sabato 6 marzo 2010

LA SFIDA DELLA MEDIAZIONE SOCIO-ISTITUZIONALE

È molto diffusa la mentalità che tende a contrapporre istituzioni e persone. Ma le istituzioni non sono sempre antagoniste della società civile. Le istituzioni meritano la critica ed anzi esse stesse dovrebbero essere capaci di autocritica e autoanalisi. Occorre riconoscere che le istituzioni sono fatte di persone, le quali subiscono le contro-finalità di quelle condizioni di disagio che esse contribuiscono, direttamente o indirettamente, a generare. Nelle istituzioni ci sono dei limiti oggettivi, che vincolano le persone che le rappresentano a dinamiche e logiche determinate. Prima di esaminare le responsabilità bisognerebbe riconoscere queste logiche. I limiti delle istituzioni coincidono esattamente con le possibilità delle persone, in una società dove la legge sancisce il diritto inviolabile della libertà. La società civile, le persone reali che la compongono, devono andare incontro alle istituzioni, alle persone che nelle istituzioni rappresentano i bisogni della collettività, proporre e suggerire loro oltre che idee e progetti innovativi anche piani di analisi della coscienza. Le istituzioni hanno potere sulle persone, reciprocamente le persone hanno potere sulle istituzioni. E ciò non solo rappresentativamente. Le persone possono influire sulle istituzioni, le istituzioni possono-devono confrontarsi con le proposte delle persone. Una critica alle istituzioni è utile solo se non è fine a se stessa; e non è fine a se stessa solo se parallelamente si approfondiscono le questioni e si procede creativamente verso il dialogo e la comprensione reciproca. Del resto, un’azione violenta, di scontro frontale, non apporterebbe benefici né alle istituzioni né alle persone; poiché oggi il mondo è maturo per capire che la violenza non è un mezzo efficace, che i conflitti non devono sfociare necessariamente nella violenza e possono essere trasformati creativamente in situazioni utili alla realizzazione del bene comune. Una mediazione tra persone e istituzioni è possibile. Ma è possibile solo su un terreno comune, nell’ambito di una aspirazione condivisa e condivisibile collettivamente. Una mediazione è possibile se nelle persone e nelle istituzioni si genera la disposizione all’ascolto recproco e alla lettura imparziale dei conflitti e degli antagonismi, la capacità di riconoscere i propri limiti e di sapersi correggere e adattare sulle esigenze degli altri. Una mediazione è possibile se si diventa capaci di riconoscere nei propri bisogni i bisogni di tutti, se si riesce a entrare in una dimensione oggettiva di partecipazione di problematiche e idee, analisi e soluzioni, se si riesce a realizzare una forma di comunicazione reciproca. In teoria tutto ciò può sembrare facile da realizzarsi. In realtà si tratta di un compito arduo e complicato. Una mediazione sociale ed istituzionale implica una formazione alla democrazia partecipata e generalizzata; una concentrazione di energie, volontà, idee, risorse fisiche e spirituali verso un obiettivo comune, degli scopi comuni. Siamo nella sfera della trasformazione dei conflitti, la quale rientra nella storia della risoluzione nonviolenta dei conflitti. Una mediazione nei Quartieri Settecenteschi è possibile solo se si creano le condizioni di un confronto pacifico, il quale comprende: analisi, autoanalisi, capacità di ascolto reciproco, disponibilità alla cooperazione disinteressata, umiltà. Questi gli aspetti umani, ai quali bisogna aggiungere quelli più tecnici e specialistici. Occorre un approccio multidimensionale, un’azione concertata interumana e interdisciplinare, una strategia di cooperazione che vada oltre i limiti solitamente accettati (ed espressi, ad esempio, in battute tipo: “non ci sono risorse”, “la gente non collabora”, “le istituzioni sono corrotte”), che tenga conto delle peculiarità del territorio e del contesto in cui si agisce, e si misuri con le azioni di democrazia partecipata e concertazioni socio-istituzionali realizzate in altri luoghi. Ogni giorno è un’occasione per avanzare in questo progetto sociale di cui la comunità foggiana, come molte altre comunità umane, ha urgente bisogno. Ogni giorno dobbiamo interrogarci sui nostri problemi e le nostre contraddizioni, confrontarci con la consapevolezza che i problemi e i bisogni reali di ciascuno sono i medesimi di tutti. Ogni giorno dobbiamo cercare di spezzare quell’inerzia verso cui le logiche e le necessità sociali spesso ci conducono. La vita è un’esperienza unica. Ancora più unica diventa se la consapevolezza della sofferenza individuale si fa collettiva, se nel dolore e nella gioia si esce dall’individualismo ma anche dal gruppo di appartenenza, dalla terra d’origine, per porsi in una dimensione umana più ampia e universale, dove l’agire e volere di ognuno sia agire e volere di tutti.

Antonio Fiscarelli
tratto dall'opuscolo "Quartieri Settecenteschi. Un problema, un approccio, una speranza."


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sabato 23 gennaio 2010

SPORTELLO DI ASCOLTO E MEDIAZIONE SCOLASTICA - I° CIRCOLO N.PARISI E COOPERATIVA SCURPIDDU



La scuola non è un asettico contenitore fisico, chiuso in un rigido isolamento di cemento. E’ uno spazio relazionale articolato, in costante rapporto dialettico con l’esterno, in una molteplicità di connessioni, percorsi e relazioni che fanno dell’edificio scolastico un “sistema edificante”, dalle mura aperte e flessibili. Essa si configura come un vero e proprio organismo vivente costituito da una mente (il collegio dei docenti), da un cuore (il consiglio di circolo) e dalle membra (l'insieme dei bambini e dei loro genitori); noi aggiungiamo da braccia accoglienti ed orecchie attente al disagio scolastico e familiare dei bambini che la abitano e dei rispettivi genitori. Il benessere di ogni bambino dipende dalla qualità delle relazioni che caratterizzano il suo ambiente di vita. Ne consegue che le difficoltà socio-familiari si ripercuotono inevitabilmente sulla serenità e sull’andamento scolastico dei bambini. Ed è questo sguardo globale, attento e sensibile al mondo dell’infanzia, che ha spinto il Primo Circolo Didattico “N. Parisi” di Foggia ad attivare uno Sportello di Ascolto e Mediazione Scolastica, afferente al progetto “Scuola a.m.i.c.a. – Ascolto Mediazione Informazione Comunicazione Accoglienza” (Delibera n. 35/2009 del Consiglio di Circolo del 25/11/2009) in collaborazione con la Cooperativa Sociale Scurpiddu, che da circa due anni promuove la Mediazione Sociale quale strumento di dialogo e messa in comunicazione tra istituzioni e cittadini, fungendo da “ponte” tra il territorio ed i servizi. Il progetto intende offrire un servizio gratuito di ascolto, orientamento, accompagnamento e mediazione-prevenzione dei conflitti, rivolto alle famiglie degli alunni che vivono situazioni di disagio psicologico, familiare, socio-economico e relazionale, gestito dall’ Ins. Salvatore Vincenzina, referente dell’Area Disagio Scolastico e dagli operatori della Cooperativa Sociale Scurpiddu. Lo sportello nasce quale punto di riferimento informativo e di raccordo tra la scuola ed i servizi sociali locali, con l’intento di contribuire alla comprensione-risoluzione del problema presentato, allargando il raggio della visione e la rete degli interventi possibili, con l’auspicio di innescare processi di auto-aiuto e di comunicazione collaborativa tra scuola, famiglia e territorio. In linea con l’ottica sistemico-relazionale, secondo cui se il singolo bambino non vive relazioni gratificanti ne risentirà l’intero sistema scuola, esso prevede, inoltre, uno spazio rivolto agli alunni, di confronto e gestione condivisa di conflitti interni al gruppo classe. Ponendosi come laboratorio sperimentale di ricerca di soluzioni costruttive rispetto a problematiche relazionali sorte in ambito scolastico, il “Progetto Scuola a.m.i.c.a.” intende fare della mediazione scolastica un valido strumento di intervento pedagogico per educare adulti e fanciulli alla difficile ma essenziale arte del dialogo, della negoziazione, dell’ascolto empatico dell’altro e del rispetto reciproco. Lo sportello sarà attivo tutti i giovedì dalle ore 09:15 alle ore 11:15 a partire dal 28/01/2010 presso l’aula della biblioteca magistrale della scuola e dalle ore 17:30 alle ore 19;00 presso la sede della Cooperativa Scurpiddu in Via Meridiana n. 58. Per informazioni e appuntamenti rivolgersi all’Ins. Salvatore Vincenzina tel 0881-617816 o al Presidente della Cooperativa Grillo Benvenuto cell. 3204094562

Anna la Cecilia

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LA MEDIAZIONE SOCIALE - PER UNA POLITICA DI RIGENERAZIONE SOCIO-URBANA




La Cooperativa Sociale Scurpiddu e l’Associazione di Volontariato G.A.A.S., operanti nei Quartieri Settecenteschi di Foggia interessati da un progetto di Rigenerazione Urbana denominato per l’appunto “NuoviQuartieriSettecenteschi”, attraverso iniziative pubbliche di animazione di strada realizzate nel piazzale antistante l’ex Gil, da circa tre anni stanno sollecitando le istituzioni competenti alla riconversione della palestra ex-Gil di Via Matteotti in un Centro di Integrazione Socio-Istituzionale (C.I.S.I.), uno spazio relazionale che rappresenti un costante punto di riferimento per giovani, famiglie ed istituzioni. Un Centro di Mediazione pilota che, in rete con le circoscrizioni, i Servizi Sociali ed ogni altra realtà associativa locale, ricomponga la frammentazione che caratterizza il nostro territorio. Perché la rete esiste da anni, ciò che manca è un lavoro paziente di continua tessitura delle sue trame, laddove troppo spesso l’assenza di comunicazione, la parcellizzazione degli interventi e gli interessi economici ne determinano interruzioni, strappi o vuoti relazionali. La conflittualità diffusa, agita o latente, simbolica o sintomatica, investe tutta la comunità locale, dai giovani, alle istituzioni, ai cittadini. Tale scenario ha indotto la Cooperativa Sociale Scurpiddu e l’Associazione di volontariato G.A.A.S ad adottare e promuovere lo strumento della Mediazione Sociale per facilitare i rapporti tra enti istituzionali e cittadinanza e per generare un confronto dialogico-costruttivo sulle questioni di pubblico dominio. Notevole e meritevole l’interesse a riguardo manifestato da Assessorati rilevanti quali quelli con delega all’Urbanistica, alle Politiche Sociali, alla Sicurezza. A partire dalla questione dei Quartieri Settecenteschi, infatti, è stato possibile attivare un dialogo costante con Il Sindaco Gianni Mongelli, il Vice Sindaco Lucia Lambresa e gli Assessori Pasquale Pellegrino e Nicola Lo Muzio, rispettivamente alle Politiche Sociali e all’Urbanistica. Unanime il loro parere positivo rispetto allo sviluppo di politiche partecipative e inclusive che puntino al ripristino di una corretta comunicazione, in funzione di una nuova percezione di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Il progetto C.I.S.I., il cui costo di riqualificazione calcolato con l’ausilio dell’architetto Alessia Cordisco ammonta a circa 2 milioni di euro, è stato elaborato con la partecipazione attiva dei residenti nella ricerca di soluzioni condivise rispetto a criticità e problemi emersi dalla reale e diretta percezione dei loro disagi. La mediazione sociale, infatti, non si pone l’obiettivo di dare o imporre soluzioni bensì di sviluppare autonomia di pensiero e di azione. I suoi scopi mirano all’ emersione e alla valorizzazione di tutte le risorse che un territorio contiene, in primis quelle umane. Da queste si deve ripartire per attuare politiche che, oltre ad agevolare il compito delle istituzioni nelle complesse operazioni di offerta servizi di interesse collettivo, contribuiscano alla prevenzione/contrasto del malcontento diffuso, con un sostanziale abbattimento delle spese sociali. Promuovere l’empowerement personale attraverso forme di auto-mutuo aiuto significa, infatti, ridurre i costi connessi all’ erogazione di contributi assistenziali a favore dell’emancipazione individuale. Agevolare l’accesso ai servizi attraverso la ramificazione sul territorio di sportelli di mediazione che supportino il cittadino nella ricerca di opportunità socio/economiche/culturali/abitative significa evitare l’esclusione sociale in favore della reimmissione nei circuiti della partecipazione alla vita collettiva. Promuovere forme di auto-organizzazione del tempo libero dei giovani e del tempo collettivo della comunità, sviluppare azioni di progettazione partecipata, significa accrescere la coesione sociale, con conseguente assunzione di responsabilità collettiva e riduzione dell’azione repressiva, in funzione di un concetto di “sicurezza” fondato sulla “cura” delle relazioni di fiducia tra i membri della comunità piuttosto che unicamente su azioni repressive agite dalle forze dell’ordine. Impiegare figure che facilitino la comunicazione-negoziazione tra parti contrapposte significa evitare l’inasprirsi di conflitti sociali che spesso sfociano nelle aule dei Tribunali. Come dimostrano le ultime vicende urbanistiche, tale conflittualità investe anche la sfera politico-amministrativa, sempre più spesso incline ad atteggiamenti ostruzionistici che perseguono obiettivi privati piuttosto che l’interesse collettivo.
Coscienti di quanto difficile sia la situazione economico-finanziaria dell’Amministrazione Comunale, impegnata su più fronti nella risoluzione di gravissime criticità sociali, occupazionali ed amministrative, l’Associazione di volontariato G.A.A.S. e la Cooperativa Sociale Scurpiddu, chiedono al Sindaco, alla sua Giunta e al Consiglio Comunale di impegnarsi nell’avviare progettualità condivise, calibrate sui reali bisogni dei cittadini. Interventi che puntino da un lato verso il riutilizzo sociale delle infrastrutture in disuso, dall’altro verso l’utilizzo, lo sviluppo e la diffusione della cultura della mediazione quale nuova modalità di rigenerazione del tessuto sociale, di riappropriazione degli spazi e di recupero del perduto senso dell’identità, della storia e dell’ appartenenza comunitaria.


Anna la Cecilia

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QUEL VUOTO DI NOIA GRANDE QUANTO UN BUCO NERO


La macchina del tempo avanza inesorabile, portando con sé gli anni, che invece scivolano via, come olio su un vecchio motore, lasciando tracce del passato che convivono coi segni del presente, nel loro mutismo decadente, tra polverose e roboanti urla infantili. L’imponente scritta “GIOVENTU’ ITALIANA” resiste all’usura del tempo, quasi come un monito di ferro, incrollabile memoria abbarbicata ai muri fatiscenti della palestra ex-Gil di Via Matteotti, un tempo fulcro della preparazione spirituale e sportiva della gioventù foggiana, seppur funzionale all’ideologia di un regime fortunatamente estinto. Oggi In totale stato di abbandono, il vecchio edificio storico è diventato ritrovo di “ragazzi di strada”, spesso identificati in “bande giovanili” dedite a varie forme delinquenziali. GIOVENTU’ BRUCIATA!” direbbero gli anziani che quella palestra l’hanno vissuta, in cerca di un ipotetico capro espiatorio dell’attuale degrado socio-urbanistico. Risalgono a poco meno di un mese, infatti, gli ultimi episodi vandalici di una lunga serie protratta nel tempo che va dai muri imbrattati alla facciata anteriore perennemente murata e puntualmente distrutta, dai falò appiccati all’interno della struttura alle indecenti condizioni del cortile sepolto dalla spazzatura. Ma esiste davvero un unico colpevole? O forse questi manifesti comportamenti distruttivi messi in atto dalle nuove generazioni non sono altro che il sintomo più evidente di un disagio sociale più ampio, che esprime la mancanza di un vero senso di appartenenza alla propria città, di un vuoto di noia grande quanto i buchi neri nei muri e nel tessuto sociale? I ragazzi si sentono quasi autorizzati ad infierire su un bene che la Città ha dimenticato, come un rimprovero emesso nel linguaggio primordiale della violenza. Come una denuncia inconsapevole verso quegli adulti che hanno dimenticato il loro bisogno di socializzazione e limitato le loro opportunità di espressione, che non possono certo ridursi a quattro calci rabbiosi dati al pallone per strada. Tutto ciò fa sì che una struttura potenzialmente utile alle necessità della città che la contiene rappresenti, per assurdo, un potenziale costante pericolo per i ragazzi che la frequentano abitualmente e che, coscientemente o incoscientemente, ne rivendicano la proprietà. Posta tra il Centro per Anziani “N.Palmisani” ed il I Circolo Didattico “N. Parisi”, nel cuore antico della città, per la sua strategica collocazione mediana, opportunamente ristrutturata, potrebbe invece rappresentare un perfetto collante tra anziani, bambini e famiglie, il pezzo mancante di un puzzle raffigurante una perfetta ”isola sociale” che consenta l’interazione/integrazione tra la “gioventù”di ieri e quella di oggi.

Anna la Cecilia

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venerdì 8 gennaio 2010

GIU' LA TESTA - Foggia Sotterranea - La loquacità dei silenzi



Esiste un luogo sospeso tra passato e presente, luci ed ombre, memoria ed oblio. Un’ eco lontana di passi, grida e mura disfatte che rimbalza da superfici sotterranee, nel silenzio umido e ovattato di cavità ancestrali. Una sottile linea orizzontale che divide la città luccicante e rumorosa dalla città buia e sommersa. L’una avvolta dentro l’altra, come un’enorme Matrioska che racchiude in sé le metamorfosi stratificate nel tempo.
La storia delle nostre radici affonda verticalmente nella terra, cammina sotto i nostri piedi, facendosi strada tra grotte e passaggi segreti, in cerca di una fessura che le dia luce e voce.
Dare visibilità alla "città profonda" è quanto auspicato dalla II Edizione di “Giù la testa. Foggia Sotterranea” intitolata “La loquacità dei silenzi” - rassegna d’arte, storia e archeologia del sottosuolo - promossa da Sit Consulting e Girotondo Pugliese, patrocinata da Comune di Foggia, Provincia di Foggia e Regione Puglia, con la partnership di Comune e Pro loco di Bovino.
La manifestazione ha inteso rivitalizzare gli ipogei urbani “per dare un nuovo impulso alla politica culturale, mettendo a disposizione contenitori suggestivi, capaci di ospitare un festival con una duplice anima, artistica e scientifica”, come ha sottolineato l’ideatrice del progetto Ester Fracasso. Dal 18 Dicembre 2009 al 09 Gennaio 2010, negli ambienti sotterranei di Santa Chiara, è stato possibile visitare la mostra multimediale sul tema degli ipogei urbani, allestita da Francisco Cabanzo sotto la Direzione artistica di Liliana Fracasso e realizzata con la collaborazione di Italia Nostra, del Foto Cine Club e della Cooperativa Sociale Scurpiddu. Quest’ultima si è occupata della comunicazione sociale con gli abitanti delle grotte, coinvolgendo direttamente i cittadini nel progetto di valorizzazione del patrimonio culturale della città di Foggia.
La mostra ha illustrato i suggestivi scenari del sottosuolo foggiano, attraverso materiale fotografico e video (video maker Sergio Grillo), ripercorrendo visivamente le origini della città, dall’ antico pantano alle grotte tutt’oggi abitate.
Secondo Francisco Cabanzo essa “ ripercorre l’idea della città su e della città giù, come metafora dell’anima umana. Pensiamo ad una città che è stata vittima, tante volte, di tragedie, saccheggi, terremoti, avvenimenti che l’hanno violentata, deturpata, devastata a tal punto che i suoi abitanti si sentono stranieri. Invece la grande sorpresa è stata quella di scoprire che i foggiani sono molto legati alla città sotterranea .
I proprietari/affittuari delle grotte comprese tra il Centro storico ed i Quartieri Settecenteschi di Foggia, infatti, si sono mostrati molto disponibili con gli operatori della Cooperativa Scurpiddu rispetto all’iniziativa, accettando ben volentieri di immortalare l’intimità delle loro “abitazioni sotterranee” nonché di raccontare, dinanzi al grande occhio fisso della telecamera, aneddoti connessi agli ipogei, anch’essi sotterrati da fitti strati di tempo. Testimonianze preziose che documentano le trasformazioni storiche delle grotte, un tempo stalle o riparo dai bombardamenti durante le guerre, oggi adibite a residenze o botteghe abitate da qualche attempato, nostalgico, artigiano. Perché Foggia, si sa, ha un’anima antica, soffocata, che merita respiro. La città invisibile e silente oscilla sul filo della storia, in equilibrio precario, tra manualità e serialità, tra vecchio e nuovo, tra tradizione e modernità. Gli anziani maestri dell’arte manuale si collocano al centro di un dualismo armonico in cui passato e futuro si incontrano, intrecciandosi. Le storiche botteghe artigiane, opportunamente tutelate e valorizzate, inserite in progetti più vasti di rigenerazione urbana, potrebbero divenire luoghi di incontro e di formazione per le nuove generazioni oltre che opportunità di sviluppo economico, culturale e turistico.
Prima che il filo si spezzi, occorre ripartire da qui, dal basso più basso che c’è, dalla profondità del tempo e dello spazio, dalla voce di chi è custode pregiato di una cultura e di un sapere antico, in estinzione.
Ma la storia non muore se raccontata e fatta rivivere attraverso manifestazioni culturali come questa. Se c’è ancora chi, con la testa in giù, scava e si domanda, in silenzio - ”Quale linea separa il dentro dal fuori, il sotto dal sopra?” - .

Anna la Cecilia


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venerdì 18 dicembre 2009

Communication and information on social policy

The idea I would like to develop in my research on Social Policy can be formulate with a simple question: “Why many important programmes of the European Social Policy don’t usually reach those communities that are most concerned by them?”

One of the most important social programme of EU is represented by LLP (Lifelong Learning Programme) whose aim is to create an efficient mobility of people wishing to take part in a new view of the European Life, according to the proposals described in Lisbon Treaty, signed by the European Union Member States on 13 December 2007 and entered in force on December 2009. With the Lifelong Learning Programme the European Community wants to set up an exciting idea of economy, that is the idea of an economy not based on the profit of the entrepreneurs, but on the variety of different cultures and knowledge, skills and abilities, languages and customs of the communities of Europe. This idea is really one of the best idea that could come up from the old European culture and civilisation.

If this idea cannot arrive to those who actually need it, it is maybe because there is a problem in the communication and information strategies, a problem concerning the datum, as likely as true, that not all the population is familiar with the new way of communicate, the way of “Internet”.  This problem is associated with a vast range of other problems involving the different ways of each country (and in each country every single province or region or city or council) to manage the communication and information, to manage the knowledge of the relation between the word-wide IT way of life and each traditional community’s life. 
Of course, communication and information are not made of IT and TV only, but also of human behaviours, individual and common actions and gestures, from people and institutions. In fact, the communication and information problem is related to the relation between these two fundamental subject of human society.  My experience in social activities in one of the worst cities of Italy, i.e. Foggia, gave me the impression that very the population who most needs the support and has to be supported by European Policy is not informed and absolutely touched by it. For the several cases of corruption and the continuity with the history of criminal politics of certain areas, people do not trust in the institutions any more. Thus, even as the institutions want to realize new politics (e.g., the contemporary different theories active citizenship), they find a big problem to get the consensus from people and, above all, the active participation. In the city of Foggia was born, in 2007, a new idea of mediation, the ‘Socio-Institutional mediation’, to remedy this problem. This idea-action of mediation is promoting by the charity ‘G.A.A.S., Gruppo di Azione e Animazione Sociale’ (Social Action and Animation Group) and social co-operative ‘Scurpiddu’, that I collaborated to set up after a social research which I did during my study of philosophy. The aim of the ‘Scurpiddu mission’, the name of the whole strategy, is that to cover the gap of the communication between people and institutions, by using booth the new technologic communication tools and the human action based on the traditional non-violent conflict resolution - from which come the theories of ‘mediation’- and the ‘Reciprocal Maieutic’, the method that Danilo Dolci, the so-called ‘Sicilian Gandhi’, had developed in Sicily since the ‘50s. 
My project consists of a deep study of European Lifelong Learning Programme related to the needs of community of Foggia, that is living a new period of its history. This study implies a reflection on the differences between English and European way to conceive the concept of Lifelong Learning, an analysis of territorial differences, the influences of local history referred to the problem of the communication at certain level of the social life, and a comparison among other European experiences of the communication and information management. 
It wants to be a research based on the conscience that all social policy can be successful only when its strategy contemplates a very strong relation between ideas and praxis, a relation which is usually considered deriving from Marxism background but that it is really a patrimony of the human social life. 

Antonio Fiscarelli from London


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giovedì 15 ottobre 2009

11° Giornata di Strada del G.A.A.S Domenica18 0ttobre 2009


L’azione sociale del G.A.A.S. continua a farsi strada tra una silente realtà di abbandono e degrado sociale ed un sogno rumoroso di emancipazione culturale e partecipativa. Nel mezzo, la visione prospettica di un tempo ed un luogo possibili di incontro e scambio interpersonale ed interistituzionale, all’interno di una strategia comune che ha come finalità ultima il coinvolgimento attivo della cittadinanza alle problematiche di rilevanza sociale. Per provocare il cambiamento socio-culturale ed innescare processi di crescita e sviluppo comunitario, si rende necessario chiamare a raccolta tutte le forze sociali già attive sul territorio, lavorando non solo per creare occasioni di connessione tra giovani e adulti, ma anche per ricomporre la rete sociale, spesso sfilacciata, in un’ottica di cooperazione solidale e di benessere collettivo. Partendo da questa premessa, tanto ideologica quanto pragmatica, Domenica 18 Ottobre 2009, dalle ore 09:00, in occasione della sua 11° Giornata di Strada, il G.A.A.S è lieto di collaborare con l’Associazione Luditerraneo, vincitrice del Concorso Principi Attivi - Giovani Idee per una Puglia Migliore - con il progetto “LUDITERRANEO, IL GIOCO MERIDIANO”, finanziato dalla regione Puglia.
Un Ludobus itinerante, carico di giochi e materiale creativo, farà sosta davanti alla Gioventù Italiana di Via Matteotti, trasformando il piazzale antistante la palestra ex-Gil in spazio ludico-creativo di socialità e condivisione. Coerentemente con le altre Giornate di Strada del G.A.A.S. lo spirito dell’iniziativa va oltre la volontà di innescare meccanismi partecipativi che si avvalgono del gioco come miccia creativa di aggregazione. L’auspicio è quello di sensibilizzare istituzioni, cittadini ed opinione pubblica rispetto al riutilizzo sociale di un bene in disuso che, a seguito di opportuna riqualificazione, potrebbe diventare focolaio vivo di una progettualità condivisa che, partendo dal basso, promuova nuove modalità di intervento comunitario nell’approccio alle problematiche sociali della collettività. Partire dal basso, dunque, per arrivare in alto, verso un’utopia lontana ma già radicata nel cuore della gente.


Anna la Cecilia


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sabato 26 settembre 2009

1° Referendum consultivo popolare "Decidiamo insieme"

In questo breve video, si racconta la 9° Giornata di Strada del Primo Maggio 2009, organizzata dall'Associazione Gaas e dalla Cooperativa Scurpiddu. Dopo la Delibera del Comune che ha assegnato la struttura dell'ex-Gil alla Asl, annullando di fatto ogni processo di decisione dal basso, abbiamo provato a chiedere ai cittadini il loro parere su ciò che vorrebbero realizzare in quella struttura..Buona visione!





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lunedì 14 settembre 2009

COMUNICATO STAMPA 10°GIORNATA DI STRADA DEL G.A.A.S.


I residenti dei Quartieri Settecenteschi attendono risposte dalle Istituzioni sulla questione “Ex-Gil”. Come già ampiamente enunciato dai media locali, il 23 Marzo 2009 il Comune di Foggia ha firmato un protocollo d’intesa con la ASL Locale, concedendo in comodato d’uso gratuito tre strutture storiche della città in stato d’abbandono, tra cui la palestra ex-Gil di Via Matteotti.
Dai contenuti del Protocollo emerge la volontà della ASL di realizzare un Presidio Socio Sanitario, proposito che però non rispecchia pienamente i reali bisogni dei residenti rilevati dal monitoraggio realizzato dal G.A.A.S. a partire dal Marzo 2007.
In relazione ai dati emersi, il G.A.A.S. e la Cooperativa Sociale Scurpiddu hanno gradualmente elaborato l’idea progetto C.I.S.I., Centro di Integrazione Socio Istituzionale, in continua concertazione con i residenti stessi attraverso pubbliche giornate di animazione e azione sociale di strada.
Al fine di rendere trasparenti le deliberazioni comunali e di promuovere processi di democrazia partecipativa, lo scorso primo Maggio le due realtà associative hanno organizzato e proposto alla cittadinanza un Referendum consultivo popolare intitolato “Decidiamo Insieme”, di natura morale e simbolica.
L’evento ha visto la partecipazione di 168 persone votanti, di cui 162 hanno espresso la loro preferenza per il progetto relativo al C.I.S.I. a fronte delle 6 persone che hanno optato per il Presidio Socio-Sanitario.
A distanza di 4 mesi, Domenica 20 Settembre 2009, a partire dalle ore 17, il G.A.A.S proporrà la 10° giornata di strada nello spiazzale antistante la Gioventù Italiana.
Il programma della giornata prevede la realizzazione di giochi tradizionali di strada per ragazzi, cui farà seguito in serata la proiezione di due filmati realizzati da Sergio Grillo, operatore video volontario del G.A.A.S.: un video documentario sul Referendum popolare di cui sopra ed un filmato in 3D che ricostruisce graficamente gli spazi della ex-Gil, così come pensati nel progetto C.I.S.I.
Per la prima volta si richiede formalmente la presenza del Sindaco e dei rappresentanti delle Istituzioni in genere, che hanno l’obbligo morale, prima che istituzionale, di avviare un processo di confronto diretto con i cittadini sulle ipotesi di riutilizzo di un bene patrimonio della collettività.
Si ricorda infatti che la Legge Regionale n. 21 del 29 Luglio 2008 “Norme sulla Rigenerazione Urbana” e la conseguente Determina di Giunta Comunale n.18 del 26 Gennaio 2009, stabiliscono per il Comune di Foggia l’obbligo di coinvolgere la cittadinanza nei processi tutti di Rigenerazione Urbana e di utilizzo di beni pubblici.


Anna la Cecilia


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martedì 9 giugno 2009

3° INCONTRO CICLO DI WORKSHOP "LE VOCI DELLA COMUNITA'": QUESTIONARIO SOCIALE A BORGO CROCI



Prosegue il processo di rigenerazione e sviluppo locale, attraverso la sperimentazione di nuove modalità di partecipazione civica, che rimettono al centro delle politiche sociali ed urbanistiche l’abitante quale soggetto attivo e competente nella conoscenza dei luoghi e dei disagi del territorio abitato e vissuto.
La partecipazione è un cantiere creativo di comunicazione reciproca, che attraverso diversi strumenti quali le interviste informali, le assemblee cittadine, i questionari, le giornate di animazione di strada, rendono l’individuo protagonista della propria città, del proprio quartiere, non più indossato come un abito stretto ed estraneo, ma come un vestito che protegge e riscalda, disegnato su misura, calibrato sui bisogni.
Dopo la “passeggiata sociale” dello scorso 4 Giugno 2009, nelle strade ricche di storia e tradizioni del Quartiere Borgo Croci, tra volti curiosi e diffidenti, avanza il percorso verso una nuova idea di città condivisa. Martedì 9 Giugno 2009, tutti i cittadini sensibili al futuro del proprio territorio, sono invitati al terzo dei quattro incontri previsti nel ciclo di workshop “Le voci della comunità”, organizzato dallo Smile Puglia, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Scurpiddu e l'Associazione di Volontariato G.A.A.S, nell'ambito del progetto Reset - Rete dei Servizi Territoriali per l'Inclusione Sociale, la Legalità e la Sicurezza.
Alle ore 9:00, partendo dai Servizi Sociali del Comune di Foggia, in Via Fuiani n.16, ci si incamminerà verso Piazza Sant’Eligio per ascoltare e registrare le problematiche, i disagi, le esigenze e le proposte dei “Crocesi”, attraverso la compilazione di un questionario sociale i cui risultati, elaborati dallo Smile Puglia e dalla Cooperativa Sociale Scurpiddu, verranno comunicati al Comune di Foggia per essere inseriti nella Progettazione Urbanistica Generale.
La Legge Regionale n. 21 del 29 Luglio 2009 “Nuove Norme sulla Rigenerazione Urbana” prevede, infatti, la partecipazione attiva dei residenti ed il loro coinvolgimento diretto nella progettazione. Gli operatori della Scurpiddu socializzeranno tali norme agli abitanti, accompagnando i cittadini nella comprensione e nella conoscenza dei documenti tecnici della Pubblica Amministrazione Comunale e Regionale, rendendo trasparenti concetti e informazioni che spesso appaiono oscuri, astrusi ed incomprensibili alla gente comune.
Non può esservi, infatti, reale partecipazione e raccolta di frutti maturi per un nuovo processo di sviluppo urbano sostenibile e condiviso, se prima non si è disseminata l’informazione e coltivata la comunicazione tra cittadini e istituzioni.
Attraverso tali azioni si intendono promuovere nuove politiche di governance dello spazio urbano, in un’ottica di sicurezza urbana partecipata e integrata, che prospettino una nuova cultura del fare, pensare e decidere “insieme”.
Perché un abito si indossa, ma ancor prima si progetta, si modella e… si costruisce insieme.

Anna la Cecilia

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CICLO DI WORKSHOP "LE VOCI DELLA COMUNITA'"





Si rinnova l'invito al ciclo di workshop "Le voci della Comunità", organizzato dallo Smile Puglia, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Scurpiddu e l'Associazione di Volontariato G.A.A.S., nell'ambito del progetto Reset - Rete dei Servizi Territoriali per l'Inclusione Sociale, la Legalità e la Sicurezza.
Giovedì 4 Giugno 2009, presso i Servizi Sociali in Via Fuiani, a partire dalle ore 09:00 ci si incontrerà per una passeggiata sociale all'interno del Quartiere Borgo Croci, inserito nel Piano Urbanistico Generale del Comune. Alla passeggiata farà seguito un laboratorio maieutico in cui ogni corsista potrà esprimere le proprie osservazioni e proposte di intervento.
Il laboratorio sarà propedeutico all'elaborazione di un questionario sociale che Martedì 9 Giugno verrà distribuito ai residenti di Borgo Croci in piazza Sant'Eligio. Il ciclo di workshop si chiuderà con l'ultimo incontro del 24 Giugno durante il quale, presso l'Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Foggia, verranno affrontate con diverse personalità del settore (vedi programma allegato), le tematiche dell' inclusione sociale, della partecipazione civica, della progettazione partecipata, della sicurezza e della legalità.I risultati dei workshop verranno inseriti nei documenti tecnici relativi alle prime fasi del monitoraggio del Quartiere Borgo Croci, in funzione dell'attuazione delle "Nuove Norme sulla Rigenerazione Urbana" previste dalla Legge Regionale n. 21/2008 e adottate integralmente nel Piano Urbanistico Generale del Comune di Foggia.
Al termine del ciclo di workshop ai corsisti verrà rilasciato un attestato di partecipazione dallo Smile Puglia.


Anna la Cecilia


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