla progettazione e gestione del cambiamento organizzativo, animazione delle comunità locali, facilitazione, sviluppo di progetti e programmi con ampi sistemi di partenariato (Agende 21 Locali, Contratti di Quartiere, Programmazione Politiche Sociali, Programmi Urban e Leader ecc.).
METODOLOGIA DIDATTICA
In linea con l’approccio hands on della Scuola Superiore di Facilitazione che privilegia l’apprendimento in piccoli gruppi, la sperimentazione diretta degli strumenti e delle tecniche, il continuo adattamento del programma di lavoro alle esigenze specifiche di apprendimento del gruppo, il percorso formativo è costruito alternando momenti di sperimentazione diretta delle tecniche presentate a momenti di discussione e valutazione dell’esperienza maturata.
MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE E CALENDARIO DEGLI INCONTRI
LA PARTECIPAZIONE È COMPLETAMENTE GRATUITA.
PER PARTECIPARE NON OCCORRE UNA PRE-ISCRIZIONE GLI INTERESSATI POSSONO RECARSI DIRETTAMENTE PRESSO I SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI FOGGIA - Via Fuiani n 16 (di fronte al Distretto militare) - cap 71100 Foggia - nelle seguenti date:

GIOVEDI’ 28 MAGGIO 2009 - ORE 15.30 -19.00


GIOVEDI’ 4 GIUGNO 2009 - ORE 09.00-13.00

MARTEDI’ 9 GIUGNO 2009 - ORE 09.00-13.00

MERCOLEDI’ 24 GIUGNO 2009 - ORE 15.30-19.00

MATERIALE DIDATTICO ED ATTESTATO
A corredo dell’attività i partecipa
nti riceveranno il materiale ed un attestato di partecipazione.

mercoledì 20 maggio 2009

IL GRUPPO ABELE A FOGGIA: LEZIONI SULLA GESTIONE E MEDIAZIONE DEI CONFLITTI

Si comunica che Venerdì 22 e Sabato 23 Maggio 2009, dalle 08:30 alle 13:00, nell'ambito del corso di formazione "Educare al sociale, maieutica reciproca, mediazione e gestione dei conflitti" organizzato dal G.A.A.S, l'Avv. Frabrizio Giorcelli, esponente di rilievo del Gruppo Abele di Torino, terrà due lezioni interattive sulla"Gestione e Mediazione non violenta dei conflitti".
Si analizzeranno tematiche particolari legate al tema del conflitto: “evoluzione del conflitto”, “strategie per affrontare il conflitto”, “paradigmi culturali di soluzione/gestione del conflitto”, “il ruolo del terzo nella gestione del conflitto”, “mediazione scolastica e il conflitto in ambito educativo”, “le emozioni del conflitto”, “ascolto, empatia e accoglienza”, “presa in carico/restituzione di responsabilità”.
Il Gruppo Abele, sotto l'impulso di Don Luigi Ciotti, è stato il primo in Italia ad introdurre e sperimentare lo strumento della mediazione dei conflitti, nell'ambito del sociale, creando nel 1996 la "Casa dei Conflitti", spazio neutro per la gestione e trasformazione creativa dei conflitti, punto di coordinamento di una serie di interventi relativi al tema della sicurezza urbana.
L'intervento dell'Avv. Giorcelli mira a diffondere sul territorio foggiano la cultura della mediazione sociale, intesa come "un processo di creazione e riparazione del legame sociale nel quale un terzo esterno al conflitto tenta, attraverso l'organizzazione degli scambi tra le persone e le istituzioni, di aiutarle a migliorare una relazione o risolvere un conflitto che le oppone".
Il confronto con metodi ed esperienze esemplari realizzate in altri territori vuol essere un'opportunità per acquisire nuovi strumenti comunicativi indispensabili per rafforzare il senso di appartenenza della comunità al proprio territorio.
Le lezioni si inseriscono nel percorso avviato dal G.A.A.S. nei Quartieri Settecenteschi, che si snoda in una serie di azioni di animazione e mediazione sociale la cui finalità ultima è l'incontro-confronto continuo tra cittadini e istituzioni, in funzione del bene comune. Il corso si concluderà Domenica 24 Maggio, (dalle ore 9:00 alle ore 13:00), con un laboratorio maieutico relativo alla valutazione del corso da parte dei corsisti, ai quali verrà consegnato l'attestato di partecipazione.
Si ricorda che le lezioni si svolgeranno, come di consueto, presso la sala multifunzionale H24.

Vi aspettiamo numerosi.

Anna la Cecilia

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venerdì 8 maggio 2009

INAUGURAZIONE PIAZZETTA EPITAFFIO: UNA GIORNATA DI FESTA



Domenica 10 Maggio, a partire dalle ore 09:00, la cittadinanza è invitata all'inaugurazione della Piazzetta Epitaffio (Via Manzoni). La manifestazione è organizzata dal Comune di Foggia, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Scurpiddu e l'Associazione di volontariato G.A.A.S.

Si prevedono attività di animazione sociale, con la partecipazione del Teatro dei Limoni, del Gruppo Musicale Senza Offesa e di artisti-atelieristi che realizzeranno laboratori artistici per bambini, intrecciati al tema della giornata.
Nell'occasione verrà distribuito materiale informativo relativo alle "Norme sulla Rigenerazione Urbana". L'Amministrazione comunale incontrerà i cittadini anche per rafforzare i processi di inclusione sociale e partecipazione civica che sono stati promossi attorno ai Programmi di Rigenerazione Urbana, già avviati per la Riqualificazione dei Quartieri Settecenteschi.



Anna la Cecilia


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mercoledì 6 maggio 2009

DOCU-FUMETTO: RICOSTRUIRE CON GLI OCCHI DEI BAMBINI

RISULTATI DEL 1° REFERENDUM CONSULTIVO POPOLARE “DECIDIAMO INSIEME”

In data 1 maggio 2009, nella città di Foggia, nello spiazzale antistante la ex-palestra GIL, ubicata in via G. Matteotti angolo via E. Pestalozzi, dalle ore 9:30 alle ore 13:30 si è svolto il 1° Referendum consultivo popolare intitolato “Decidiamo insieme”. Il referendum è stato organizzato e proposto alla cittadinanza dall’Associazione di Volontariato GAAS, Gruppo di Azione e Animazione Sociale, e dalla Cooperativa Sociale SCURPIDDU. Il referendum consultivo è un tipo di referendum in cui le persone sono chiamate ad esprimere un parere “non vincolante” su una determinata problematica. Il 1° Referendum consultivo popolare “Decidiamo insieme”, di carattere “simbolico” e non istituzionale, è stato aperto anche alla popolazione giovanile e aveva per oggetto la richiesta del parere sui due progetti concorrenti relativi al recupero della ex-palestra Gil sotto a cui muri si è realizzato: il progetto “A” ossia il progetto CISI, Centro di Integrazione Socio-Istituzionale, presentato dall’associazione GAAS e dalla cooperativa SCURPIDDU, e il progetto “B”, coincidente con i contenuti del “Protocollo d’intesa” firmato dal Comune di Foggia con l’ASL nel marzo 2009, protocollo che prevede la “concessione in comodato d’uso gratuito” non solo della ex-palestra GIL oggetto del Referendum, ma anche della palestra ex-Gil ubicata in via Galiani angolo via Maggese e della struttura in costruzione destinata a mercato ortofrutticolo ubicata in via dell’Immacolata, di fronte a piazza Padre Pio. L’obiettivo del referendum “Decidiamo insieme” è di natura morale e mira a ricordare alle istituzioni che nella nostra società ci sono strumenti come la “consultazione popolare dei cittadini” per decidere sull’uso di beni presenti sul territorio, sui problemi della comunità, soprattutto se i beni sono stati abbandonati e i problemi rimasti irrisolti per decenni. Esso inoltre è finalizzato a stimolare nei cittadini, giovani e adulti, uomini e donne, le buone pratiche della democrazia diretta e partecipativa, attraverso metodi nonviolenti di confronto, riconosciuti universalmente come gli unici metodi adatti ad una vera convivenza civile. Occorre sottolineare che nelle intenzioni dei soggetti proponenti il referendum v’era quella di far conoscere alla popolazione anche i “contenuti” del Protocollo di intesa stipulato tra il Comune di Foggia e l’ASL, che il referendum è stato una occasione per mostrare a tutti la possibilità di rendere “trasparenti” atti e decisioni, per favorire nella comunità foggiana la visibilità dei propositi delle istituzioni e degli enti pubblici locali.
Risultati
Il numero totale delle persone che hanno votato è 168, di cui 162 hanno espresso la loro preferenza per il progetto A (111 adulti e 51 minori) e 6 per il progetto B (4 adulti e 2 minori). Di questi 168, 115 sono adulti (13 senza documento e 102 con documento) e 53 sono minori.


Anna la Cecilia


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