giovedì 28 maggio 2009

Che cos'è Educare al sociale


Educare al sociale? Ma che cosa è stato? Un corso di formazione, un ciclo di incontri formativi, un convegno pedagogico?
“L’educazione è dire Educare al sociale” ha dichiarato a un certo punto il prof. Rati, volendo con ciò principiare un discorso sull’importanza delle parole, delle forme, delle parole intese come forme, che formano o che sformano. Ma sarà mica un capriccio, un vezzo, una moda temporanea quella di contestare, osteggiare, raggirare la forma? Vi sarà mica bisogno di altre forme per superare quelle attuali impregnanti contaminanti deformanti?
La forma cerca la sostanza e la sostanza cerca la forma. Così, quando Dioniso giunse in Grecia dall’Oriente, con la sua schiera di angelici barbuti e demoniche ninfe inebriate, gli dèi avvertirono in lui lo sconquassamento della ordinata armonica esistenza divina greca, e inviarono Apollo a fronteggiarlo. Ma Dioniso era troppo travolgente. Intorno a lui turbinavano le forze della natura, gli istinti primaverili che travolgono gli uomini nei gorghi della passione e dell’agire impulsivo e spontaneo, in cui ogni vincolo-catena sociale è spezzata e il disordine regna liberamente in luogo dell’ordine. Il dio dell’ebbrezza era troppo potente per un affronto frontale. Così Apollo dovette trovare un compromesso. Il dio della luce, dell’accecante sole e della bella forma, gli lanciò addosso una rete invisibile, così che Dioniso ne risultò imprigionato senza avvedersene, sostanza intemperante nella forma moderante di Apollo.
Dalla risoluzione di questo conflitto nasce l’arte, come dalla razionalità socratica nasce la scienza. Almeno a detta di Nietzsche! L’azione più pura e vera è quella che germina spontaneamente, quella “incosciente”, quella che rende simile il folle e il fanciullo. Il tempio della liberazione è quello che costruisce il fanciullo intorno a sé, nella sua incoscienza, nel suo non sapere delle conseguenze, nel suo vigile e dirompente desiderio di conoscere, provare, sperimentare, tracimare. La forma cerca la sostanza e viceversa, l’idea cerca la materia e viceversa. Il fanciullo ha in germe l’uomo nella sostanza, l’uomo conserva il fanciullo nella forma. Un gioco di parole. Non diamogli una forma-significato definitiva!
L’adulto cerca il fanciullo, il fanciullo cerca l’adulto. Si abbisognano reciprocamente, l’uno specchio deformante e ricostituente dell’altro. Tutto sta in ciò: conciliare la forma con la sostanza, l’idea con l’azione, il figlio con il padre, il singolo con il mondo; anche conflittualmente, meglio non violentemente…appurato!
Le parole sono veicoli di passioni, meglio se passioni sincere, spontanee, immediate. Poi la forma razionale apollineo-socratica ci fornirà l’illusione, forgerà il velo di Maya, evidentemente necessario in certa misura, perché originario, condizione filogenetica di ogni ontogenesi.
Le parole che non conosciamo forse ci spaventano? Sono come il sole agli inizi dell’umanità –se mai un inizio c’è stato? Ma proprio tale spavento stupore meraviglia produce il senso della ricerca, la ricerca di un senso. Ed è il razionale, dopo la credenza, la superstizione, ed è la scienza, che conserva in sé i dogmi e i misteri mitico-religiosi. Dialettica epistemologica, se vogliamo, da un punto di vista a posteriori, poietica, dal punto di vista della libertà, del possibile libero esprimersi, nonostante la forma.
Dunque vivere, esistere, coesistere sarà pure fare poesia, cantare, urlare, creare, e poi riorganizzare, mettere in ordine, rifare. Come il dio di Eraclito, esistere è fare e disfare il proprio castello di sabbia in riva al mare, forgiare un’idea e una realtà ad essa corrispondente, che poi devono svanire conservandosi in una nuova idea e in una nuova realtà. È l’immagine del tempo in divenire dell’esistenza. Ciò che è fatto (è stato) si disfa in ciò che è da farsi (sarà) e che in ogni momento si fa (è). Ieri, oggi, domani, in questo luogo presente, prodotto di quello passato, condizione di quello avvenire.
Educare al sociale dunque?
Educare al sociale è ciò: una formula, una forma, un gesto poietico-intellettuale che cerca la pratica, mira all’esperienza, non alla pragmatica, all’essere pratico-inerte meccanico, abitudinario, automatico, ma al divenire dinamico-dialettico, all’azione strutturale-strutturante, dove la forma, il ruolo, lo schema operano quel poco che basta per definire identità, differenze, ruoli, compiti, agire comuni. Educare al sociale è rapportare tutto il nostro mondo interiore ed esteriore attuale a ciò che ha da venire, all’indefinito divenire avvenire, a ciò che ci è posto dinanzi come uno scopo, una meta, un obiettivo, il cui conseguimento coincide con una riorganizzazione, ridefinizione, rielaborazione di una nuova azione. Educare al sociale in questo senso è tentare di rendere intelligibile la vita, l’esistenza mia e degli altri come progetto, i possibili del nostro fare e confare in prospettiva futura. Partendo dalle condizioni presenti, il singolo proietta il suo essere, che è divenire e fare, verso l’avvenire, elabora, immagina, costruisce razionalmente e impulsivamente il suo progetto di vita. Ma questo suo essere progetto-progettante singolare è naturalmente connesso a tutti i progetti-progettanti singolari, l’individuo essendo intricato nelle relazioni-ragnatele sociali sin dalla nascita. L’individuo necessita del gruppo, nella sua relazione con il mondo, con la società, di una mediazione del gruppo, lui stesso essendo mediatore e la sua praxis mediatrice nella società, tra gli altri singoli e gruppi.
Educare al sociale è portare alla luce gli stretti legami che caratterizzano il singolo nel suo rapporto con la società, con il mondo, ma anche con la Storia, quella che lo precede e quella che è da farsi. Ogni singolo aspira alla sua realizzazione nel mondo, in mezzo agli altri, ma questo desiderio non è altro che il desiderio di essere dentro la Storia, di essere protagonista attivo di una storia che muta e cambia perpetuamente, cambia sotto l’azione degli uomini nel loro insieme. La Storia non è quella che si racconta nei libri di storia. Quella semmai è sintesi storiografica, conoscenza tecnica, formativa in senso largo, conoscenza orientante, dizionaresca, se possiamo ancora, e possiamo, giocare con la parole. La Storia è ciò che i singoli fanno di sé, nel mondo, inconsapevolmente o consapevolmente agenti con gli altri. Educare al sociale è concepire la prassi del singolo come prassi di gruppo aspirante a un ruolo attivo nella Storia, partendo da condizioni date e costruendo quelle future.
Dunque una forma-formula che orienta i singoli e i gruppi nel cambiamento storico necessario, che cerca l’idea con la prassi e la prassi con l’idea nella prospettiva di un progetto lungimirante. Educare al sociale è dunque, così, una promessa. Una promessa che si deve rispettare e mantenere.
È per rispettare e mantenere questa promessa che ringrazio tutti quelli che hanno partecipato, in modo formale e informale, quelli che hanno creduto che in tale formula si nascondesse di più di una semplice forma, quelli cha hanno vissuto l’esperienza del tracimare dalla forma nella sostanza delle cose, confrontandosi ciascuno sulla base della propria esperienza, con le proprie conoscenze e i propri dubbi, i propri pregiudizi e i propri complessi, il proprio egoismo e la propria socialità, i timidi con gli egocentrici, i taciturni con i chiacchieroni, in tale con-fusione riflessiva e consapevole che ha lasciato il segno e il seme del possibile in tutti.


Antonio Fiscarelli

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sabato 23 maggio 2009

PROGETTO RESET: SERVIZI DI INTEGRAZIONE SOCIALE E FORMAZIONE PER L’ATTIVAZIONE DI VIVAI TERRITORIALI PER L’OCCUPAZIONE

Seminari di aggiornamento in tecniche di progettazione partecipata e animazione del territorio, organizzati dallo SMILE PUGLIA,in collaborazione con l' Associazione G.a.a.s e la Cooperativa Sociale Scurpiddu

L’organizzazione reticolare delle relazioni diviene elemento sempre più rilevante nella costruzione di programmi e progetti non solo nell’ambito delle politiche sociali, ma più in generale in quello delle politiche territoriali e di sviluppo locale alle diverse scale. La progressiva frammentazione sociale e la moltiplicazione degli interessi rendono quindi necessaria la costruzione di percorsi progettuali condivisi, da intraprendere attraverso una attenta identificazione degli attori e attraverso la sperimentazione di metodi e strategie di interazione tra attori diversi. I programmi di sviluppo locale, a partire dai Patti Territoriali per giungere ai Progetti Integrati Territoriali, ai percorsi di Agenda 21 Locale sperimentati da molti Comuni italiani, ai Contratti di Quartiere, e ancora ai tavoli per la costruzione dei Piani di Zona della Legge 328, sono alcuni degli esempi di politiche nelle quali il mondo delle imprese sociali ha giocato, in alcuni casi, un ruolo significativo in interazione con altri portatori di interesse; molte altre politiche di livello micro e di quartiere lo confermano.
A partire da questo contesto SMILE PUGLIA per la Formazione e lo Sviluppo Locale n ATS con Proximanet nel quadro del Progetto RESET (SERVIZI DI INTEGRAZIONE SOCIALE E FORMAZIONE PER L’ATTIVAZIONE DI VIVAI TERRITORIALI PER L’OCCUPAZIONE - DELIBERA CIPE N. 26/2003 “PATTI PER L’INCLUSIONE SOCIALE, LA LEGALITÀ E LA SICUREZZA”) - organizza un ciclo di seminari per giovani e adulti che intendono conoscere i principali approcci ed il funzionamento delle principali tecniche di Progettazione Partecipata e di Community Planning.
CONTENUTI
* Gli approcci e i modelli della progettazione partecipata, la progettazione ed il project managenent, l’animazione territoriale, l’analisi partecipata dei bisogni, il change e knowledge management, European Awareness Scenario Workshop., l’OST
* Laboratorio “Passeggiata sociale e Animazione del territorio”
* La governance della sicurezza nelle città: i legami tra politiche sociali e salvaguardia della legalità
DESTINATARI
Persone interessate alla progettazione e gestione del cambiamento organizzativo, animazione delle comunità locali, facilitazione, sviluppo di progetti e programmi con ampi sistemi di partenariato (Agende 21 Locali, Contratti di Quartiere, Programmazione Politiche Sociali, Programmi Urban e Leader ecc.).
METODOLOGIA DIDATTICA
In linea con l’approccio hands on della Scuola Superiore di Facilitazione che privilegia l’apprendimento in piccoli gruppi, la sperimentazione diretta degli strumenti e delle tecniche, il continuo adattamento del programma di lavoro alle esigenze specifiche di apprendimento del gruppo, il percorso formativo è costruito alternando momenti di sperimentazione diretta delle tecniche presentate a momenti di discussione e valutazione dell’esperienza maturata.
MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE E CALENDARIO DEGLI INCONTRI
LA PARTECIPAZIONE È COMPLETAMENTE GRATUITA.
PER PARTECIPARE NON OCCORRE UNA PRE-ISCRIZIONE GLI INTERESSATI POSSONO RECARSI DIRETTAMENTE PRESSO I SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI FOGGIA - Via Fuiani n 16 (di fronte al Distretto militare) - cap 71100 Foggia - nelle seguenti date:

GIOVEDI’ 28 MAGGIO 2009 - ORE 15.30 -19.00


GIOVEDI’ 4 GIUGNO 2009 - ORE 09.00-13.00

MARTEDI’ 9 GIUGNO 2009 - ORE 09.00-13.00

MERCOLEDI’ 24 GIUGNO 2009 - ORE 15.30-19.00

MATERIALE DIDATTICO ED ATTESTATO
A corredo dell’attività i partecipa
nti riceveranno il materiale ed un attestato di partecipazione.

mercoledì 20 maggio 2009

IL GRUPPO ABELE A FOGGIA: LEZIONI SULLA GESTIONE E MEDIAZIONE DEI CONFLITTI

Si comunica che Venerdì 22 e Sabato 23 Maggio 2009, dalle 08:30 alle 13:00, nell'ambito del corso di formazione "Educare al sociale, maieutica reciproca, mediazione e gestione dei conflitti" organizzato dal G.A.A.S, l'Avv. Frabrizio Giorcelli, esponente di rilievo del Gruppo Abele di Torino, terrà due lezioni interattive sulla"Gestione e Mediazione non violenta dei conflitti".
Si analizzeranno tematiche particolari legate al tema del conflitto: “evoluzione del conflitto”, “strategie per affrontare il conflitto”, “paradigmi culturali di soluzione/gestione del conflitto”, “il ruolo del terzo nella gestione del conflitto”, “mediazione scolastica e il conflitto in ambito educativo”, “le emozioni del conflitto”, “ascolto, empatia e accoglienza”, “presa in carico/restituzione di responsabilità”.
Il Gruppo Abele, sotto l'impulso di Don Luigi Ciotti, è stato il primo in Italia ad introdurre e sperimentare lo strumento della mediazione dei conflitti, nell'ambito del sociale, creando nel 1996 la "Casa dei Conflitti", spazio neutro per la gestione e trasformazione creativa dei conflitti, punto di coordinamento di una serie di interventi relativi al tema della sicurezza urbana.
L'intervento dell'Avv. Giorcelli mira a diffondere sul territorio foggiano la cultura della mediazione sociale, intesa come "un processo di creazione e riparazione del legame sociale nel quale un terzo esterno al conflitto tenta, attraverso l'organizzazione degli scambi tra le persone e le istituzioni, di aiutarle a migliorare una relazione o risolvere un conflitto che le oppone".
Il confronto con metodi ed esperienze esemplari realizzate in altri territori vuol essere un'opportunità per acquisire nuovi strumenti comunicativi indispensabili per rafforzare il senso di appartenenza della comunità al proprio territorio.
Le lezioni si inseriscono nel percorso avviato dal G.A.A.S. nei Quartieri Settecenteschi, che si snoda in una serie di azioni di animazione e mediazione sociale la cui finalità ultima è l'incontro-confronto continuo tra cittadini e istituzioni, in funzione del bene comune. Il corso si concluderà Domenica 24 Maggio, (dalle ore 9:00 alle ore 13:00), con un laboratorio maieutico relativo alla valutazione del corso da parte dei corsisti, ai quali verrà consegnato l'attestato di partecipazione.
Si ricorda che le lezioni si svolgeranno, come di consueto, presso la sala multifunzionale H24.

Vi aspettiamo numerosi.

Anna la Cecilia

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venerdì 8 maggio 2009

INAUGURAZIONE PIAZZETTA EPITAFFIO: UNA GIORNATA DI FESTA



Domenica 10 Maggio, a partire dalle ore 09:00, la cittadinanza è invitata all'inaugurazione della Piazzetta Epitaffio (Via Manzoni). La manifestazione è organizzata dal Comune di Foggia, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Scurpiddu e l'Associazione di volontariato G.A.A.S.

Si prevedono attività di animazione sociale, con la partecipazione del Teatro dei Limoni, del Gruppo Musicale Senza Offesa e di artisti-atelieristi che realizzeranno laboratori artistici per bambini, intrecciati al tema della giornata.
Nell'occasione verrà distribuito materiale informativo relativo alle "Norme sulla Rigenerazione Urbana". L'Amministrazione comunale incontrerà i cittadini anche per rafforzare i processi di inclusione sociale e partecipazione civica che sono stati promossi attorno ai Programmi di Rigenerazione Urbana, già avviati per la Riqualificazione dei Quartieri Settecenteschi.



Anna la Cecilia


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mercoledì 6 maggio 2009

DOCU-FUMETTO: RICOSTRUIRE CON GLI OCCHI DEI BAMBINI

RISULTATI DEL 1° REFERENDUM CONSULTIVO POPOLARE “DECIDIAMO INSIEME”

In data 1 maggio 2009, nella città di Foggia, nello spiazzale antistante la ex-palestra GIL, ubicata in via G. Matteotti angolo via E. Pestalozzi, dalle ore 9:30 alle ore 13:30 si è svolto il 1° Referendum consultivo popolare intitolato “Decidiamo insieme”. Il referendum è stato organizzato e proposto alla cittadinanza dall’Associazione di Volontariato GAAS, Gruppo di Azione e Animazione Sociale, e dalla Cooperativa Sociale SCURPIDDU. Il referendum consultivo è un tipo di referendum in cui le persone sono chiamate ad esprimere un parere “non vincolante” su una determinata problematica. Il 1° Referendum consultivo popolare “Decidiamo insieme”, di carattere “simbolico” e non istituzionale, è stato aperto anche alla popolazione giovanile e aveva per oggetto la richiesta del parere sui due progetti concorrenti relativi al recupero della ex-palestra Gil sotto a cui muri si è realizzato: il progetto “A” ossia il progetto CISI, Centro di Integrazione Socio-Istituzionale, presentato dall’associazione GAAS e dalla cooperativa SCURPIDDU, e il progetto “B”, coincidente con i contenuti del “Protocollo d’intesa” firmato dal Comune di Foggia con l’ASL nel marzo 2009, protocollo che prevede la “concessione in comodato d’uso gratuito” non solo della ex-palestra GIL oggetto del Referendum, ma anche della palestra ex-Gil ubicata in via Galiani angolo via Maggese e della struttura in costruzione destinata a mercato ortofrutticolo ubicata in via dell’Immacolata, di fronte a piazza Padre Pio. L’obiettivo del referendum “Decidiamo insieme” è di natura morale e mira a ricordare alle istituzioni che nella nostra società ci sono strumenti come la “consultazione popolare dei cittadini” per decidere sull’uso di beni presenti sul territorio, sui problemi della comunità, soprattutto se i beni sono stati abbandonati e i problemi rimasti irrisolti per decenni. Esso inoltre è finalizzato a stimolare nei cittadini, giovani e adulti, uomini e donne, le buone pratiche della democrazia diretta e partecipativa, attraverso metodi nonviolenti di confronto, riconosciuti universalmente come gli unici metodi adatti ad una vera convivenza civile. Occorre sottolineare che nelle intenzioni dei soggetti proponenti il referendum v’era quella di far conoscere alla popolazione anche i “contenuti” del Protocollo di intesa stipulato tra il Comune di Foggia e l’ASL, che il referendum è stato una occasione per mostrare a tutti la possibilità di rendere “trasparenti” atti e decisioni, per favorire nella comunità foggiana la visibilità dei propositi delle istituzioni e degli enti pubblici locali.
Risultati
Il numero totale delle persone che hanno votato è 168, di cui 162 hanno espresso la loro preferenza per il progetto A (111 adulti e 51 minori) e 6 per il progetto B (4 adulti e 2 minori). Di questi 168, 115 sono adulti (13 senza documento e 102 con documento) e 53 sono minori.


Anna la Cecilia


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martedì 28 aprile 2009

UN ESPERIMENTO DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA

LABORATORI MAIEUTICI A FOGGIA CON AMICO DOLCI ED ANA AFONSO: RIVIVENDO DANILO DOLCI





Sabato 2 Maggio (ore 16-20) e Domenica 3 Maggio (ore 9-13), nell'ambito del corso di formazione "Educare al sociale - maieutica reciproca, gestione e mediazione dei conflitti", si terranno due lezioni sul metodo della "maieutica reciproca" come strumento di integrazione sociale.
I laboratori maieutici avranno luogo presso la struttura polifunzionale H24 in Piazza Mercato e saranno tenuti da Amico Dolci, figlio di Danilo Dolci, e dalla psicologa portoghese Ana Afonso, fondatrice del CEIPES, Centro Internazionale per l'Educazione e lo Sviluppo di Palermo, che guideranno i partecipanti nella pratica dell'approccio maieutico reciproco, dando loro la possibilità di esperirne la teoria nella pratica.
Il metodo maieutico fu ideato da Danilo Dolci, definito il "Gandhi siciliano", ideatore del "Centro Studi e Iniziative per la Piena Occupazione" di Partinico ( da cui deriva l'attuale "Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci"), promotore delle campagne di sensibilizzazione a favore degli abitanti colpiti dal terremoto del Belice, dei progetti di costruzione delle dighe sul Belice e sullo Jato e di innumerevoli altre iniziative per il rispetto dei diritti umani sanciti dalle costituzioni scritte e non scritte.
Il confronto con metodi ed esperienze altre, compiute in altri territori lontani nello spazio ma vicini nelle problematiche e nelle urgenze, mira a rafforzare il bisogno dell'agire-fare-sentire reciproco, nonchè ad acquisire nuovi strumenti comunicativi indispensabili per consolidare il processo di partecipazione dei cittadini, avviato dal G.A.A.S. nei Quartieri Settecenteschi.



Anna la Cecilia


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prima giornata di strada del G.A.A.S. 06/07/2007

1° MAGGIO: 9° GIORNATA DI STRADA DEL G.A.A.S

Una città condivisa e partecipata si costruisce mattone dopo mattone, relazione dopo relazione, valorizzando non solo i beni materiali ma anche quelli immateriali rappresentati dagli individui, portatori di problemi, ma anche di competenze legate alla profonda conoscenza dello spazio abitato. E’ questa la mission e la vocazione dell’Associazione di volontariato G.a.a.s, che da oltre due anni pone all’attenzione dei cittadini e delle istituzioni la necessità e l’urgenza di restituire alla cittadinanza la struttura dell’ex-Gil, in totale e perenne stato di degrado e abbandono, attraverso il coinvolgimento diretto dei residenti. Nel Marzo scorso i desideri e le aspettative degli abitanti, confluiti nell’idea progetto “C.I.S.I.”, Centro di Integrazione Socio-Istituzionale, hanno ceduto il posto allo scoraggiamento. Il 23 Marzo 2009, infatti, il Comune di Foggia ha firmato un Protocollo di Intesa con l’Azienda Sanitaria Locale dando in concessione tre Strutture Pubbliche in stato d’abbandono, tra cui l’ex Gil di Via Matteotti, sfilacciando la già labile fiducia tra cittadini e istituzioni. Atto contraddittorio sia rispetto alla Delibera sottoscritta all’unanimità dalla Giunta Comunale in data 26 Gennaio 2009, relativa alle “Norme sulla Rigenerazione Urbana” stabilite dalla Legge Regionale n. 21 del 29 Luglio 2008, sia rispetto agli impegni precedente presi dall’Amministrazione nei confronti del progetto C.I.S.I. (Cfr. POR 2000-2006 – Misura 5.3 – Strade.It). Ed è per ricucire lo strappo determinatosi nel tessuto sociale tra società civile ed amministrazione che il G.A.A.S ripropone una giornata di strada nel piazzale antistante la palestra, da realizzarsi il 1°Maggio 2009 a partire dalle ore 09,00.
L'EX GIL AL CENTRO DI UN CONFLITTO DI UTILIZZO

Il tema del “Conflitto di utilizzo” sarà posto al centro dell’attenzione dei cittadini che saranno invitati a partecipare all’evento e a votare tra l’idea C.I.S.I proposta dal G.a.a.s in concertazione con la gente, e quella di un Presidio Socio-Sanitario proposta dalla ASL, senza aver interpellato in alcun modo i diretti interessati. Non si tratta di difendere gli interessi di una parte ma di garantire la partecipazione degli abitanti nelle scelte che riguardano il “bene comune”, partendo dal presupposto che l’abitante non è l’ultima ruota di un meccanismo innescato dall’alto ma è portatore di saperi, che vanno necessariamente confrontati con l’azione pubblica per renderla migliore e soprattutto realmente rispondente ai bisogni dei destinatari. Nell’occasione verrà restituito ai residenti il risultato dell’azione di monitoraggio, avviata un anno fa dal G.a.a.s con i questionari porta a porta, attraverso la presentazione multimediale dell’idea di riutilizzo della palestra, primo esempio di democrazia partecipata nella città di Foggia. L’iniziativa verrà filmata in tutte le sue fasi per documentare e tenere traccia del primo passo verso un’altra città possibile, sigillata da un patto sociale condiviso, che restituisca trasparenza ed eticità alle deliberazioni. La 9°giornata di strada, che prevede inoltre laboratori ed atelier creativi per i bambini ed i ragazzi dei Quartieri Settecenteschi, rientra nella più vasta manifestazione “pensieri e azioni giovani dell’area 71100” realizzata, in occasione della festa del primo Maggio, con la collaborazione di numerose realtà associative ed istituzionali presenti sul territorio.


Anna la Cecilia


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lunedì 13 aprile 2009

Nascita del G.A.A.S

Imparare a leggere la realtà che ci circonda, osservandone le dinamiche ed ascoltandone le voci di chi la vive. Nasce da questa esigenza, nel Marzo 2007, l’ Operazione Scurpiddu, primo passo dell’Associazione di volontariato G.A.A.S., Gruppo di Azione a Animazione Sociale, costituitasi con la finalità di elaborare ed attuare nuove strategie di intervento in uno dei territori a più elevato disagio sociale, i Quartieri Settecenteschi di Foggia. Situati nel cuore del centro storico, essi rappresentano un emblematico esempio di degrado urbanistico. Numerose le aree caratterizzate da abitazioni fatiscenti, a rischio crollo e prive delle più basilari condizioni di vivibilità. Scarsissima l’illuminazione pubblica, indecenti le condizioni di molti marciapiedi e strade, per molte delle quali è impossibilitato l’accesso a mezzi di pubblica sicurezza e pronto intervento. Condizioni che nel tempo, anche per via dei costi di fitto contenuti, hanno reso il territorio di riferimento meta di categorie socialmente svantaggiate, quali disoccupati, famiglie a basso reddito, anziani, stranieri regolari e non.
Infanzia e adolescenza, anche in considerazione della pressochè totale mancanza di spazi di aggregazione giovanile, fatta eccezione per alcuni luoghi di ritrovo spontaneo, risultano inconfutabilmente le categorie più esposte agli elevati rischi che il territorio presenta.


AZIONI SOCIALI


La fotografia della realtà del territorio fa emergere un’immediata necessità di realizzare pubblici interventi di azione e animazione sociale per favorire lo sviluppo di un senso di appartenenza comune e di una mentalità partecipativa, partendo dal coinvolgimento di bambini e adolescenti. Nascono così le ”giornate di strada”.
Parallelamente parte un processo sperimentale di partecipazione democratica attraverso la somministrazione ed il ritiro, porta a porta, di questionari, con lo scopo di monitorare coscienze, disagi e propositi di cittadini ormai demotivati e sfiduciati nei confronti delle istituzioni. Costante e graduale nel tempo la crescita del livello di comunicazione reciproca, rafforzata da un impegno strategico e continuo e dalla ferma volontà di imparare a codificare le diverse forme di linguaggio e comunicazione della gente. Allo stesso tempo si elaborano e si attuano strategie mirate al contrasto del disagio diffuso e all’orientamento sociale di qualsiasi individuo svantaggiato. Ingenti le energie profuse nel contrasto all’evasione scolastica. Nel gennaio 2008 parte ufficialmente la collaborazione con l’Assessorato all’Urbanistica di Foggia, nell’ambito del Progetto di Rigenerazione Urbana NuoviQuartieriSettecenteschi, per il quale il G.A.A.S propone di attuare politiche di accompagnamento, mediazione sociale e progettazione partecipata.
Nel Maggio 2008, con un finanziamento regionale POR 2000-2006 - Misura 5.3, i soci fondatori del G.A.A.S. costituiscono la Cooperativa Sociale Scurpiddu, di cui l'Associazione stessa è socia.Le due realtà, unite da scopi sociali condivisi, sono impegnate nella rispettiva e sinergica promozione del "volontariato" e del "lavoro", in linea con le Direttive Comunitarie relative all'Inclusione Sociale, alla Nuova Governance e alla Priorità del Capitale Umano.
Il resto è storia di oggi...e di domani.


Anna la Cecilia


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domenica 12 aprile 2009

Educare al sociale - maieutica reciproca, gestione e mediazione dei conflitti

Il G.A.A.S organizza un corso di formazione gratuito, finanziato dal Ce.se.vo.ca, intitolato "Educare al sociale - maieutica reciproca, gestione e mediazione dei conflitti". Il corso, che si svolgerà dal 16 Aprile al 17 Maggio presso la II Circoscrizione Cattedrale e la Sala Multifunzionale H24 di Piazza Mercato, prevede un ciclo di incontri, per un totale di 63 ore, che vedrà coinvolti rappresentanti del terzo settore provenienti da Torino (Gruppo Abele e Cooperativa Sociale Biloba) e da Palermo (Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci).
Saranno presentati alcuni metodi ed esempi storici di approccio alle questioni sociali urgenti:
  • metodi di gestione e risoluzione dei conflitti sociali, con la partecipazione del mediatore sociale Avv. Fabrizio Giorcelli del Gruppo Abele;
  • il caso dell'accompagnamento sociale nei Piani di Rigenerazione Urbana di Via Artom a Torino, con un excursus storico della trasformazione urbana e industriale torinese, con la partecipazione dell'agronoma Isabella De Vecchi, Presidente della Cooperativa Sociale Biloba di Torino;
  • il metodo della maieutica reciproca come strumento di integrazione sociale, fondato da Danilo Dolci, il Gandhi siciliano, con la partecipazione speciale del figlio Amico Dolci, della psicologa portoghese Ana Afonso, esperta in programmazione europea, fondatrice del CEIPES, Centro Internazionale per l'Educazione e lo Sviluppo di Palermo e del Prof. Renzo Rati, pedagogista esperto in educazione sociale.
Le tematiche del ciclo di incontri sono strettamente correlate alle attività di promozione del volontariato e della mediazione socio-istituzionale che il G.A.A.S attua da oltre due anni e si inseriscono perfettamente nelle dinamiche sociali implicate dal Piano di Rigenerazione Urbana NuoviQuartieriSettecenteschi, in cui si intende sviluppare nuove forme di democrazia e progettazione partecipata.


Anna la Cecilia


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sabato 11 aprile 2009

Perchè "educare al sociale"?

La necessità e l’urgenza di dare risposte funzionali alla risoluzione di molte questioni sociali irrisolte, ha portato il G.A.A.S a realizzare un Corso di Formazione incentrato sulla tematica dell’ ”educazione sociale” che abbraccia i principi e i metodi storici dell’agire democratico e nonviolento. Educare, come si evince dall’etimologia stessa della parola, vuol dire “tirare fuori”, far venire alla luce qualcosa che è nascosto o allo stato potenziale. L’espressione “educare al sociale”, dunque, vuol essere un monito alla presa di coscienza collettiva delle problematiche che affliggono il territorio, per costruire una“comunità comunicante” che “tiri fuori” l’individuo dall’isolamento e dal vuoto comunicativo-relazionale.
In quest’ottica la comunic-azione diventa il motore unificante dell’azione comune, orientata verso la realizzazione di un progetto condiviso che si avvalga delle differenti esperienze, punti di vista e intuizioni dei singoli individui. La chiave del confronto intra-gruppo ed inter-gruppo è la scelta metodologica che accompagnerà il corso, al fine di aprire nuovi scenari e nuove modalità di approccio alle tematiche sociali, con l’auspicio di sbloccare situazioni spesso cristallizzate. Molte delle esperienze passate, infatti, costituiscono il paradigma a cui potersi-doversi riferire durante l’elaborazione dei progetti sociali nel presente; esperienze che sono risultate esemplari in certi casi, in certi territori, anche per le istituzioni, che hanno carpito a posteriori l’importanza dei metodi e delle strutture da esse suggerite. E’ il caso dei Piani di Accompagnamento Sociale che hanno visto la partecipazione attiva dei cittadini coinvolti nella riqualificazione di Via Artom a Torino (Coperativa Biloba), della Mediazione Non Violenta dei conflitti, introdotta in Italia dal Gruppo Abele di Torino, che mira a trasformare le controversie in opportunità di cambiamento sociale, della Maieutica Reciproca di Gruppo, strumento di comunicazione e integrazione sociale ideato da Danilo Dolci, a cui è intitolato il Centro per lo Sviluppo Creativo di Palermo. Queste le tematiche del percorso formativo, illustrate dai principali esperti del settore a livello nazionale e da alcuni volontari del G.A.A.S., che invece descriveranno le diverse fasi che hanno condotto alla nascita dell’innovativa formula di Mediazione Socio-Istituzionale, sintesi creativa tra le suddette esperienze nazionali e l’esperienza diretta sul proprio territorio di riferimento, i cosiddetti Quartieri Settecenteschi. I partecipanti sperimenteranno sul campo, attraverso lavori di gruppo, workshop e role play, nuovi strumenti e strategie di intervento sociale utili per pensarsi ed educarsi nel sociale, per coordinarsi con gli altri nell’ambito di progetti di gruppo e comunitari.


Anna la Cecilia


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domenica 18 gennaio 2009

Introduzione al corso "Educare al Sociale" - Dal caos individualistico alla coesione sociale

3..2..1..0..si parte. Lo Zero è il punto di partenza da cui deriva la molteplicità dei numeri, lo stato primordiale, il caos, la possibilità di essere ed esistere, l’essere in potenza.La sua forma rimanda alla figura geometrica del cerchio, simbolo per eccellenza di unità, complessità, compiutezza. Le estremità della linea continua che compongono il cerchio si ricongiungono annullandosi reciprocamente in una totalità indivisa, priva di spigolose opposizioni, interruzioni o cesure. I diversi punti che formano il cerchio sono equidistanti dal suo centro, che connette tra loro punti differenti. Ed è proprio con la disposizione dei partecipanti in cerchio, ognuno “in mezzo” all’altro, ciascuno in relazione con l’altro su un piano di parità, che Giovedì 16 Aprile 2009 si è aperto il primo dei 12 incontri formativi del corso “Educare al Sociale – maieutica reciproca, gestione e mediazione dei conflitti”, scelta metodologica indispensabile per rompere il muro che si frappone tra chi “trasmette” unidirezionalmente la conoscenza e chi la accoglie. L’assunto di base è che la conoscenza è ricerca e costruzione comune, all’interno di un cerchio comunicativo aperto e propulsivo che amplifica la consapevolezza collettiva ed individuale.
Il referente del progetto, Antonio Fiscarelli, ha illustrato ai partecipanti le tematiche e gli obiettivi del corso, cercando di organizzare e dis-piegare il caotico ma arricchente groviglio conoscitivo che ha generato la formula “educare al sociale”. Nietzsche sosteneva che bisogna ospitare il caos dentro di sé per partorire una stella danzante, intendendo il caos come apertura infinita di possibilità, scintilla luminosa che accompagna il momento-movimento creativo, costellazione di punti che si intersecano dentro un cerchio di fuoco. Il caos dunque è focolaio e potenziale creativo ed espansivo che trasforma la realtà sociale, all’opposto dell’ordine e della schematizzazione che tende invece a bloccare la realtà in schemi predefiniti. Se è vero che il troppo ordine causa morte per fossilizzazione, all’opposto però troppo disordine crea disintegrazione. Il caos è assenza di relazione tra fenomeni, cose, persone.L’attuale società caotica e disgregata, non più vissuta come un insieme coerente e unitario ma come un aggregazione frammentata di parti scollegate prive di un centro comune e di una progettualità condivisa, genera isolamento, esclusione, distacco dal contesto sociale, scoraggiamento diffuso, staticità, paralisi. Conoscere ed educarsi vuol dire orientarsi nel caos. In quest’ottica, “educare al sociale” significa rendere possibile esperienze di gruppo e di partecipazione nelle questioni urgenti della società, prendere parte attiva al processo partecipativo e trasformativo delle questioni sociali urgenti che accomunano tutti gli individui che, per quanto separati dai muri dell’incomunicabilità, dell’individualismo, della sfiducia ripiegata su se stessa, restano parte di un tutto inscindibile che è la comunità. Non si tratta solo di denunciare le questioni sociali irrisolte o di scambiarsi semplicemente informazioni, né si tratta di inculcare valori, idee, concetti preconfezionati ma di innescare processi di cambiamento, aprire nuovi scenari e percorsi, costruire nuovi ponti che creano un passaggio di stato, un mutamento. Educarsi al sociale significa autoeducarsi, tirare fuori il positivo che già c’è a partire dalle proprie competenze e dalla propria specificità, ridarsi voce e potere piuttosto che subire potere e informazione. Educazione informale ed autoeducazione sono la stessa cosa. Entrambe avvengono sul campo, insieme agli altri, partendo dalla vita quotidiana che pone continuamente quesiti e problemi che necessitano risposte ed azioni che si sedimentano nell’esperienza, che a sua volta diventa formazione, consapevolezza, autodeterminazione. Non basta soffermarsi sulla rielaborazione intimistica del problema che si presenta ma, come ha sottolineato Antonio Fiscarelli, dobbiamo domandarci e interrogarci ogni giorno, individualmente ma soprattutto collettivamente. Secondo Eraclito educare non è riempire un secchio, ma è accendere un fuoco, attivare cioè una mentalità interrogante che accende l’intuizione, espande la mente, mette a fuoco aspetti non ancora esplorati, apre nuovi scenari e mondi possibili. In questo senso l’ autoeducazione popolare, diventa quella fiamma che accende la consapevolezza, che apre la via, la rischiara, mette in cammino. E’ dunque ricerca, viaggio, metodo di vita, inteso nel suo senso etimologico: una via (odos) che conduce oltre (meta), in territori inediti, possibili, ancora sconosciuti. La strada che permette il passaggio dal caos individualistico alla coesione sociale va ricercata necessariamente nell’ “attraversamento” dell’ alterità, inteso come “esperienza” dell’Altro; è solo dall’ incontro-scontro fecondo con la differenza, infatti, che si partorisce una stella danzante. Non importa la strada che si intraprende, l importante è percorrerla insieme. Sulla linea del cerchio. Buon cammino in “corso”a tutti i corsisti!

Anna la Cecilia

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