sabato 27 marzo 2010

ORGANIZZAZIONE XII GIORNATA DI STRADA: II INCONTRO CON LE ASSOCIAZIONI LOCALI



Tra Sabato 20 e Lunedì 22 Marzo 2010 si è tenuto il II incontro organizzativo per la XII Giornata di Strada. Presenti le Associazioni Emergency, Fratelli della Stazione, alla Salute, Auser, Libera, oltre alle associazioni animaliste Gli Amici di Rambo ed Il Rifugio del Cane.
In considerazione dei nuovi gruppi associativi aderenti, l’incontro ha rappresentato un ulteriore approfondimento riguardante le tematiche e gli scopi dell’iniziativa.
Dopo aver ribadito i laboratori previsti ed aver accettato l’adesione dei nuovi gruppi all’iniziativa, nella mattinata di Sabato è stato effettuato un sopraluogo nel piazzale antistante l’ex Gil e nel cortile della Scuola N. Parisi.
In considerazione degli ampi spazi aperti all’interno della scuola, si è pensato di comune accordo di non disperdere i vari stand delle associazioni e delle istituzioni ma di concentrare l’iniziativa nel cortile della scuola. Si dovrà fare in modo però di costruire un percorso che dall’ex Gil conduca i partecipanti all’interno del cortile stesso (cartelloni attaccati ai muri, striscioni, illustrazioni fotografiche dell’ex Gil e delle giornate di strada precedenti, etc).
Su suggerimento di Maria Grazia Faticato, socia di Emergency, si potrebbe tentare di individuare uno sponsor che possa mettere a disposizione i materiali per gonfiare palloncini ad elio, indispensabili in uno dei laboratori individuati.
Interessante, ma poco probabile visti i tempi ristretti e le festività pasquali, anche la possibilità di chiedere al Centro Interculturale Baobab di realizzare un volantino semplice e multilingua da distribuire ai numerosi stranieri del quartiere.
Il prossimo incontro organizzativo che si terrà sabato 27 Marzo 2010 alle ore 10 dovrà necessariamente condurre ad una definizione concreta dei ruoli, dei compiti e delle azioni da realizzare da parte di ciascuna associazione aderente (materiali da acquistare, gazebo disponibili, scenografia, cartelloni, locazione degli stand, eventuali auto-tassazioni, fund raising, volantinaggio).
In settimana dovrebbe essere convocato dalle istituzioni territoriali il tavolo sociale di confronto richiesto, di cui verrà relazionato l’esito a tutti.

Anna la Cecilia

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martedì 16 marzo 2010

XII GIORNATA DI STRADA: COMUNICATO I INCONTRO ORGANIZZATIVO CON LE ASSOCIAZIONI LOCALI

Presenti all’incontro di Sabato 13 Marzo 2010 i rappresentanti delle associazioni Libera, Fratelli della Stazione, Il Girasole, Emergency, POCS e Clan Destino. Seppur assenti, hanno dato conferma di adesione all’iniziativa la Scuola N.Parisi, l’Associazione Culturale Teatro dei Limoni e l’Associazione alla Salute. Dopo una breve presentazione delle associazioni presenti e dei loro principali scopi sociali, il Presidente del G.A.A.S. ha riassunto le motivazioni dell’iniziativa e dell’intera Operazione Scurpiddu, spiegando che lo scopo è continuare a stimolare la partecipazione dei cittadini rispetto a progettualità sociali di recente ufficializzate dalle istituzioni locali. Nello specifico questi progetti prevedono le ristrutturazioni edilizie dell’ex Gil di Via Matteotti, dell’ex carcere di Sant’Eligio e dell’ex II Circoscrizione di Via Frascolla. Sono state quindi illustrate ai partecipanti le principali idee che il G.A.A.S. intende promuovere nell’ambito della Giornata di Strada:
·          incoraggiare la nascita di Organizzazioni Autonome di Cittadini (OAC) così come previsto dalla Carta Europea della Cittadinanza Attiva. Organizzazioni funzionali alla concertazione delle linee di     intervento istituzionali sui territori
·          proporre alle istituzioni di individuare nell’ex Gil uno spazio per la realizzazione di un laboratorio progettuale permanente gestito da OAC, Associazioni ed Istituzioni
·          Suggerire di integrare il progetto ex-gil, che prevede la realizzazione di uno sportello Antiviolenza e di un Centro Mediazione Civile e Penale, con uno sportello di Mediazione Sociale                                                                                                                   
Numerosi ed interessanti gli interventi a riguardo da parte dei presenti. Francisco Cabanzo, rappresentante dell’Associazione POCS, con sede a Barcellona,  ha sottolineato la necessità di allargare il confronto progettuale a tutte le altre innumerevoli strutture abbandonate della città. Strutture che, sottolinea Cabanzo, in tempi di ristrettezze economiche sono tornate sotto i riflettori. Con la metafora dell’”arrosto di ossa”, inoltre, l’architetto colombiano, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, ha rimarcato la necessita di politiche che uniscano il mondo associativo nella condivisione di progetti piuttosto che dividerlo secondo logiche individualistiche distanti dalle necessità reali dei cittadini. Mimmo Di Gioia, coordinatore provinciale di Libera, ricollegandosi a quanto espresso da Cabanzo e  manifestando forte consenso rispetto all’”Operazione Scurpiddu”, ha evidenziato l’importanza dell’evento in quanto primo vero esempio di partecipazione civica da riproporre su tutti gli altri beni degradati della città. Il Presidente del G.A.A.S. ha preso l’impegno di richiedere all’Assessorato all’Urbanistica un elenco delle stesse strutture per promuoverne una presa di coscienza collettiva da parte della cittadinanza. Viene inoltre comunicato ai partecipanti che il Dirigente del Primo Circolo Didattico N. Parisi, Dott. Alfonso Rago, ha manifestato il desiderio di concedere gli spazi aperti del cortile del proprio istituto, adiacente l’ex-gil, per la realizzazione dei laboratori per bambini. Da qui l’idea di programmare  un percorso che, partendo dal piazzale antistante l’ex-Gil, attraverso gli stand delle associazioni aderenti all’iniziativa, conduca all’interno della Scuola Parisi. Il passaggio sarà reso possibile dall’apertura di un corridoio che separa il cortile della scuola da quello della stessa ex-Gil. La scuola è in possesso  delle chiavi dei due cancelli del corridoio che è di sua proprietà. Le fasi conclusive dell’incontro sono state caratterizzate da suggerimenti per i laboratori da proporre ad adulti e bambini. Il Presidente del G.A.A.S. ha precisato che occorre lavorare su un’organizzazione dei laboratori a più livelli, poiché solo dopo il tavolo di confronto sociale chiesto alle istituzioni sarà possibile quantificare il budget a disposizione. Interessanti le iniziative di laboratorio proposte da Cabanzo e da Sara Mazzamurro di Emergency, che hanno integrato ed arricchito le ipotesi di laboratorio pensate dal G.A.A.S. Gli argomenti, così come richiesto dai partecipanti per motivi legati ai rispettivi impegni lavorativi, verranno ripresi Sabato 20 Marzo 2010 alle ore 10:00, fermo restante gli incontri di ogni lunedì dalle 19:30 alle 21:00 per le associazioni che non potranno presenziare agli incontri di Sabato.


Anna la Cecilia


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venerdì 12 marzo 2010

INCONTRO ORGANIZZATIVO XII GIORNATA DI STRADA

Sabato 13 marzo 2010, alle ore 10.00, presso la propria sede in Via Meridiana 58, il GAAS organizza un primo incontro per discutere la realizzazione della XII Giornata di Strada, che si terrà domenica 11 aprile 2010, nel piazzale antistante l'ex G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio - incrocio Via G. Matteotti e Via E. Pestalozzi). All'incontro, aperto alle associazioni, interverranno Fratelli della Stazione, Associazione Il Girasole, Teatro dei Limoni, Emergency, Associazione Alla Salute, Associazione Clan Destino, Luditerraneo ed il Coordinamento Provinciale di Foggia dell'Ass. Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, assieme ai referenti del Primo Circolo Didattico "N. Parisi" di Foggia, che collabora con il GAAS. La Giornata di Strada sarà l'occasione per discutere dei tre progetti presentati dal Comune di Foggia insieme a Provincia di Foggia e A.S.L. Fg, tramite un bando regionale, che andranno a rafforzare la rete dei servizi sociali territoriali.


Uno dei progetti del Comune interessa l'ex GIL, che verrà riconvertita in un Centro Antiviolenza e di Mediazione Civile e Penale. Gli altri due progetti riguardano la realizzazione di un Centro Diurno per Minori nell'ex II Circoscrizione di Via B. Frascolla e l'adeguamento a dormitorio sociale dell'ex carcere di Sant'Eligio.
Nell'ambito dei suddetti progetti, il GAAS ha chiesto formalmente a tutte le istituzioni coinvolte di convocare un tavolo sociale per condividere l'organizzazione della Giornata di Strada e dei suoi contenuti.
Ulteriori proposte del GAAS riguarderanno la promozione di O.A.C. (Organizzazioni Autonome di Cittadini), così come previsto dalla Carta Europea della Cittadinanza Attiva, la realizzazione, all'interno dell'ex GIL, di uno Sportello di Mediazione Sociale nonchè di un laboratorio sociale creativo e progettuale, co-gestito dalle associazioni territoriali insieme alle OAC ed alle istituzioni.
Per chi non potesse partecipare all'appuntamento del 13 marzo 2010 e volesse comunque aderire alla Giornata di Strada, il GAAS ha calendarizzato una serie di incontri organizzativi che si terranno ogni lunedì, dalle ore 19.30 alle 21.00, (tranne l'incontro del lunedì di pasquetta, che verrà spostato al giorno seguente).





Per informazioni e contatti
tel. 0881-723315
cell: 3204094562


Anna la Cecilia


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sabato 6 marzo 2010

LA SFIDA DELLA MEDIAZIONE SOCIO-ISTITUZIONALE

È molto diffusa la mentalità che tende a contrapporre istituzioni e persone. Ma le istituzioni non sono sempre antagoniste della società civile. Le istituzioni meritano la critica ed anzi esse stesse dovrebbero essere capaci di autocritica e autoanalisi. Occorre riconoscere che le istituzioni sono fatte di persone, le quali subiscono le contro-finalità di quelle condizioni di disagio che esse contribuiscono, direttamente o indirettamente, a generare. Nelle istituzioni ci sono dei limiti oggettivi, che vincolano le persone che le rappresentano a dinamiche e logiche determinate. Prima di esaminare le responsabilità bisognerebbe riconoscere queste logiche. I limiti delle istituzioni coincidono esattamente con le possibilità delle persone, in una società dove la legge sancisce il diritto inviolabile della libertà. La società civile, le persone reali che la compongono, devono andare incontro alle istituzioni, alle persone che nelle istituzioni rappresentano i bisogni della collettività, proporre e suggerire loro oltre che idee e progetti innovativi anche piani di analisi della coscienza. Le istituzioni hanno potere sulle persone, reciprocamente le persone hanno potere sulle istituzioni. E ciò non solo rappresentativamente. Le persone possono influire sulle istituzioni, le istituzioni possono-devono confrontarsi con le proposte delle persone. Una critica alle istituzioni è utile solo se non è fine a se stessa; e non è fine a se stessa solo se parallelamente si approfondiscono le questioni e si procede creativamente verso il dialogo e la comprensione reciproca. Del resto, un’azione violenta, di scontro frontale, non apporterebbe benefici né alle istituzioni né alle persone; poiché oggi il mondo è maturo per capire che la violenza non è un mezzo efficace, che i conflitti non devono sfociare necessariamente nella violenza e possono essere trasformati creativamente in situazioni utili alla realizzazione del bene comune. Una mediazione tra persone e istituzioni è possibile. Ma è possibile solo su un terreno comune, nell’ambito di una aspirazione condivisa e condivisibile collettivamente. Una mediazione è possibile se nelle persone e nelle istituzioni si genera la disposizione all’ascolto recproco e alla lettura imparziale dei conflitti e degli antagonismi, la capacità di riconoscere i propri limiti e di sapersi correggere e adattare sulle esigenze degli altri. Una mediazione è possibile se si diventa capaci di riconoscere nei propri bisogni i bisogni di tutti, se si riesce a entrare in una dimensione oggettiva di partecipazione di problematiche e idee, analisi e soluzioni, se si riesce a realizzare una forma di comunicazione reciproca. In teoria tutto ciò può sembrare facile da realizzarsi. In realtà si tratta di un compito arduo e complicato. Una mediazione sociale ed istituzionale implica una formazione alla democrazia partecipata e generalizzata; una concentrazione di energie, volontà, idee, risorse fisiche e spirituali verso un obiettivo comune, degli scopi comuni. Siamo nella sfera della trasformazione dei conflitti, la quale rientra nella storia della risoluzione nonviolenta dei conflitti. Una mediazione nei Quartieri Settecenteschi è possibile solo se si creano le condizioni di un confronto pacifico, il quale comprende: analisi, autoanalisi, capacità di ascolto reciproco, disponibilità alla cooperazione disinteressata, umiltà. Questi gli aspetti umani, ai quali bisogna aggiungere quelli più tecnici e specialistici. Occorre un approccio multidimensionale, un’azione concertata interumana e interdisciplinare, una strategia di cooperazione che vada oltre i limiti solitamente accettati (ed espressi, ad esempio, in battute tipo: “non ci sono risorse”, “la gente non collabora”, “le istituzioni sono corrotte”), che tenga conto delle peculiarità del territorio e del contesto in cui si agisce, e si misuri con le azioni di democrazia partecipata e concertazioni socio-istituzionali realizzate in altri luoghi. Ogni giorno è un’occasione per avanzare in questo progetto sociale di cui la comunità foggiana, come molte altre comunità umane, ha urgente bisogno. Ogni giorno dobbiamo interrogarci sui nostri problemi e le nostre contraddizioni, confrontarci con la consapevolezza che i problemi e i bisogni reali di ciascuno sono i medesimi di tutti. Ogni giorno dobbiamo cercare di spezzare quell’inerzia verso cui le logiche e le necessità sociali spesso ci conducono. La vita è un’esperienza unica. Ancora più unica diventa se la consapevolezza della sofferenza individuale si fa collettiva, se nel dolore e nella gioia si esce dall’individualismo ma anche dal gruppo di appartenenza, dalla terra d’origine, per porsi in una dimensione umana più ampia e universale, dove l’agire e volere di ognuno sia agire e volere di tutti.

Antonio Fiscarelli
tratto dall'opuscolo "Quartieri Settecenteschi. Un problema, un approccio, una speranza."


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sabato 23 gennaio 2010

SPORTELLO DI ASCOLTO E MEDIAZIONE SCOLASTICA - I° CIRCOLO N.PARISI E COOPERATIVA SCURPIDDU



La scuola non è un asettico contenitore fisico, chiuso in un rigido isolamento di cemento. E’ uno spazio relazionale articolato, in costante rapporto dialettico con l’esterno, in una molteplicità di connessioni, percorsi e relazioni che fanno dell’edificio scolastico un “sistema edificante”, dalle mura aperte e flessibili. Essa si configura come un vero e proprio organismo vivente costituito da una mente (il collegio dei docenti), da un cuore (il consiglio di circolo) e dalle membra (l'insieme dei bambini e dei loro genitori); noi aggiungiamo da braccia accoglienti ed orecchie attente al disagio scolastico e familiare dei bambini che la abitano e dei rispettivi genitori. Il benessere di ogni bambino dipende dalla qualità delle relazioni che caratterizzano il suo ambiente di vita. Ne consegue che le difficoltà socio-familiari si ripercuotono inevitabilmente sulla serenità e sull’andamento scolastico dei bambini. Ed è questo sguardo globale, attento e sensibile al mondo dell’infanzia, che ha spinto il Primo Circolo Didattico “N. Parisi” di Foggia ad attivare uno Sportello di Ascolto e Mediazione Scolastica, afferente al progetto “Scuola a.m.i.c.a. – Ascolto Mediazione Informazione Comunicazione Accoglienza” (Delibera n. 35/2009 del Consiglio di Circolo del 25/11/2009) in collaborazione con la Cooperativa Sociale Scurpiddu, che da circa due anni promuove la Mediazione Sociale quale strumento di dialogo e messa in comunicazione tra istituzioni e cittadini, fungendo da “ponte” tra il territorio ed i servizi. Il progetto intende offrire un servizio gratuito di ascolto, orientamento, accompagnamento e mediazione-prevenzione dei conflitti, rivolto alle famiglie degli alunni che vivono situazioni di disagio psicologico, familiare, socio-economico e relazionale, gestito dall’ Ins. Salvatore Vincenzina, referente dell’Area Disagio Scolastico e dagli operatori della Cooperativa Sociale Scurpiddu. Lo sportello nasce quale punto di riferimento informativo e di raccordo tra la scuola ed i servizi sociali locali, con l’intento di contribuire alla comprensione-risoluzione del problema presentato, allargando il raggio della visione e la rete degli interventi possibili, con l’auspicio di innescare processi di auto-aiuto e di comunicazione collaborativa tra scuola, famiglia e territorio. In linea con l’ottica sistemico-relazionale, secondo cui se il singolo bambino non vive relazioni gratificanti ne risentirà l’intero sistema scuola, esso prevede, inoltre, uno spazio rivolto agli alunni, di confronto e gestione condivisa di conflitti interni al gruppo classe. Ponendosi come laboratorio sperimentale di ricerca di soluzioni costruttive rispetto a problematiche relazionali sorte in ambito scolastico, il “Progetto Scuola a.m.i.c.a.” intende fare della mediazione scolastica un valido strumento di intervento pedagogico per educare adulti e fanciulli alla difficile ma essenziale arte del dialogo, della negoziazione, dell’ascolto empatico dell’altro e del rispetto reciproco. Lo sportello sarà attivo tutti i giovedì dalle ore 09:15 alle ore 11:15 a partire dal 28/01/2010 presso l’aula della biblioteca magistrale della scuola e dalle ore 17:30 alle ore 19;00 presso la sede della Cooperativa Scurpiddu in Via Meridiana n. 58. Per informazioni e appuntamenti rivolgersi all’Ins. Salvatore Vincenzina tel 0881-617816 o al Presidente della Cooperativa Grillo Benvenuto cell. 3204094562

Anna la Cecilia

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LA MEDIAZIONE SOCIALE - PER UNA POLITICA DI RIGENERAZIONE SOCIO-URBANA




La Cooperativa Sociale Scurpiddu e l’Associazione di Volontariato G.A.A.S., operanti nei Quartieri Settecenteschi di Foggia interessati da un progetto di Rigenerazione Urbana denominato per l’appunto “NuoviQuartieriSettecenteschi”, attraverso iniziative pubbliche di animazione di strada realizzate nel piazzale antistante l’ex Gil, da circa tre anni stanno sollecitando le istituzioni competenti alla riconversione della palestra ex-Gil di Via Matteotti in un Centro di Integrazione Socio-Istituzionale (C.I.S.I.), uno spazio relazionale che rappresenti un costante punto di riferimento per giovani, famiglie ed istituzioni. Un Centro di Mediazione pilota che, in rete con le circoscrizioni, i Servizi Sociali ed ogni altra realtà associativa locale, ricomponga la frammentazione che caratterizza il nostro territorio. Perché la rete esiste da anni, ciò che manca è un lavoro paziente di continua tessitura delle sue trame, laddove troppo spesso l’assenza di comunicazione, la parcellizzazione degli interventi e gli interessi economici ne determinano interruzioni, strappi o vuoti relazionali. La conflittualità diffusa, agita o latente, simbolica o sintomatica, investe tutta la comunità locale, dai giovani, alle istituzioni, ai cittadini. Tale scenario ha indotto la Cooperativa Sociale Scurpiddu e l’Associazione di volontariato G.A.A.S ad adottare e promuovere lo strumento della Mediazione Sociale per facilitare i rapporti tra enti istituzionali e cittadinanza e per generare un confronto dialogico-costruttivo sulle questioni di pubblico dominio. Notevole e meritevole l’interesse a riguardo manifestato da Assessorati rilevanti quali quelli con delega all’Urbanistica, alle Politiche Sociali, alla Sicurezza. A partire dalla questione dei Quartieri Settecenteschi, infatti, è stato possibile attivare un dialogo costante con Il Sindaco Gianni Mongelli, il Vice Sindaco Lucia Lambresa e gli Assessori Pasquale Pellegrino e Nicola Lo Muzio, rispettivamente alle Politiche Sociali e all’Urbanistica. Unanime il loro parere positivo rispetto allo sviluppo di politiche partecipative e inclusive che puntino al ripristino di una corretta comunicazione, in funzione di una nuova percezione di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Il progetto C.I.S.I., il cui costo di riqualificazione calcolato con l’ausilio dell’architetto Alessia Cordisco ammonta a circa 2 milioni di euro, è stato elaborato con la partecipazione attiva dei residenti nella ricerca di soluzioni condivise rispetto a criticità e problemi emersi dalla reale e diretta percezione dei loro disagi. La mediazione sociale, infatti, non si pone l’obiettivo di dare o imporre soluzioni bensì di sviluppare autonomia di pensiero e di azione. I suoi scopi mirano all’ emersione e alla valorizzazione di tutte le risorse che un territorio contiene, in primis quelle umane. Da queste si deve ripartire per attuare politiche che, oltre ad agevolare il compito delle istituzioni nelle complesse operazioni di offerta servizi di interesse collettivo, contribuiscano alla prevenzione/contrasto del malcontento diffuso, con un sostanziale abbattimento delle spese sociali. Promuovere l’empowerement personale attraverso forme di auto-mutuo aiuto significa, infatti, ridurre i costi connessi all’ erogazione di contributi assistenziali a favore dell’emancipazione individuale. Agevolare l’accesso ai servizi attraverso la ramificazione sul territorio di sportelli di mediazione che supportino il cittadino nella ricerca di opportunità socio/economiche/culturali/abitative significa evitare l’esclusione sociale in favore della reimmissione nei circuiti della partecipazione alla vita collettiva. Promuovere forme di auto-organizzazione del tempo libero dei giovani e del tempo collettivo della comunità, sviluppare azioni di progettazione partecipata, significa accrescere la coesione sociale, con conseguente assunzione di responsabilità collettiva e riduzione dell’azione repressiva, in funzione di un concetto di “sicurezza” fondato sulla “cura” delle relazioni di fiducia tra i membri della comunità piuttosto che unicamente su azioni repressive agite dalle forze dell’ordine. Impiegare figure che facilitino la comunicazione-negoziazione tra parti contrapposte significa evitare l’inasprirsi di conflitti sociali che spesso sfociano nelle aule dei Tribunali. Come dimostrano le ultime vicende urbanistiche, tale conflittualità investe anche la sfera politico-amministrativa, sempre più spesso incline ad atteggiamenti ostruzionistici che perseguono obiettivi privati piuttosto che l’interesse collettivo.
Coscienti di quanto difficile sia la situazione economico-finanziaria dell’Amministrazione Comunale, impegnata su più fronti nella risoluzione di gravissime criticità sociali, occupazionali ed amministrative, l’Associazione di volontariato G.A.A.S. e la Cooperativa Sociale Scurpiddu, chiedono al Sindaco, alla sua Giunta e al Consiglio Comunale di impegnarsi nell’avviare progettualità condivise, calibrate sui reali bisogni dei cittadini. Interventi che puntino da un lato verso il riutilizzo sociale delle infrastrutture in disuso, dall’altro verso l’utilizzo, lo sviluppo e la diffusione della cultura della mediazione quale nuova modalità di rigenerazione del tessuto sociale, di riappropriazione degli spazi e di recupero del perduto senso dell’identità, della storia e dell’ appartenenza comunitaria.


Anna la Cecilia

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QUEL VUOTO DI NOIA GRANDE QUANTO UN BUCO NERO


La macchina del tempo avanza inesorabile, portando con sé gli anni, che invece scivolano via, come olio su un vecchio motore, lasciando tracce del passato che convivono coi segni del presente, nel loro mutismo decadente, tra polverose e roboanti urla infantili. L’imponente scritta “GIOVENTU’ ITALIANA” resiste all’usura del tempo, quasi come un monito di ferro, incrollabile memoria abbarbicata ai muri fatiscenti della palestra ex-Gil di Via Matteotti, un tempo fulcro della preparazione spirituale e sportiva della gioventù foggiana, seppur funzionale all’ideologia di un regime fortunatamente estinto. Oggi In totale stato di abbandono, il vecchio edificio storico è diventato ritrovo di “ragazzi di strada”, spesso identificati in “bande giovanili” dedite a varie forme delinquenziali. GIOVENTU’ BRUCIATA!” direbbero gli anziani che quella palestra l’hanno vissuta, in cerca di un ipotetico capro espiatorio dell’attuale degrado socio-urbanistico. Risalgono a poco meno di un mese, infatti, gli ultimi episodi vandalici di una lunga serie protratta nel tempo che va dai muri imbrattati alla facciata anteriore perennemente murata e puntualmente distrutta, dai falò appiccati all’interno della struttura alle indecenti condizioni del cortile sepolto dalla spazzatura. Ma esiste davvero un unico colpevole? O forse questi manifesti comportamenti distruttivi messi in atto dalle nuove generazioni non sono altro che il sintomo più evidente di un disagio sociale più ampio, che esprime la mancanza di un vero senso di appartenenza alla propria città, di un vuoto di noia grande quanto i buchi neri nei muri e nel tessuto sociale? I ragazzi si sentono quasi autorizzati ad infierire su un bene che la Città ha dimenticato, come un rimprovero emesso nel linguaggio primordiale della violenza. Come una denuncia inconsapevole verso quegli adulti che hanno dimenticato il loro bisogno di socializzazione e limitato le loro opportunità di espressione, che non possono certo ridursi a quattro calci rabbiosi dati al pallone per strada. Tutto ciò fa sì che una struttura potenzialmente utile alle necessità della città che la contiene rappresenti, per assurdo, un potenziale costante pericolo per i ragazzi che la frequentano abitualmente e che, coscientemente o incoscientemente, ne rivendicano la proprietà. Posta tra il Centro per Anziani “N.Palmisani” ed il I Circolo Didattico “N. Parisi”, nel cuore antico della città, per la sua strategica collocazione mediana, opportunamente ristrutturata, potrebbe invece rappresentare un perfetto collante tra anziani, bambini e famiglie, il pezzo mancante di un puzzle raffigurante una perfetta ”isola sociale” che consenta l’interazione/integrazione tra la “gioventù”di ieri e quella di oggi.

Anna la Cecilia

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venerdì 8 gennaio 2010

GIU' LA TESTA - Foggia Sotterranea - La loquacità dei silenzi



Esiste un luogo sospeso tra passato e presente, luci ed ombre, memoria ed oblio. Un’ eco lontana di passi, grida e mura disfatte che rimbalza da superfici sotterranee, nel silenzio umido e ovattato di cavità ancestrali. Una sottile linea orizzontale che divide la città luccicante e rumorosa dalla città buia e sommersa. L’una avvolta dentro l’altra, come un’enorme Matrioska che racchiude in sé le metamorfosi stratificate nel tempo.
La storia delle nostre radici affonda verticalmente nella terra, cammina sotto i nostri piedi, facendosi strada tra grotte e passaggi segreti, in cerca di una fessura che le dia luce e voce.
Dare visibilità alla "città profonda" è quanto auspicato dalla II Edizione di “Giù la testa. Foggia Sotterranea” intitolata “La loquacità dei silenzi” - rassegna d’arte, storia e archeologia del sottosuolo - promossa da Sit Consulting e Girotondo Pugliese, patrocinata da Comune di Foggia, Provincia di Foggia e Regione Puglia, con la partnership di Comune e Pro loco di Bovino.
La manifestazione ha inteso rivitalizzare gli ipogei urbani “per dare un nuovo impulso alla politica culturale, mettendo a disposizione contenitori suggestivi, capaci di ospitare un festival con una duplice anima, artistica e scientifica”, come ha sottolineato l’ideatrice del progetto Ester Fracasso. Dal 18 Dicembre 2009 al 09 Gennaio 2010, negli ambienti sotterranei di Santa Chiara, è stato possibile visitare la mostra multimediale sul tema degli ipogei urbani, allestita da Francisco Cabanzo sotto la Direzione artistica di Liliana Fracasso e realizzata con la collaborazione di Italia Nostra, del Foto Cine Club e della Cooperativa Sociale Scurpiddu. Quest’ultima si è occupata della comunicazione sociale con gli abitanti delle grotte, coinvolgendo direttamente i cittadini nel progetto di valorizzazione del patrimonio culturale della città di Foggia.
La mostra ha illustrato i suggestivi scenari del sottosuolo foggiano, attraverso materiale fotografico e video (video maker Sergio Grillo), ripercorrendo visivamente le origini della città, dall’ antico pantano alle grotte tutt’oggi abitate.
Secondo Francisco Cabanzo essa “ ripercorre l’idea della città su e della città giù, come metafora dell’anima umana. Pensiamo ad una città che è stata vittima, tante volte, di tragedie, saccheggi, terremoti, avvenimenti che l’hanno violentata, deturpata, devastata a tal punto che i suoi abitanti si sentono stranieri. Invece la grande sorpresa è stata quella di scoprire che i foggiani sono molto legati alla città sotterranea .
I proprietari/affittuari delle grotte comprese tra il Centro storico ed i Quartieri Settecenteschi di Foggia, infatti, si sono mostrati molto disponibili con gli operatori della Cooperativa Scurpiddu rispetto all’iniziativa, accettando ben volentieri di immortalare l’intimità delle loro “abitazioni sotterranee” nonché di raccontare, dinanzi al grande occhio fisso della telecamera, aneddoti connessi agli ipogei, anch’essi sotterrati da fitti strati di tempo. Testimonianze preziose che documentano le trasformazioni storiche delle grotte, un tempo stalle o riparo dai bombardamenti durante le guerre, oggi adibite a residenze o botteghe abitate da qualche attempato, nostalgico, artigiano. Perché Foggia, si sa, ha un’anima antica, soffocata, che merita respiro. La città invisibile e silente oscilla sul filo della storia, in equilibrio precario, tra manualità e serialità, tra vecchio e nuovo, tra tradizione e modernità. Gli anziani maestri dell’arte manuale si collocano al centro di un dualismo armonico in cui passato e futuro si incontrano, intrecciandosi. Le storiche botteghe artigiane, opportunamente tutelate e valorizzate, inserite in progetti più vasti di rigenerazione urbana, potrebbero divenire luoghi di incontro e di formazione per le nuove generazioni oltre che opportunità di sviluppo economico, culturale e turistico.
Prima che il filo si spezzi, occorre ripartire da qui, dal basso più basso che c’è, dalla profondità del tempo e dello spazio, dalla voce di chi è custode pregiato di una cultura e di un sapere antico, in estinzione.
Ma la storia non muore se raccontata e fatta rivivere attraverso manifestazioni culturali come questa. Se c’è ancora chi, con la testa in giù, scava e si domanda, in silenzio - ”Quale linea separa il dentro dal fuori, il sotto dal sopra?” - .

Anna la Cecilia


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venerdì 18 dicembre 2009

Communication and information on social policy

The idea I would like to develop in my research on Social Policy can be formulate with a simple question: “Why many important programmes of the European Social Policy don’t usually reach those communities that are most concerned by them?”

One of the most important social programme of EU is represented by LLP (Lifelong Learning Programme) whose aim is to create an efficient mobility of people wishing to take part in a new view of the European Life, according to the proposals described in Lisbon Treaty, signed by the European Union Member States on 13 December 2007 and entered in force on December 2009. With the Lifelong Learning Programme the European Community wants to set up an exciting idea of economy, that is the idea of an economy not based on the profit of the entrepreneurs, but on the variety of different cultures and knowledge, skills and abilities, languages and customs of the communities of Europe. This idea is really one of the best idea that could come up from the old European culture and civilisation.

If this idea cannot arrive to those who actually need it, it is maybe because there is a problem in the communication and information strategies, a problem concerning the datum, as likely as true, that not all the population is familiar with the new way of communicate, the way of “Internet”.  This problem is associated with a vast range of other problems involving the different ways of each country (and in each country every single province or region or city or council) to manage the communication and information, to manage the knowledge of the relation between the word-wide IT way of life and each traditional community’s life. 
Of course, communication and information are not made of IT and TV only, but also of human behaviours, individual and common actions and gestures, from people and institutions. In fact, the communication and information problem is related to the relation between these two fundamental subject of human society.  My experience in social activities in one of the worst cities of Italy, i.e. Foggia, gave me the impression that very the population who most needs the support and has to be supported by European Policy is not informed and absolutely touched by it. For the several cases of corruption and the continuity with the history of criminal politics of certain areas, people do not trust in the institutions any more. Thus, even as the institutions want to realize new politics (e.g., the contemporary different theories active citizenship), they find a big problem to get the consensus from people and, above all, the active participation. In the city of Foggia was born, in 2007, a new idea of mediation, the ‘Socio-Institutional mediation’, to remedy this problem. This idea-action of mediation is promoting by the charity ‘G.A.A.S., Gruppo di Azione e Animazione Sociale’ (Social Action and Animation Group) and social co-operative ‘Scurpiddu’, that I collaborated to set up after a social research which I did during my study of philosophy. The aim of the ‘Scurpiddu mission’, the name of the whole strategy, is that to cover the gap of the communication between people and institutions, by using booth the new technologic communication tools and the human action based on the traditional non-violent conflict resolution - from which come the theories of ‘mediation’- and the ‘Reciprocal Maieutic’, the method that Danilo Dolci, the so-called ‘Sicilian Gandhi’, had developed in Sicily since the ‘50s. 
My project consists of a deep study of European Lifelong Learning Programme related to the needs of community of Foggia, that is living a new period of its history. This study implies a reflection on the differences between English and European way to conceive the concept of Lifelong Learning, an analysis of territorial differences, the influences of local history referred to the problem of the communication at certain level of the social life, and a comparison among other European experiences of the communication and information management. 
It wants to be a research based on the conscience that all social policy can be successful only when its strategy contemplates a very strong relation between ideas and praxis, a relation which is usually considered deriving from Marxism background but that it is really a patrimony of the human social life. 

Antonio Fiscarelli from London


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