domenica 20 febbraio 2011

Assaggi d'Africa all'Oda Teatro


Ogni luogo  ha la sua favola. Ed ogni favola conserva dentro sé colori, suoni, profumi e tradizioni del Paese d’origine.

Di paese in paese, di storia in storia, di gusto in gusto, il quarto sei appuntamenti mensili di “Merenda a teatro – Storie Sconfinate”, rassegna di favole provenienti da diverse parti del mondo, ci ha condotto in Africa, nel cosidetto, impropriamente, “continente nero”, terra di colori caldi e di tramonti accesi di rosso e d’arancio. Africa “bella come la luna e allegra come il sole”, proprio come Kumba, la protagonista della favola senegalese “Chi sposerà Kumba?”, messa in scena Sabato 19 Febbraio all’Oda Teatro dagli attori della Compagnia Teatrale “Cerchio di Gesso”. 
Come di consueto i bambini, accompagnati da nonni e genitori, sono stati accolti all’interno di uno spazio ludico allestito all’ingresso dell’Oda Teatro, nel quale hanno potuto disegnare, colorare e familiarizzare con i libri, in attesa dell’arrivo del simpatico “professore” dallo strano accento straniero.
Dopo una breve presentazione del continente di provenienza della favola, attraverso immagini rappresentative della cultura africana, lo spettacolo ha avuto inizio. Tutti giù per terra,  intorno al palco, catapultati dentro la rovente atmosfera del “continente dai mille colori”, per un emozionate assaggio letterario dell’Africa.

Tanto tempo fa tre amici vivevano nello stesso villaggio e amavano lo stessa ragazza….

I bambini, trasportati dal vortice tribale di parole e musica, hanno seguito la danza dei corpi e delle voci narranti, lenta e cadenzata, con grande attenzione e rispettoso silenzio, presto tramutatosi in allegro chiacchiericcio dinanzi al tavolo delle merende. Le favole, se ben narrate, aprono la mente ma anche lo stomaco. E l’Africa merita di essere degustata e decantata anche per i suoi sapori e profumi speziati.
Terminata la storia il pubblico dell’Oda Teatro è stato invitato ad avvicinarsi al “tavolo della merenda” , apparecchiato per l’occasione con  prodotti dell'artigianato tradizionale africano : statue e maschere di legno,  strumenti musicali,  abiti, stoffe ed allegri quadri etnici.
Oltre ad una dolce merenda a base di pane e nutella e succo di frutta, i piccoli spettatori-commensali, con i loro genitori, hanno assaporato un dolce tipico del Senegal fatto con cous cous e pezzi di frutta.

Per finire, con la pancia piena, i bambini hanno realizzato dei piccoli manufatti ispirati alle tradizioni del paese della favola nel  laboratorio ludico-creativo curato dall’Associazione G.A.A.S. e dalla Cooperativa Sociale Scurpiddu che,  con l’ausilio di materiali di facile reperibilità casalinga quali bicchierini in polistirolo, elastici, guanti in lattice e carta stagnola, hanno guidato bambini e genitori nella  costruzione di un piccolo djembè, tipico tamburo a calice originario dell’Africa Occidentale, collocato come di consueto all’interno dei pannelli scenografici, raffiguranti paesaggi africani, realizzati dalle atelieriste del G.A.A.S. con materiali di scarto e di uso quotidiano. 



Il prossimo viaggio letterario e culinario attraverso le favole del mondo ci condurrà in Sud America con la Favola “Il sale e lo zucchero” (Perù). 
Vi aspettiamo Sabato 26 Marzo 2011, alle ore 17,30, presso l’Oda Teatro. 

Anna la Cecilia

martedì 15 febbraio 2011

Primo incontro organizzativo "XIII Giornata di Strada" dell'Operazione Scurpiddu



Domenica 20 Marzo 2011 il G.A.A.S. organizzerà la XIII Giornata di Strada dell' "Operazione Scurpiddu".
La Giornata verrà realizzata nella Piazzetta di Via Crispi denominata "La Bara", recentemente oggetto di atti vandalici da parte di ignoti.
Nell'occasione le Amministrazioni verranno invitate a socializzare con i cittadini tutti i progetti di natura Sociale, Urbanistica e Culturale che riguardano i Quartieri Settecenteschi di Foggia.
Il G.A.A.S., come prassi, realizzerà laboratori ludico-creativi per bambini, e cercherà di sviluppare riflessioni mirate alla Partecipazione Civica degli adulti rispetto alle attività istituzionali che li riguardano.
L'idea che si intende promuovere è quella di avviare una concertazione con i residenti rispetto alle ipotesi di rifacimento della "Piazzetta della Bara" distrutta di recente.
Il primo incontro organizzativo della Giornata si terrà presso la sede del G.A.A.S., in via Meridiana 58, Giovedì 17 Febbraio 2011, alle ore 19:30.
Tutte le associazioni sono invitate a partecipare e a diffondere i contenuti della presente comunicazione.
Ogni associazione avrà uno spazio per la promozione delle proprie attività e potrà contribuire, attraverso suggerimenti e proposte, alla realizzazione dell'evento.
Vi aspettiamo numerosi!

Il Gruppo di Azione e Animazione Sociale




domenica 23 gennaio 2011

Terzo appuntamento di "Merende a Teatro": la Capra e i capretti


C'era una volta una capra con tre capretti. I primi due erano cattivi e maleducati. Il terzo invece era bravo e buono. Come si dice: la mano ha cinque dita e non ci sono due dita uguali”.


Questo l’incipit della favola rumena ”La capra e i tre capretti” (Capra cu Trei Iezi – Edizioni Cartusia) messa in scena Sabato 22 Gennaio 2010 all’Oda Teatro dalla Compagnia Teatrale “Cerchio di Gesso”.

Nonostante il cattivo tempo, il terzo dei 6 appuntamenti di “Merende a teatro – Storie sconfinate” ha visto la partecipazione di numerose famiglie che sono state accolte da un simpatico professore russo, il quale ha illustrato ai presenti immagini rappresentative della Romania, terra di Dracula e di vampiri nell’immaginario collettivo, ma soprattutto terra ricca di storia, di contrasti e di paesaggi naturali incontaminati.

Per l’occasione il teatro è stato allestito con abiti e oggetti tipici della Romania, rendendo l’ atmosfera ancora più fiabesca.


Tra giochi di luci, filastrocche in lingua e musiche suggestive i bambini, insieme ai tre capretti, hanno incontrato il lupo, indiscusso ed universale protagonista di numerose favole dei diversi paesi del mondo. Tra colpi di scena ed emozioni in crescendo la paura si è poi disciolta nel finale catartico, cui ha fatto seguito una ghiotta merenda italo-rumena per soddisfare la “fame da lupo” dei bambini.

Come di consueto, dopo l’allegra merenda, i bambini sono stati impegnati con il laboratorio creativo “Mondolandia: Il mondo dentro un libro”, a cura dell’Associazione G.A.A.S. e della Cooperativa Sociale Scurpiddu, costruendo piccoli manufatti rappresentativi del Paese narrato.
Questa volta i bambini, insieme alle mamme ed ai papà, hanno realizzato dei piccoli e simpatici pipistrelli che hanno fatto poi “volare” all’interno di una scenografia incantata, popolata di castelli, ragnatele e montagne innevate.

Il prossimo appuntamento, previsto per Sabato 19 Febbraio 2010, a partire dalle ore 17,30, ci condurrà in Senegal con la favola “Chi sposerà Kumba?” (Centro Africa).

Anna la Cecilia


Qui di seguito il video dell'appuntamento di Merende a teatro di Sabato 22 Gennaio, visibile sul sito del Cerchio di Gesso




domenica 9 gennaio 2011

Foggia: La città sospesa tra passato e futuro. Chiusa la campagna di scavi in Piazza De Santis


I-pog, il grande cubo parlante che per due mesi ha collegato la città di sopra alla città di sotto, martedì 28 Dicembre 2010 ha spento i riflettori, facendo finalmente luce sulla “Memoria perduta e sulla memoria ritrovata”. Questo il titolo del progetto relativo alla campagna di scavi dell’ipogeo di Piazza De Santis, promosso dal “Consorzio Giù la Testa” e finanziato dalla “Fondazione Banca del Monte” di Foggia, che ha visto la società spin off dell’Università di Foggia “Archeologica” lavorare con la “testa in giù”,  dal 4 Novembre al 20 Dicembre, per rinvenire gli ambienti  sottostanti la cattedrale.
 “Un progetto che avrà un seguito”, come sottolineato da Francesco Andretta, Presidente della “Fondazione Banca del Monte”, nel corso dell’incontro di chiusura della campagna di scavi,  e ripartirà proprio dalla scoperta, rinvenuta nel corso dell’indagine, di un vano ipogeico che potrebbe condurre all’ingresso principale dell’ipogeo.
Sotto strati e strati di terra, ad un livello sotterraneo superiore agli 8 metri dal manto stradale, lo scavo ha condotto all’identificazione di  due ambienti ipogeici  riconducibili ad un pozzo risalente al 700/800 e ad una fossa granaria, la cui datazione potrebbe essere addirittura antecedente al XVIII secolo, presumibilmente di epoca medievale, come specificato da Giuliano Volpe, Rettore dell’Università di Foggia.
La presenza di rifiuti vari  e materiali di scarto lasciano presagire che l’ambiente,  nei suoi ultimi periodi di utilizzo, sia stato usato come immondezzaio. Informazioni  più precise sull’alimentazione e sullo stile di vita dei nostri avi ci verranno fornite a seguito degli studi sui reperti ritrovati, per lo più ossa di animali, lische di pesce ed  utensili  in ceramica.
Si è trattato di un primo vero intervento di “archeologia urbana” realizzato nel cuore pulsante della città di Foggia, progetto innovativo e sperimentale soprattutto nelle sue modalità partecipative.
La “Cooperativa Scurpiddu”, socio fondatore del “Consorzio Giù la Testa, ha curato gli aspetti relativi alla comunicazione sociale ed al coinvolgimento della cittadinanza, attraverso la compilazione di un questionario di  indagine sociale, direttamente distribuito dalle attività commerciali del centro storico. Come riportato da Benvenuto Grillo, Presidente della Cooperativa, ” dei 3000 questionari distribuiti tra scuole, residenti e commercianti del centro storico, ne sono stati compilati e restituiti 304”. Si è quindi superato il 10% della partecipazione, risultato importante alla luce  della preoccupante “apatia culturale” che troppo spesso caratterizza il territorio dauno.  Da non sottovalutare, inoltre,  il dato relativo alla prima domanda sul grado di conoscenza percepito in merito alla presenza di ambienti ipogeici a Foggia. Il 22,03% ha risposto “per niente, Il 58,55% ha risposto “poco”, il 17,1% “abbastanza” e solo il 2,3 %   molto”.
 Dato quest’ultimo ancor più preoccupante se si considera che l’indagine sociale è stata realizzata in attività e scuole che servono proprio  il centro storico, ricco di ipogei. Il Consorzio, inoltre, con il supporto della “Fog Produzione Video” di Sergio Grillo, ha realizzato un video documentario, proiettato nel corso della serata in Piazza De Santis in cui, oltre alla  documentazione costante degli scavi da parte degli archeologi e speleologi, sono state raccolte testimonianze ed aneddoti dei cittadini legate alla “memoria degli ipogei”.
Quella memoria che, in silenzio, chiama dalle viscere della terra e chiede di essere ritrovata.
Perché, come espresso da uno dei tanti cittadini ascoltati,“la città è nostra. E siamo noi che dobbiamo riscoprirla.”


Qui di seguito il trailer del documentario "La memoria perduta, la memoria ritrovata" realizzato da Sergio Grillo - Fog Produzione Video


Anna la Cecilia

sabato 18 dicembre 2010

Ce.Se.Vo.Ca.: Progetto “Racconta il Volontariato con una Video Intervista”

Nella giornata dell’8 luglio il Parlamento Europeo ha approvato, con 416 firme dei membri del assemblea, una raccomandazione con cui richiede formalmente alla Commissione Europea di proclamare il 2011 “Anno europeo del Volontariato”.
In linea con gli obiettivi dell'Anno Europeo del Volontariato, tra cui il riconoscimento delle attività di volontariato, il rafforzamento delle organizzazioni tramite l'apporto di nuove energie e l'aumento della consapevolezza del valore del volontariato in una società che sta divenendo sempre più multiculturale, il Ce.Se.Vo.Ca – Centro Servizi per il Volontariato di Capitanata – ha realizzato una serie di inizative di promozione del volontariato locale tra cui: la mappa interattiva del volontariato, il progetto Racconta il volontariato con una video intervista” e lo Spot intitolato “Il volontariato…puoi essere anche tu”.
Quest’ultimo, visibile sul sito del Ce.Se.Vo.Ca e trasmesso dalle emittenti televisive locali ((Telefoggia, Teleradioerre, Teleblu, Teledaunia, Teleradio Padre Pio, Telecattolica, Teleradio San Severo), ha come protagonisti presidenti, beneficiari e volontari di un campione di Associazioni di Foggia (Associazione Microcitemici di Capitanata, S.F.I.D.A., Fratelli della Stazione, San Gaspare, A.I.S.W., G.A.A.S., Noos, A.i.d.o., Genoveffa De Troia, Le Crune, Alittihad).

Spot Ce.Se.Vo.Ca. from Ce.Se.Vo.Ca. on Vimeo.


Lo spot è stato realizzato nell’ambito del Progetto di cui sopra ("Racconta il Volontariato con una Video Intervista”), avente l’obiettivo di diffondere attraverso i media e le nuove tecnologie, attività, speranze e difficoltà esperite dalle associazioni di volontariato di Capitanata, mantenendo al tempo stesso viva la memoria e l’identità con un archivio di testimonianze originali.
I prodotti audiovisivi realizzati possono essere visualizzati nella sezione “Racconta il Volontariato con una Video Intervista” sull'homepage del sito Ce.Se.Vo.Ca. e all'interno delle schede informative che compongono la nuova “Mappa del volontariato di Capitanata”.
Qui di seguito la Video Intervista dell’Associazione G.A.A.S.




GAAS from Ce.Se.Vo.Ca. on Vimeo.

Anna la Cecilia

NATALE IN CASA PARISI...PER L'EUROPA


Il I Circolo Didattico Nicola Parisi apre le porte alle famiglie ed al territorio per illustrare la propria offerta formativa.
 “Natale in casa Parisi….per l’Europa”  è il titolo emblematico della grande festa che si terrà nel cortile della scuola Domenica 19 Dicembre 2010 dalle ore 09:30 alle ore 20:00.
Ricco ed articolato il programma della giornata.

A fare gli onori di casa sarà il Dirigente Scolastico Dr. Alfonso Rago che presenterà ai genitori le attività progettuali realizzate con il Piano Integrato d’Istituto nell’ambito del  Programma Operativo Nazionale 2007-2013  (PON) – Obiettivo Convergenza -   finanziato con il Fondo Sociale Europeo.
Nello specifico verranno illustrati i seguenti percorsi formativi PON-FSE:
- “Euro…PAideia: laboratori in contrappunto”, progetto articolato in quattro laboratori formativi per stimolare i bambini al piacere dell’apprendere
- “Dalla dichiarazione dei Servizi alla pensione” progetto rivolto al personale docente e  ATA per lo sviluppo di competenze sulla gestione amministrativo-contabile e di controllo e sulle procedure di acquisizione di beni e servizi
-“Informatica, didattica e dintorni”, interventi formativi rivolti ai docenti e al personale della scuola, sulle nuove tecnologie della comunicazione.

A partire dalle ore 10:00, presso la Sala Polifunzionale, seguirà la mostra dei lavori dei bambini e la vendita di dolciumi natalizi locali e stranieri , di manufatti artigianali ed oggetti di ceramica realizzati nell’ambito del progetto PON “Dal materiale povero…all’arte”, il cui ricavato sarà interamente devoluto in beneficienza.
La mattinata proseguirà con la Cerimonia di inaugurazione dei laboratori realizzati con finanziamenti  del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) – Musica – Scienze – Informatica. Nell’occasione verranno presentati i lavori del percorso formativo PON “Einstein ingegnere dell’Universo”.

Alle ore 11:00, presso la Palestra della scuola, avrà luogo la rappresentazione scenica del percorso formativo PON “burattini insegnano le enerie rinnovabili: Sun can save”, seguita dalla sfilata delle marionette.
Nel corso della mattinata gli operatori  dell’Associazione G.A.A.S. e della Cooperativa Scurpiddu saranno presenti con un banchetto informativo per dare informazioni più dettagliate ai genitori sullo Sportello di Ascolto e Mediazione Scolastica, promosso in via sperimentale dal I Circolo Didattico N. Parisi, nell’ambito del progetto “Scuola A.M.I.C.A. ”,  giunto al suo secondo anno.
Verrà inoltre distribuita l’edizione straordinaria del giornalino scolastico “Il Gessetto colorato”.

Dopo una breve pausa la festa riprenderà nel pomeriggio, a partire dalle ore 16:00, nel cortile della scuola, con la manifestazione finale del percorso formativo PON “Danze e balli da tutto il mondo”, cui farà seguito il Concerto dell’Ensamble chitarristico della Scuola Secondaria di I° grado “PIO XII”, diretto dalla prof.ssa Ivana D’Alessandro.
A conclusione della giornata, alle ore 18:30, si esibirà il coro “I cantanote del Parisi” diretto dall’Ins. Nadia Scotellaro.
Non mancherà la sorpresa finale….per augurare a tutti un felice ed indimenticabile  “Natale in casa Parisi”.


 Anna la Cecilia


domenica 5 dicembre 2010

TEATRO DA GUSTARE: II APPUNTAMENTO DI "MERENDE A TEATRO" - CERCHIO DI GESSO



Le fiabe hanno le gambe lunghe” e sono portatrici delle peculiarità culturali di ogni popolo del mondo. Le storie viaggiano lontano e vanno gustate lentamente, con gli occhi, con il palato e con le mani.
Ed è proprio dalla combinazione armonica tra arte affabulatoria, tradizione gastronomica e dimensione laboratoriale che nasce Merende a Teatro – Storie Sconfinate”, un percorso interculturale di animazione teatrale del libro, promosso dal “Cerchio di Gesso” che, utilizzando favole bilingue (Edizioni Carthusia), attraversa 6 continenti per far incontrare sul palcoscenico i differenti linguaggi, costumi e sapori del mondo.

Si è tenuto Sabato 4 Dicembre, presso l’Oda Teatro, il secondo dei sei appuntamenti mensili dedicati alle famiglie ed ai bambini di tutte le etnie, con la favola asiatica L’Isola dei sogni”, messa in scena con straordinaria bravura  dagli artisti della compagnia teatrale, che ha coinvolto ed avvolto grandi e piccini in un’atmosfera suggestiva di luci, musica, parole e corpi sinuosi.
Bambini e genitori si sono tuffati nel mare delle Filippine incontrando sirene e marinai, caverne e code luccicanti per poi riemergere dall’immaginario fantastico della favola e fare un’ immersione gastronomica nell’arte dolciaria filippina.



Alla merenda ha fatto seguito un atelier di riciclo creativo sulla favola narrata, a cura dell’Associazione G.A.A.S. e della Cooperativa Sociale Scurpiddu, nel corso del quale i bambini, insieme ai genitori, hanno realizzato le tipiche imbarcazioni filippine a bilanciere, inserite all’interno dello scenario filippino, realizzato anch’esso con materiali di uso quotidiano.


Il grande libro di cartone “Mondalandia: il mondo dentro un libro” continua ad ispessirsi di favola in favola, fino a condurci alla “Festa Interetnica”, prevista a conclusione del percorso di lettura (Sabato 9 Aprile 2010), nel corso della quale verrà allestita una mostra finale dei lavori realizzati dai bambini.
Il prossimo appuntamento, previsto per Sabato 22 Gennaio 2010, a partire dalle ore 17,30, ci condurrà in Romania con la favola “La capra e i capretti”.
Non mancate!

Anna la Cecilia

mercoledì 17 novembre 2010

I CIRCOLO DIDATTICO N. PARISI: RIPARTE LO SPORTELLO DI ASCOLTO E MEDIAZIONE SCOLASTICA

Dopo i positivi risultati ottenuti lo scorso anno, Giovedì 25 Novembre 2010 ripartirà lo Sportello di Ascolto e  Mediazione Scolastica, promosso in via sperimentale dal Primo Circolo Didattico N. Parisi, nell’ambito del progetto “Scuola a.m.i.c.a. – Ascolto Mediazione Informazione Comunicazione Accoglienza”.
Il servizio sarà gestito da un educatore e da due mediatrici familiari sistemiche della Cooperativa Sociale Scurpiddu (Anna la Cecilia e Tonia Dedda), in coordinamento con l’Ins. Fabrizia Sperandeo, referente dell’Area Disagio Scolastico.
Come sottolineato da Benvenuto Grillo, Presidente della Cooperativa Scurpiddu, nel corso dell’incontro di presentazione dello Sportello, tenutosi martedì 16 novembre al cospetto di insegnanti e genitori degli alunni della Scuola Parisi, “il servizio intende prevenire e gestire conflitti, latenti o manifesti, che possono intercorrere a più livelli  nella triade alunno-genitore-insegnante. Lungi dal voler individuare un colpevole, l’intervento di mediazione si prefigge di accompagnare le parti nel recupero della comunicazione interrotta, nel comune interesse di garantire il benessere del bambino.”
Nel corso dell’incontro si è posto l’accento sull’innovatività dell’intervento e sul coraggio pioneristico del Primo Circolo Didattico N. Parisi che ha fortemente voluto introdurre la pratica della mediazione all’interno del proprio istituto, quale ponte di collaborazione tra volontariato sociale, universo familiare e mondo istituzionale.
Oltre alla mediazione saranno messe in atto azioni di ascolto, orientamento, counseling e sostegno psicologico verso minori e genitori appartenenti a nuclei familiari multiproblematici. Su richiesta delle insegnanti, inoltre, potranno essere realizzati laboratori maieutici destinati a docenti in conflitto circa le dinamiche relazionali, didattiche ed educative da adottare in classi di difficile gestione. Fondamentale sarà la figura del Referente Scolastico dell’Area del Disagio che fungerà da intercettatore dei disagi registrati da docenti e genitori, nonché da coordinatore dei rapporti tra la scuola, le famiglie e gli operatori dello Sportello.
Il lavoro di questi ultimi non si esaurirà con l’appuntamento settimanale presso la scuola, ma proseguirà con uno sportello fisso e mobile di Mediazione Sociale nei Quartieri Settecenteschi, territorio di riferimento della Scuola Parisi, caratterizzato da un elevato e diffuso disagio sociale.
L’unità educativa di strada, laddove necessario e su segnalazione del Servizio Sociale Territoriale o dell’Istituto Scolastico, si recherà presso le abitazioni degli utenti per cercare di rafforzare  il ruolo genitoriale ed arginare il fenomeno dell’abbandono scolastico.
Lo sportello sarà attivo tutti i giovedì dalle ore 09:15 alle ore 11:15 presso l’aula della biblioteca magistrale della scuola e dalle 17,30 alle 19,00 nella sede della Cooperativa Sociale Scurpiddu in Via Meridiana n. 58.


Anna la Cecilia

domenica 14 novembre 2010

GRANDE SUCCESSO DI PUBBLICO PER IL PRIMO APPUNTAMENTO DI "MERENDE A TEATRO" - CERCHIO DI GESSO


Avvicinare i bambini al teatro, alla lettura ed alla conoscenza di tradizioni, usi e costumi provenienti da altre culture, il tutto accompagnato da una gustosa merenda.
Questi gli ingredienti di “Merende a Teatro. Storie sconfinate”, un percorso interetnico di scoperta dei paesi del mondo, proposto dalla Compagnia Teatrale “Cerchio di Gesso" che, attraverso la mediazione della favola quale ponte tra le culture, intende promuovere la lettura come momento magico di gioco, condivisione e dialogo interculturale. 
Il primo dei 6 appuntamenti  si è svolto ieri 13 Novembre 2010, presso l’Oda Teatro, con la favola africana intitolata “Il guerriero e il saggio”, tratta dalla collana di favole bilingue delle edizioni Carthusia.
Le numerose famiglie, con i loro figli o nipoti, che hanno preso parte all’incontro, sono state accolte da uno strambo maestro con accento straniero che, con l’aiuto di una bacchetta gigante e di un proiettore, ha illustrato giocosamente ai bambini le immagini dell’Algeria.
Dopo una breve introduzione degli aspetti paesaggistici e culturali del Paese in questione i bambini si sono riuniti in cerchio intorno agli attori sul palco dell’Oda Teatro, rapiti dalla lettura animata della storia proposta.
Al momento di raccoglimento ha fatto seguito un momento di aggregazione e socializzazione tra i piccoli spettatori che hanno gustato una deliziosa merenda insieme agli interpreti della favola, per consacrare il gusto della narrazione al piacere del cibo.
L’incontro si è concluso con la realizzazione di un laboratorio creativo curato dagli operatori dell' Associazione G.A.A.S. e della Cooperativa Scurpiddu che, insieme alle mamme ed ai bambini, hanno costruito con i tappi di sughero un piccolo cammello, animale tipico del Sahara, collocato all’interno del paesaggio algerino, realizzato anch’esso con materiale da riciclo.

E’ stata così aperta la prima pagina di “Mondolandia: il mondo dentro un libro”, il grande libro di cartone che di volta in volta illustrerà i paesaggi del mondo relativi alle favole narrate.
Il prossimo appuntamento, previsto per Sabato 4 Dicembre 2010, a partire dalle ore 17,30, ci condurrà verso il continente asiatico con la favola “L’Isola dei sogni”.
"Che aspettate. Spegnete la televisione ed offrite ai vostri figli una stimolante alternativa ad un modo passivo ed inscatolato di gestire il tempo libero. Portate i vostri figli a teatro. Accompagnateli nella scoperta delle bellezze dei territori altri. Insegnate loro a guardare il mondo con occhi curiosi che si accendono, inseguendo voci e corpi vivi che vibrano sul palco. Permettete a voi adulti di tornare bambini e crescere insieme ai vostri figli."  è l'esortazione di chi ha organizzato l'evento.


Il "Cerchio di Gesso" e tutti coloro che hanno partecipato al progetto vi aspettano!
           
                   
 Anna la Cecilia

venerdì 5 novembre 2010

DALLA MEMORIA PERDUTA ALLA MEMORIA RITROVATA: INDAGINI E SCAVI IN PIAZZA DE SANTIS – FOGGIA


Sostenere iniziative pubbliche e private volte alla tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale sotterraneo. Questo il lungimirante proposito del Consorzio Giù la testa (Sertur Consulting s.r.l, Cooperativa Sociale Scurpiddu, Studio Stasolla, Centro Studi "Giovanni Scillitani", Associazione di artisti POCS-Project for Open and Closed Space Scultpure Association, Prometeo-Agenzia Formativa), un gruppo di soggetti privati formatosi a Foggia per dare continuità all’omonimo evento culturale “Giù la testa. Foggia Sotterranea” realizzato negli anni 2008 e 2009.
Lo scorso 3 Novembre 2010 nel corso della Conferenza Stampa tenutasi all’aperto, nello spazio antistante il Bar 2000, il suddetto Consorzio ha presentato alla cittadinanza il progetto “La memoria perduta, la memoria ritrovata. Indagini e scavi nell’Ipogeo in Piazza De Santis – Foggia”. L’iniziativa mira al rinvenimento ed allo studio di elementi concreti utili ad una ricomposizione delle vicende storiche risalenti alle origini della città.
Le indagini archeologiche, già in corso, si realizzeranno sotto la direzione scientifica del Dipartimento di Scienze Umane dell’Ateneo dauno e riguarderanno, appunto, l’ambiente sotterraneo rinvenuto già negli anni 30 sotto Piazza De Santis.
Progetto ambizioso e innovativo nelle sue modalità partecipative, come emerge dal programma delle attività di indagine, sensibilizzazione ed animazione sociale, che faranno da cornice ai 20 giorni di scavo nel sottosuolo, presentato durante la conferenza.
L’ordinario scavo archeologico circoscritto ai soli addetti ai lavori si trasformerà in un originale cantiere aperto e comunicante, rappresentato da una struttura a forma di cubo che fungerà da elemento catalizzatore della partecipazione dei cittadini.
Questi ultimi, infatti, attraverso un’interfaccia video collocata su una facciata del cubo, potranno calarsi virtualmente nell’ambiente ipogeico insieme agli archeologi e monitorare in diretta, giorno dopo giorno, le fasi dello scavo.
Il sapere tecnico-scientifico si intreccerà con il sapere popolare. 
La Cooperativa Sociale Scurpiddu, infatti, durante le indagini nel sottosuolo, realizzerà un sondaggio di opinioni rivolto agli abitanti per raccogliere conoscenze pregresse, aspettative ed anedotti legati al misterioso mondo ipogeico, con il contributo attivo delle attività commerciali limitrofe al cantiere, coinvolte nel progetto quali soggetti promotori di canali partecipativi.
Gli operatori del G.A.A.S. e della Cooperativa Scurpiddu realizzeranno, inoltre, laboratori di costruzione pop up incentrati sul tema degli ipogei urbani, che vedranno il coinvolgimento dei bambini delle tre Scuole Elementari del Centro Storico: Santa Chiara, Pascoli e Parisi.
A rallegrare le tre settimane di cantiere, intorno al cubo graviterà il mitico “scazzamurill”, il simpatico e temuto spiritello domestico che da tempi ancestrali abita l’immaginario popolare locale, il quale ci condurrà mano per mano fino all’evento finale, atteso a conclusione dei lavori di indagine.
Non ci resta che aspettare e seguire il corso degli eventi, raccolti intorno al “cubo parlante”, come si faceva un tempo intorno al fuoco domestico, a raccontare e raccogliere storie, presagi e rinvenimenti.
Non sappiamo cosa emergerà dallo scavo ma di certo, in questo viaggio di scoperta, sotto strati di terra e macerie, ritroveremo lei, Fovea, la bella principessa imbrigliata in secolari trame rupestri, che dorme immemore nelle viscere della terra. 
Chiunque volesse far visita allo scavo in Piazza De Santis, è invitato a compilare il questionario di indagine sociale, magari sorseggiando un buon caffè, presso l’adiacente Bar 2000.

Di seguito riportiamo la favola ideata per l’occasione dalla Cooperativa Sociale Scurpiddu intitolata “Fovea e la città incubata”. Buona lettura!

LA FAVOLA DI FOVEA E LA CITTA INCUBATA


C’era una volta, tanti e tanti strati fa, in un tempo profondo, un piccolissimo villaggio fangoso e paludoso denominato Pantania che si ergeva fiero su uno specchio d’acqua dalle rive basse e acquitrinose.  Il luogo era pressoché deserto, allietato soltanto da una grande quercia e da qualche bue che andava ad abbeverarsi lungo il bacino imbrifero.
In questo estuario fangoso viveva  sperduta una bellissima fanciulla di nome Fovea. Aveva lunghi e folti capelli biondi come immensi campi di grano, la pelle scura come la terra e gli occhi verdi e luccicanti come erba bagnata di rugiada. Ogni alba ed ogni tramonto si domandava da dove venisse e se esistessero altri luoghi, altre vite, al di là dell’orizzonte e della sua angusta oasi. Con la testa pesante ed inclinata all’ingiù come anfora traboccante d’acqua, si sedeva lungo la riva dello stagno e lasciava cadere le sue lacrime sull’arido  terreno. Pianse così tanto che anno dopo anno, goccia dopo goccia, attorno a lei si formarono laghi e fiumi circondati da boschi, uliveti e fitti canneti. Ma Fovea era sempre più triste perché non poteva condividere con nessuno le bellezze del suo regno solitario, sempre così immobile ed uguale a se stesso.
 Un giorno come tanti, mentre la fanciulla si contemplava nelle acque dell’antico ruscelletto, la bocca melmosa del pantano  si allargò e con voce cavernosa le disse: “Sei bella come  ninfea selvaggia, galleggi immacolata  sopra le mie acque senza mai infangarti. Ma dentro sei come un giardino serrato che nessuno ha mai visitato .” La ragazza sobbalzò, quasi fosse stata punta al cuore da uno spillo.
Ma tu chi sei che dalle acque torbide scruti nei miei più segreti pensieri?” disse sbigottita.
Sono l’oracolo dell’acqua, sacro liquido primordiale da cui tutto si origina, vivo nelle profondità del pantano, nell’eterna tensione di specchiare immagini dentro di  me per scrutarne gli abissi. Per molti anni ho osservato la tua immagine riflessa nel mio specchio d’acqua e conosco ogni ombra e ruga della tua fronte accigliata. Fammi una domanda e ti risponderò “ disse la bocca della verità, conoscendo già i pensieri della fanciulla.  
Fovea abbassò i suoi occhi mesti. Ci pensò qualche secondo e con un ritrovato sorriso affermò: “Tu che prevedi l’avvenire degli uomini, dimmi, sono forse destinata a vivere per sempre in questo eremo solitario, lontana dai miei simili? Conoscerò mai il volto dei miei avi, le mie origini, ciò che esiste al di fuori di questo tempo immobile  e di questo spazio recintato?
Mia cara” rispose l’oracolo nel suo linguaggio criptico, sorridendo briosa dietro il velo dell’acqua “Ho atteso per tutti questi anni che tu mi ponessi queste domande. Adesso sei finalmente matura e pronta per cominciare il tuo viaggio di scoperta. Risponderò alle tue domande una ad una ma voglio che tu mi ascolti con attenzione.” E così dicendo le sue acque si fecero più limpide. Le dita affusolate di Fovea sfiorarono inconsapevolmente la sua fronte sempre più corrucciata. “Viaggio? Ma io non voglio viaggiare, voglio solo delle risposte” pensò Fovea seccata, emettendo un lieve sbuffo.
Il passato è un’antica e pregiata  scatola chiusa, seppellita sotto strati e strati di polvere. Soltanto tu puoi scavare e riprenderti il tuo passato. Se riuscirai ad aprire la scatola, libererai e scoprirai il tuo futuro…il nostro futuro ” continuò l’oracolo pronunciando frasi sempre più misteriose. “Sappi però che il tempo è una spirale lungo la quale passato e futuro sono intrecciati indissolubilmente. Lungo la spirale temporale gli strati circolari si allontano e si avvicinano come in una danza avvolgente ed ipnotica che ad ogni giro conduce avanti ed indietro, giù e sù.“  Fovea si fece pensierosa. “ Forse sarebbe stato meglio non fare domande e restare qui sola nel mio piccolo mondo familiare. L’oracolo si esprime in un modo per me incomprensibile” pensò tra sé e sé la fanciulla.
Avvicinati” proseguì l’oracolo assottigliando la voce “lascia che ti sveli un altro  segreto. Il tuo orizzonte è limitato dai muri che tu hai costruito intorno a te. E’ per questo che non riesci a vedere oltre. Il tuo universo apparentemente piatto in realtà è curvo. In questa landa desolata tempo e spazio si  sono mescolati ed hanno dato vita ad una città concentrica avvolta su se stessa dentro un grande cubo. Come serpente raggomitolato dentro un cesto che attende il suo pifferaio per emergere sinuoso dal fondo, allo stesso modo Pantania è  una successione temporale e stratificata di città diverse arrotolate l’una dentro l’altra, una città incubata in attesa di qualcuno che la tiri fuori dal suo universo incastonato di scatole cinesi. La città futura si srotola e si distende nel passato. Solo tu puoi tirarci fuori di qui. Abbiamo bisogno l’una dell’altra.” Poi, increspandosi, aggiunse  “Se non verranno volti nuovi a rispecchiarsi nelle mie acque, mi prosciugherò per sempre ”.
Pensavo volessi aiutarmi a ritrovare il mio passato, invece sei tu che hai bisogno del mio aiuto.”disse Fovea in lacrime, vedendo sfumare i suoi sogni come acqua evaporata dopo la pioggia.
Non piangere piccola mia, lascia che ti spieghi!” esclamò l’oracolo con tono dolce e rassicurante, quasi materno.
No, non voglio più ascoltarti. E poi, se vuoi saperlo, non riesco proprio a capire ciò che dici, parli in modo così  strano” si lasciò sfuggire la fanciulla in preda alla rabbia.
“ Non devi capire tutto adesso. La risposta alle tue domande l’avrai solo quando sarai arrivata in cima alla spirale. Ma prima di partire, siediti vicino a me. Lascia che ti racconti una storia” , annunciò l’oracolo,  “Tante lune fa, questa terra era un regno rigoglioso, crocevia di ricchi mercanti, pullulante di  facoltosi agricoltori e nobili famiglie che vivevano in palazzi sontuosi. Il suo nome era Federicia. Ma quel periodo d’oro non durò a lungo, purtroppo. Guerre, saccheggi, epidemie, terremoti distrussero buona parte dei suoi edifici e delle sue bellezze, al punto che gli abitanti sopravvissuti a queste sventure si convinsero che su di loro incombeva una terribile maledizione. Consultarono le masciare della zona che conoscevano formule magiche incomprensibili, adottarono le più disparate misure protettive  allo scopo di difendersi. Riponevano  forbici con le punte aperte o scope capovolte davanti all’uscio di casa, appendevano alle pareti delle loro abitazioni  oggetti d’oro a forma di ferro di cavallo, gettavano il sale davanti alla porta per allontanare gli spiriti maligni. C’era anche chi indossava collane di mascelle di riccio o chi si ingraziava l’uria della casa proferendo ogni giorno lodi alle loro malridotte abitazioni.  Ma a nulla valse tanto da farsi. Il regno continuava a subire razzie e scorribande senza tregua”. Fovea era rapita dal racconto dell’oracolo. Finalmente qualcuno le parlava delle sue origini lontane. Presa da un moto ansioso di curiosità, interruppe bruscamente l’oracolo e domandò :“Ma allora è andato tutto distrutto? Non esiste più nulla del regno dei miei avi?” . “Abbi pazienza Fovea” , replicò l’oracolo,  “ non ho ancora terminato la storia” . E così dicendo, proseguì: “Un giorno passò di lì un forestiero, uno strambo architetto che, venuto a conoscenza dei terribili avvenimenti che avevano colpito il regno di Federicia, annunciò agli abitanti di essere certo di avere la soluzione ai loro mali. Mostrò loro un grande cubo di color marrone  rugginoso, dello stesso colore della terra. Disse loro che l’unico modo per salvarsi era rifugiarsi dentro la sua massiccia costruzione cubica e aggiunse che, di certo,  lì dentro il male non vi sarebbe più penetrato. Gli abitanti disperati gli credettero ma non sapevano che quello che pensavano fosse un maleficio era soltanto opera dell’uomo e della natura mentre quello che credevano fosse la loro salvezza era in realtà un vero incantesimo che lo strano architetto venuto da lontano aveva lanciato loro, invidioso delle bellezze della città. Da allora il tempo si è fermato e gli abitanti di quell’antico regno, come racchiusi dentro lo scrigno di un vecchio carillon, continuano a girare e girare su una giostra di cavalli e carrozze, in un moto eternamente statico. Il tempo ha inghiottito tutto e tutti come un enorme buco nero, ricoprendo di polvere la città incubata, sulla quale poi sono sorte altre città. Ma nessuno sa che sotto, nelle viscere della terra, pulsa ancora la città nascosta che chiama e  pretende di essere scoperta. Solo tu lo sai, adesso ” .
-“Ma ci deve essere un modo per sciogliere l’incantesimo!” – esclamò concitata la fanciulla.
-“Si scioglierà solo quando qualcuno entrerà dentro il cubo magico a visitare la città incantata e, ripercorrendo strato dopo strato la spirale del tempo, riuscirà ad aprire dal di dentro la scatola cubica, dissolvendo la barriera che separa il dentro dal fuori. E’ l’unico modo per liberare il futuro della città. Solo allora la città di dentro e la città di fuori capiranno di avere un corpo unico ed un’anima sola. Cerca di capirmi Fovea. La tua felicità dipende da questo viaggio. Liberando la città di sotto libererai te stessa. Questo luogo è anonimo e desolato perché ha perso la sua anima, perché tu hai smesso di cercarla e ti sei accontentata della sua superficie piana. Sotto la pelle della città, invece, c’è tutto un mondo celato fatto di ombre e silenzi, di tesori nascosti e pozzi profondi .” Fece una breve pausa e poi  proseguì  “Lì sotto c’è la tua anima  ”.
Adesso capisco” disse Fovea abbassando gli occhi, quasi a cercare un angolo in cui pensare, fissando  sciami di formiche uscire ed entrare freneticamente da un buco scavato nel terreno.  “Sono pronta per cominciare il viaggio”  aggiunse convinta.
Bene. Sappi però che all’inizio ti sembrerà di girare a vuoto, di tornare indietro, ma sarà proprio dalla discesa che riprenderai la forza necessaria per affrontare il tornante successivo. Ad ogni giro ti capiterà di vedere le stesse cose ma ad un livello diverso, più ampie e mature.  Man mano che salirai  l’orizzonte della tua percezione si amplierà e vedrai ciò che al momento non riesci a vedere”, disse l’oracolo, continuando “Adesso ti pongo io una domanda: sei pronta ad accettare il cambiamento?”.  Fovea fece cenno di si con la testa. Nei suoi occhi umidi adesso vibravano tremule fiammelle ad illuminarle il volto. L’oracolo dell’acqua si fece d’un tratto silenzioso, poi spalancò la sua bocca torbida e risucchiò la fanciulla, spingendola nelle profondità delle acque pantanose.
Dopo una vertiginosa discesa lungo le vene sotterranee della città, giunse fino all’ estremità della spirale, perdendosi in un labirinto di grotte, tratturi, cunicoli, stretti corridoi e passaggi segreti che conducevano a stalle, case rupestri, botteghe di artigiani, fosse granaie, palazzi sontuosi con giardini, scuderie, fontane e vasche ricolme di pesci. Conobbe briganti, caprai, carrettieri, maniscalchi, sellai e scopari e poi ancora principi, cavalieri e nobildonne…ma questa  è un’altra storia. Fovea continuava a scendere e salire, a percorrere semicerchi e scale a chiocciola senza sosta. Mondi nuovi nascevano  lungo le linee ascendenti della spirale e sparivano un attimo dopo lungo le linee discendenti, per poi riapparire più ampi e rinnovati  al giro successivo. Era salita su una sorta di giostra o di altalena che pareva non fermarsi mai. Ad un certo punto, con grande sorpresa, si accorse che stava risalendo. Da quanto tempo vagava in quell’universo umido e buio, patinato di polvere e muffa? Forse 20 giorni o 4 secoli o solo pochi secondi…non le importava. Adesso, giunta finalmente al vertice della spirale,  vedeva le cose dall’alto, da una prospettiva diversa.  Tutto si faceva più chiaro. D’un tratto alzò gli occhi ed intravide una luce entrare da una fessura. Si arrampicò lungo una scala di corda che conduceva ad una botola quadrangolare. Allungò le mani sopra di sé e facendo forza con la testa e le spalle riuscì a sollevare il coperchio che, cigolando, si aprì ricadendo all’indietro. La fanciulla non credeva ai suoi occhi. Si sporse a mezzo busto dalla botola, guardandosi intorno sbalordita. Era ritornata al punto di partenza, vicino la vecchia quercia e al ruscelletto melmoso. Non si era mai mossa di lì in realtà, ciò che era cambiato era solo l’angolazione da cui osservava il mondo. Capì che le cose esistono a più livelli contemporaneamente, che la realtà visibile nasconde dentro di sé altre dimensioni che si rincorrono come dentro un gioco di specchi al cubo.
 L’incantesimo che incatenava la fanciulla e gli abitanti del regno invisibile era finalmente spezzato. Il tempo riprese a scorrere e Fovea non era più sola. L’antico e il nuovo convivevano fianco a fianco, diramandosi orizzontalmente e verticalmente, mescolandosi e fondendosi per poi ricomparire in sempre nuove fogge.
Gli abitanti della nuova città unificata la ribattezzarono “Foggia” per via della sua camaleontica capacità di rigenerarsi,  plasmarsi e assumere nuove e imprevedibili forme a seconda del punto da cui la si guardava.
Quel giorno vi fu una grande festa, un continuo saliscendi di gente che si spostava dal mondo di sotto a quello di sopra e viceversa. C’è chi dice che Fovea scelse come sua dimora il palazzo di un principe che aveva conosciuto nel suo viaggio sotterraneo.
 Oggi, a vederla da quassù, Foggia sembrerebbe un’unica lunga linea piatta lastricata di mattoni. Ma cambiando angolazione, abbassando appena appena  il capo in giù ed accostando l’orecchio al suolo, c’è chi giura di aver udito voci festose, rintocchi di campane e scalpitio di cavalli provenire dalle più profonde cavità della terra.

 Anna la Cecilia